Quatrième Journée internationale d’intercession pour la paix en Terre Sainte | Custodia Terrae Sanctae

Quatrième Journée internationale d’intercession pour la paix en Terre Sainte

Jérusalem, 25 Janvier 2012

Paix pour Jérusalem et pour la Terre Sainte. Tel est en bref le message transmis par le Pape Benoît XVI lors de l’audience qu’il a accordé aux membres de l’Israeli Religious Council, reçus le jeudi 10 novembre dans la Salle des Papes. Dans son discours, le Souverain Pontife a ajouté : « La justice, avec la vérité, l’amour et la liberté, est une nécessité fondamentale pour une paix sûre et durable dans le monde. Le mouvement vers la réconciliation exige du courage et de la clairvoyance, ainsi que la confiance que c'est Dieu lui-même qui nous montrera le chemin ».

Dans le sillage de ce souhait du Saint-Père, le 29 janvier 2012 se tiendra la Quatrième Journée internationale d’intercession pour la paix en Terre Sainte, une initiative de prière née de la volonté d’un certain nombre d’associations catholiques de jeunes qui, pour cette édition, prévoient la participation de plus de 2.000 villes du monde entier pendant 24 heures. Comme l’an dernier la Journée sera précédée de la Septième Prière extraordinaire de toutes les églises qui se tiendra près l’église copte-orthodoxe de Jérusalem (à 17h00 locales).

La Journée est promue, depuis trois ans, par différentes groupes de jeunes, à savoir l’Association nationale (italienne) Papaboys (www.papaboys.it), l’Apostolat « Jeunes pour la Vie » (www.youthfl.org), les Chapelles de l’Adoration perpétuelle d’Italie et du monde, les groupes d’Assemblée Eucharistique (www.adorazione.org), et, depuis l’an dernier, par l’Association pour la promotion de la Prière extraordinaire de toutes les églises pour la réconciliation, l’unité et la paix, en commençant par Jérusalem.

Faisons nôtre l’invitation du Pape Benoît XVI : « En effet, ne cessons jamais de prier pour la paix en Terre Sainte, confiants en Dieu qui est lui-même la paix et le réconfort ! ».



Message du Custode P. Pierbattista Pizzaballa, Ofm:

Nella Grotta della Natività a Betlemme, appena prima dell’altare della stella, c’è il “camino della cometa”. L’antica devozione dei betlemiti richiama ancora oggi il prezioso servizio della cometa, che ha indicato la strada a pastori e magi, e - terminato il suo compito unico e irrepetibile - si è “spenta” in un “camino”. Il mese che ha seguito la nascita del Signore nostro Gesù Cristo dev’essere stato un tempo molto movimentato. Anche l’attuale gennaio è un mese che continua a rifarsi al Natale, in un crescendo di iniziative che testimoniano quanto ci sia ancora da fare per accogliere degnamente il Principe della Pace. Il “camino della cometa” ci dice che essa ha finito il suo compito, non dobbiamo attendere altro, è al Figlio di Dio che dobbiamo guardare per incontrare Colui che è la giustizia e la pace. Ma pace non c’è… Invocata, proclamata, cercata, proposta, indicata, anche premiata: tutti parlano di pace, ma la pace non c’è. Forse che la pace sia altro dalle parole degli uomini?

Di fronte alla difficile sfida di percorrere le vie della giustizia e della pace possiamo essere tentati di chiederci, come il Salmista: Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?" (Sal 121,1).

La pace non è soltanto dono da ricevere, bensì anche opera da costruire. Per essere veramente operatori di pace, dobbiamo educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità, essere attivi all’interno della comunità e vigili nel destare le coscienze sulle questioni nazionali ed internazionali e sull’importanza di ricercare adeguate modalità di ridistribuzione della ricchezza, di promozione della crescita, di cooperazione allo sviluppo e di risoluzione dei conflitti (Benedetto XVI, Messaggio Pace 2012). Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio », dice Gesù nel discorso della montagna (Mt 5,9). Per cambiare il cuore ci vuole la preghiera: questo sì. E senza cambiare il cuore non si riuscirà neppure a indirizzare lo sguardo nella giusta direzione. La nostra preghiera dovrà dunque chiedere la determinazione e la coerenza di abbracciare questo impegno, educandoci alla compassione… L’elenco che ci offre il Papa è quanto mai esaustivo circa ciò che va fatto per giungere alla beatitudine di chi opera per la pace nella verità. Egli ribadisce: La pace per tutti nasce dalla giustizia di ciascuno e nessuno può eludere questo impegno essenziale di promuovere la giustizia, secondo le proprie competenze e responsabilità. Invito in particolare i giovani, che hanno sempre viva la tensione verso gli ideali, ad avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando ciò può comportare sacrificio e andare controcorrente.

Benvenuti, dunque, alla quarta Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa. Un appuntamento che arricchisce questo mese di riflessione corale sul Dono appena ricevuto, e ci invita a superare ogni divisione per rendere grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo (tema della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani). Anche la Giornata di dialogo con l’Ebraismo che ha per tema La Sesta Parola: Non Uccidere, ci ricorda l’urgenza della giustizia e della pace. Lo specifico pregare per far crescere nei cuori e nelle volontà l’amore per la Terra Santa e l’impegno per la giustizia e la pace delle quali soffriamo la mancanza, è innanzitutto dovere di tutte le Chiese che qui convivono e che devono ancor più e meglio testimoniare la riconciliazione, l’unità e la pace, cominciando da Gerusalemme. E’ compito di tutti, dovere di ciascuno, dai Pastori ai genitori, dagli insegnanti ai giovani: pregare per essere capaci di accogliere questo dono è un’urgenza che ci coinvolge tutti.

Questo non-stop di preghiera, di tante Chiese in tanti luoghi del mondo, è un dono importante per la Terra Santa. E’ consolazione, aiuto, sostegno alla speranza per i nostri cristiani che vivono ogni giorno il disagio, la sofferenza, la frustrazione per una situazione sociale alla quale non vedono miglioramenti. Sapere che il 29 gennaio tante persone vorranno unire volontà e cuori per chiedere a Dio la pace per la Terra Santa, per la loro Terra, è rugiada del cielo, è solidarietà di fratelli sconosciuti ma infinitamente cari. Di questo hanno bisogno, di questo abbiamo bisogno.