Il 16 giugno presso la Sala San Francesco della Curia Custodiale di Gerusalemme si è tenuto l’incontro “Christian and Patriarchal Institutions Archives” nel contesto del grande progetto Open Jerusalem Archives – in cui è inserito anche l’Archivio della Custodia di Terra Santa.
Avviato nel 2014, Open Jerusalem è un progetto finanziato dall'UE finalizzato a identificare, localizzare, classificare e rendere accessibili gli archivi sulla storia di Gerusalemme nel XIX e XX secolo (1840- 1940). Il suo portale web fornisce l'accesso a 40.000 documenti originali scritti in 12 lingue diverse, con l’obiettivo di poterli rendere facilmente fruibili e permettere la ricostruzione storica della città.
La conferenza (qui la registrazione), ospitata dalla Custodia, ha avuto come obiettivo quello di presentare alcuni dei risultati ottenuti e dei progetti sviluppati in particolare dalle istituzioni cristiane di Gerusalemme che fanno parte del progetto e che sono mobilitate per conservare e meglio valorizzare i propri archivi storici.
«L’Archivio storico della Custodia di Terra Santa è senza dubbio il migliore e meglio preservato in tutta la Terra Santa: siete un modello per tutta la città di Gerusalemme», ha esordito il direttore di Open Jerusalem prof. Vincent Lemire dell’University of Paris-Est Marne-la-Vallée, che ha condotto l’incontro.
«Quello di oggi è stato un elogio e un atto di riconoscenza per il nostro lavoro – ammette fr. Narcyz Klimas, professore di Storia della Chiesa presso lo Studium Theologicum Jerosolymitanum e archivista della Custodia –. Come il direttore di Open Jerusalem Archives ha sottolineato, il nostro archivio è uno dei più importanti di tutto il Medio Oriente. Oggi abbiamo potuto mostrare come, grazie alla catalogazione del nostro materiale a partire dal 1840, riusciamo a conoscere tutto quello che c'è da sapere di questo ampio periodo. Già dal 1965 abbiamo iniziato a voler rendere il nostro patrimonio “accessibile”: ma è stato solo dopo l’intenso lavoro di riordino cominciato nel 2009 che il nuovo archivio ha visto la luce, e con esso sono stati resi fruibili in forma adeguata, tutti i materiali».
Fr. Narcyz Klimas ha illustrato ai partecipanti alcune foto dell’archivio e dell’inventario, e soprattutto ha presentato l’ultimo recentissimo quarto tomo della pubblicazione “L’archivio storico della Custodia di Terra Santa”. Ha, inoltre, voluto condividere le perle dell’inventario della Custodia, tra cui un preziosissimo Firmano d’oro (ovvero un documento emanato dalle cancellerie sultaniali) del 1690. P. Stéphane Milovich, direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali, nel suo intervento, ha invece dato risalto al lavoro di catalogazione e digitalizzazione delle “condotte”, ovvero dei registri manoscritti di doni alla Custodia di Terra Santa (lavoro portato avanti dall’equipe del Terra Sancta Museum).
La conferenza ha visto anche gli interventi dei responsabili delle altre istituzioni cristiane – Stavros Andreou (per il Patriarcato greco-ortodosso), Jean-Michel de Tarragon (École biblique et archéologique française de Jérusalem), Maria Chiara Rioli (UNIMORE), Angelos Dalachanis and Stéphane Ancel (French National Centre for Scientific Research), Thérèse Gonnier (per il Patriarcato latino) – che hanno fatto il punto della situazione del lavoro di archiviazione, indicizzazione, analisi e valorizzazione degli istituti di cui sono responsabili.
Silvia Giuliano