Portare frutto in Cristo | Custodia Terrae Sanctae

Portare frutto in Cristo

Professione Solenne di Fr. Juan David

Is 5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43

  1. Carissime sorelle, carissimi fratelli, il Signore vi dia pace!

Carissimo Fr. Juan David che oggi fai il passaggio da un impegno temporaneo a un impegno “per sempre”, il Signore ricolmi anche te della sua grazia e della sua pace.

La Lettera di san Paolo ai Filippesi, che ci accompagna in questo periodo dell’anno come seconda lettura domenicale, dà il tono anche alla nostra celebrazione: è un messaggio pieno di gioia, che ci invita a non essere preoccupati ma piuttosto avere un continuo atteggiamento di fiducia che si trasforma in preghiera, in supplica, e in ringraziamento. Ciò vale anche in una situazione di guerra e di pericolo com’è quella nella quale ci troviamo improvvisamente oggi.

  1. San Paolo ci dice qualcosa che può essere fondamentale, per chi come noi vive in Terra Santa, anche per fare con fiducia il passo di una consacrazione definitiva al Signore: “la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.

Carissimo Fr. Juan David, è la pace di Dio, cioè la pienezza di tutti i suoi doni e di tutti i suoi beni, a custodire la tua mente e il tuo cuore e tutta la tua persona in Cristo Gesù. Ricordati che, attraverso il battesimo, la cresima e l’Eucaristia, tu hai già ricevuto tutti i doni che Dio ti può fare, perché attraverso questi doni Lui abita in te e tu sei innestato in Lui. E di conseguenza tutta la tua persona è custodita da Dio stesso, perché tu possa vivere in Cristo Gesù, o per dirla con le parole della nostra spiritualità francescana, perché tu possa “seguire le orme di nostro Signore Gesù Cristo” (LOrd), “osservare il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo vivendo in obbedienza senza nulla di proprio e in castità” (Rb I) e “accogliere il dono di questa forma di vita” (Rb II). È Dio stesso a custodirti! Non aver paura di metterti in gioco personalmente e di dirgli oggi il tuo “Eccomi” definitivo e per sempre. E non aver paura di metterti in gioco in un contesto come quello in cui noi ci troviamo a vivere la nostra vocazione, un contesto che conosce forse il significato della parola tregua, ma non quello della parola pace.

  1. La parola di Dio di questa domenica mette in luce anche il fatto che Dio si prende cura di noi che siamo la sua vigna, in modo tale che possiamo portare frutto. L’esperienza del portare frutto è molto importante per ognuno di noi. Infatti, non c’è niente di più frustrante che sentirsi inutili, e lavorare a lungo senza poi vedere nessun risultato. Il Signore non vuole che la nostra vita sia inutile e senza frutto, vuole anzi condividere con noi la gioia di una vita piena e fruttuosa. Quale frutto si aspetta il Signore da noi?

La Parola di Dio di questa domenica ci dice che il frutto che il Signore si aspetta da noi è giustizia e rettitudine, è cioè il frutto che nasce dal cercare sempre di orientare i nostri pensieri, la nostra volontà, le nostre scelte e le nostre azioni secondo la volontà di Dio, quella volontà che lui ci ha fatto conoscere attraverso la sua Parola e attraverso il suo figlio, quella volontà che costituisce anche il cuore della nostra vocazione e dell’obbedienza cristiana.

  1. San Francesco, in un passaggio della “Regola non bollata” ci ricorda che tutto abbiamo ricevuto dal Signore e tutto dobbiamo imparare a restituire a Lui attraverso le nostre parole e le nostre azioni (Rnb XVII,17). E in una delle ammonizioni (Amm VII), ci ricorda che siamo chiamati a seguire Gesù vivendo come lui, portando la croce e dando la vita come Lui, e che in realtà conosciamo veramente solo quella piccola porzione di parola di Dio, che mettiamo in pratica, non quella che sappiamo raccontare agli altri. Conosciamo veramente solo quel po’ di Vangelo che riusciamo a vivere, non quello di cui ci piace parlare.
  1. Carissimo Fr. Juan David, attraverso la professione di vivere il Vangelo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità il Signore ti fa un grande dono e ti offre anche un aiuto concreto per riuscire a portare frutto. Il voto di obbedienza non serve per fare di te un bravo soldatino pronto a dire sempre e solo sì, il voto di obbedienza serve per aiutarti a sintonizzarti, giorno dopo giorno sempre più sulla volontà di Dio espressa nella sua Parola.

Il voto di vivere “sine proprio”, che vuol dire senza appropriarti di nulla, non serve per fare di te uno che non ha bisogno di nulla e di nessuno (sarebbe superbia) ma per fare di te una persona capace di fidarsi di un Dio che è Padre e si prende cura di te e serve per fare di te una persona capace di condividere ciò che sei e ciò che hai con chi ha meno, come Gesù che da ricco che era ha scelto di farsi povero per arricchire noi del dono della sua vita (Rb VI,3; 2 Cor 8,9).

E il voto di castità non serve a renderti insensibile al fascino e al desiderio ma per abituarti un po’ alla volta a donare tutto te stesso al Signore; serve per insegnarti ad amare in modo gratuito e senza doppi fini, fino anche – se necessario – a donare anche la tua vita purché trovino senso e salvezza la vita delle persone che ti saranno affidate.

  1. In questo cammino, carissimo Fr. Juan David non sei solo. C’è una fraternità che ti accoglie e ti accompagna, non solo oggi, non solo fino ad oggi, ma nel corso di tutta la tua vita. Il segno dell’abbraccio con il quale ti saluteremo dopo la professione non è un rito pro forma, infatti è riservato ai soli frati, perché siamo noi, i tuoi fratelli ad accogliere te come un fratello e siamo noi, i tuoi fratelli, a diventare in qualche modo responsabili insieme con te della tua vocazione, del fatto che tu possa portare frutto nella tua vita vivendo il vangelo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità. Certo, per portare frutto devi soprattutto rimanere nel Signore e nella sua Parola e lasciarti sostenere dalla fraternità dei santi che invocheremo tra poco, ma devi anche imparare a rimanere coi fratelli, con noi, che siamo imperfetti, pieni di limiti, incoerenze e fragilità. Se resterai unito a Cristo, in questa fraternità concreta, la tua vita e la tua persona porteranno frutto e un giorno entrerai nella fraternità dei santi in Cielo.
  1. Concludo con un augurio. Che si realizzi nella tua persona e nella tua vita il bellissimo augurio contenuto nella preghiera di benedizione che verrà pronunciata su di te: che quello che oggi, per dono del Signore, lieto e gioioso prometti, tu possa osservarlo con santa operosità fino alla morte. E che al termine della tua esistenza terrena, tu possa incontrare il Signore, bellezza infinita, ed essere trasfigurato nella sua luce e godere per sempre di Lui che è il bene, il sommo bene, la pienezza del bene, il Signore grande e ammirabile, il Dio onnipotente e il Salvatore misericordioso.