Processione delle Palme sulle pendici del monte degli Olivi - 2007 | Custodia Terrae Sanctae

Processione delle Palme sulle pendici del monte degli Olivi - 2007

La meteorologia è capricciosa in questa primavera 2007 in Terra Santa. Dopo un bel fine settimana, ecco che sabato sera la Città Santa di Gerusalemme è sotto la pioggia. In tutte le menti c’è la stessa domanda: come sarà domani il tempo per la processione delle Palme?
Le preghiere hanno forse combattuto con le nuvole, e hanno vinto, nonostante alcune gocce di pioggia. Ma il grande vincitore è stato il vento! Il vento che ha fatto volare via tanti berretti, cappelli, veli, che ha maltrattato tanti abiti religiosi e ha dato del filo a torcere ai porta bandiera. Ma non ha potuto scoraggiare la folla numerosa e variegata.

Sono trascorse due ore tra il passaggio dei primi pellegrini e quello degli ultimi, su una strada che si fa abitualmente in 30 minuti. Una strada che li ha condotti dal santuario di Betfage a quello di Sant’Anna, all’inizio della Via Dolorosa.
Non solo erano rappresentati tutti i continenti, ma anche la maggior parte delle confessioni cristiane. Se questa processione, lungo il cimitero ebraico, è latina, si potevano vedere nella folla anche dei copti presenti nella Città per le feste di Pasqua, dei cristiani palestinesi venuti in famiglia, delle famiglie spesso ecumeniche, dei gruppi ecumenici protestanti e cattolici insieme… Poiché facevamo festa tutti insieme, e l’occasione era troppo bella per acclamare insieme Gesù Messia, inserendosi in una tradizione vecchia di 16 secoli.

Difatti, è dal IV secolo che i cristiani di Gerusalemme celebrarono l’entrata messianica di Gesù in Gerusalemme con una processione sulle pendici del Monte degli Olivi. I fedeli, e specialmente i bambini ed i catecumeni, tutti vestiti di bianco, salivano alla cima dal Monte degli Olivi, dove tagliavano dei rami che agitavano intorno al vescovo. Tutti si dirigevano verso la città dove, dopo una sosta al Getsemani, entravano dalla porta di Beniamino, detta anche porta dei Leoni o porta Santo Stefano, per entrare nella basilica dell’Anastasis (Risurrezione), per cantare degli inni e leggere le letture corrispondenti alla festa.

Fu il Califfo Hakim bin-Amr Allah (998-1021) che fece proibire, nel 1008, la processione, influenzato dalla paura dell’anno Mille. Ristabilita durante le crociate, fu vietata di nuovo nel 1648 durante l’Impero ottomano. Fu ristabilita nel 1933, sotto il Mandato Britannico e per iniziativa Mons. Luigi Barlassina, patriarca latino di Gerusalemme.
Questo anno 2007, Mons. Michel Sabbah era accompagnato da parecchi prelati, tra i quali si poteva vedere il Delegato apostolico Mons. Antonio Franco, Mons. Fouad Twal suo coadiutore, Mons. Kamal Bathish, il Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa, e padre Charles Galichet Abate di Abu Gosh.

Numerose parrocchie palestinesi del paese hanno partecipato al pellegrinaggio. Per i Cristiani che risiedono dall’altro lato del muro, è una gioia immensa poter venire a pregare a Gerusalemme.
Malgrado l’inizio delle feste per la Pasqua ebraica e la chiusura dei Territori per «misura di sicurezza», sembra che, sotto la pressione delle autorità religiose locali, siano stati rilasciati dalle autorità israeliane numerosi permessi di passaggio, anche a favore, e ciò costituisce un avvenimento, dei Cristiani della striscia di Gaza.
Il Ministero di turismo ha stimato ad un milione il numero di pellegrini in visita nel paese in occasione delle feste di Pasqua. Una cifra in aumento del 10% rispetto all’anno passato.

Non abbiamo le stima della polizia, molto presente sul percorso della processione, per valutare il numero di pellegrini che hanno disceso le pendici del Monte degli Olivi. «Erano delle migliaia» ha detto laconicamente il Jerusalem Post.
Quello che è sicuro è che non tutti sono potuti entrare nei giardini dei padri Bianchi a Sant’Anna, dove Mons. Michel Sabbah ha impartito la sua benedizione, dopo un discorso che invitava i fedeli all’amore per gli uomini di ogni religione e nazionalità, ed a riconciliarsi con Dio per diventare sorgente di luce, strumento di perdono e di riconciliazione, Mentre la folla si disperdeva, alcuni continuavano la festa con canti e danze nel giardino, mentre altri si dirigevano verso la Porta di Damasco e la Porta Nuova, dove doveva passare la grande parata degli scout. «Oggi, ha detto un abitante della città, noi cristiani arabi possiamo esprimere esternamente la nostra fede per tutta la giornata. È molto faticoso: si corre a destra e a sinistra, ma che felicità!».

MAB ed AV