La Custodia di Terra Santa si occupa della diffusione dei pellegrinaggi legati ai Luoghi Santi, di cui i frati Francescani sono custodi per volontà e mandato della Chiesa universale da oltre otto secoli. I Commissari di Terra Santa, per conto della Custodia e al servizio della stessa, promuovono viaggi con approfondimento spirituale verso quei Luoghi Santi già visitati nel 1219 da San Francesco di Assisi, fondatore dell’Ordine dei Frati Minori, e verso i quali i Francescani accompagnano da secoli i pellegrini di tutto il mondo.
Le proposte di pellegrinaggio promosse dai Commissari di Terra Santa comprendono sia itinerari della durata di otto giorni ai Luoghi Santi sia pellegrinaggi ispirati a percorsi biblici che includono visite in Giordania, Egitto, Siria e Turchia. I pellegrini che scelgono un pellegrinaggio promosso dai Commissari al servizio della Custodia di Terra Santa vengono ospitati presso le Casae Novae, strutture di accoglienza francescane situate nei pressi di alcuni dei principali Santuari.
Dal 2015 l’Ufficio pellegrinaggi di Roma della Custodia di Terra Santa è affidato alla Fondazione Terra Santa. La struttura di Roma continua e continuerà ad operare, nel solco di una tradizione ormai lunga e consolidata, quale centro di animazione e promozione dei pellegrinaggi verso la Terra Santa e l’Oriente cristiano, al servizio e in stretta collaborazione con i vari Commissariati di Terra Santa sparsi per il mondo.
Partire per un pellegrinaggio in Terra Santa, attraverso i Commissariati della Custodia, significa contribuire alla missione francescana presso i Luoghi Santi. Le tante opere portate avanti da secoli dai frati della Custodia sono rese possibili grazie a un network di realtà che contribuiscono in tutto il mondo a sostenere la presenza cristiana in Terra Santa e a mantenere i Luoghi Santi.
I Commissariati di Terra Santa, sparsi in tutto il mondo, organizzano pellegrinaggi per la Terra Santa per conto della Custodia stessa.
Trova il Commissariato più vicino a te e contattalo per prenotare la tua partenza per la Terra di Gesù!
Via Berni 6, a due passi da san Giovanni in Laterano, Roma
Tel: +39 06 77206308
Sito web: https://www.fratesole.com/pellegrinaggi-in-terra-santa/
Qui è possibile consultare alcuni percorsi proposti dai Commissari di Terra Santa, utili per pianificare un pellegrinaggio. Tali itinerari non solo ripercorrono i luoghi che tracciano la memoria della presenza di Gesù in Terra Santa, ma forniscono anche la possibilità di conoscere i frammenti della lunga storia di questo paese e di scoprire i suoi mille volti. Insieme ai riferimenti evangelici, in questa sezione vengono fornite informazioni pratiche sulla durata ideale del soggiorno, sulle singole tappe e sui luoghi dei programmi proposti dai vari Commissari.
Tempo di soggiorno ideale: 9 giorni/8 notti
1° giorno: Betlemme (Basilica della Natività – Grotta del Latte – Campo dei Pastori)
“E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda;
da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele”. (Mt 2, 6)
L’inizio di questo percorso coincide con il luogo della nascita di Gesù, Betlemme e la Basilica della Natività fatta costruire da Costantino nel IV secolo. Qui potrai visitare la grotta in cui, secondo la tradizione, nacque il Bambin Gesù. Costeggiando la grande piazza centrale, a circa 500 metri sulla destra della Basilica si trova la Grotta del Latte, dove secondo una leggenda popolare, Maria allattando il bambino avrebbe fatto cadere alcune gocce di latte e l’intera grotta sarebbe così diventata bianca.
Altro luogo che ci ricorda la nascita di Gesù è il Campo dei Pastori nell’attuale villaggio arabo di Beit Sahur, per la tradizione cristiana il luogo in cui un angelo annunciò ai pastori che Gesù era nato.
A Betlemme hai la possibilità di pernottare presso la casa francescana per i pellegrini “Casa Nova”.
2° giorno: Betlemme (Erodion), Qumran e Mar Morto
A circa 10 km da Betlemme, su un’altura a forma di cono, sorge la grande dimora-fortezza di Erode il Grande. Splendida la vista dall’alto e suggestivi i resti archeologici del palazzo erodiano. Come seconda tappa suggeriamo il sito archeologico di Qumran, a circa 2 km dalla sponda nord-occidentale del Mar Morto. La sua notorietà è dovuta al ritrovamento di alcuni antichi manoscritti risalenti al II sec. a.C., i cosiddetti Rotoli del Mar Morto. Tali manoscritti sono risultati essere testi biblici (come quello del profeta Isaia) e testi descrittivi sulla vita della comunità di Qumran risalente al 150 a.C. Da qui, infine, sarà difficile vincere la tentazione di immergersi nelle salatissime acque del Mar Morto.
3° giorno: Nazareth (Basilica dell’Annunciazione – Chiesa di S. Giuseppe - Fontana della Vergine), Tabor
“Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe.” (Lc 1, 26)
Capoluogo della Galilea, Nazaret è il luogo in cui si ritirarono Giuseppe, Maria e Gesù al ritorno dall’Egitto. Qui puoi visitare la Basilica dell’Annunciazione realizzata negli anni ’60 e all’interno della quale si trova la Grotta dell’Annunciazione ovvero il luogo in cui l’angelo apparve a Maria. A circa 200 metri dalla Basilica si giunge alla Chiesa di S. Giuseppe che la tradizione identifica come la casa della sacra famiglia. Da qui puoi spostarti sulla via principale di Nazaret per visitare la Fontana della Vergine, ovvero la fonte da cui le donne del villaggio venivano ad attingere l’acqua e dove Maria ebbe la prima apparizione dell’angelo secondo il Protoevangelo di Giacomo.
Come ultima tappa di questo terzo giorno ti consigliamo, infine, di recarti al Monte Tabor, il “monte della Luce” in cui Gesù venne trasfigurato.
A Nazaret e sul Monte Tabor puoi fermarti a pernottare presso il Casa Nova dei francescani.
4° giorno: Lago di Tiberiade (Magdala – Tabgha – Cafarnao), Monte delle Beatitudini
Partendo da Nazaret puoi facilmente visitare il lago di Tiberiade o “mare di Galilea”, per citare due dei tanti nomi. Quest’affascinante lago, incorniciato da brulle colline, fa memoria di numerosi avvenimenti evangelici. È sulle sue sponde che Gesù iniziò il suo ministero pubblico e dove realizzò molti dei suoi miracoli. Sono tanti e vicini tra loro i luoghi e santuari che puoi visitare sul lago: il Primato di Pietro, il sito archeologico di Magdala, luogo natio di Maria Maddalena, la chiesa di Tabgha che ricorda la moltiplicazione dei Pani e dei Pesci. A Cafarnao potrai ammirare gli scavi che riportano alla luce il villaggio in cui Gesù visse e predicò e la chiesa, il Memoriale di San Pietro, costruita sui resti della vera casa di Pietro. Da qui potrai spostarti un po’ internamente e salire al Monte delle Beatitudini, luogo che ricorda il discorso delle beatitudini evangeliche.
A Tiberiade puoi pernottare presso il Casa Nova dei francescani.
5° giorno: Gerico, Betania, Gerusalemme
Recatosi al sepolcro, Gesù gridò: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti dalle bende e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare!”. (Gv 11, 1-44)
La prima tappa di questo quinto giorno può iniziare con Gerico, tornando quindi verso Gerusalemme. Yerikho, in ebraico Luna, è la città più antica che si conosca e la più bassa sotto il livello del mare. Studi archeologici hanno infatti permesso di datare i primi insediamenti intorno all’anno 8000 a.C. La Gerico erodiana è quella frequentata da Gesù, che qui incontra Zaccheo (Lc 19, 1-10). Qui potrai vedere il sicomoro di cui parla il Vangelo e il sito archeologico con i resti di Gerico antica, Tel es-Sultan. Da qui, se hai tempo, puoi recarti a visitare un luogo davvero speciale per paesaggio e ubicazione: il monastero greco-ortodosso della “Quarantena” legato al ricordo dei quaranta giorni passati da Gesù nel deserto. Non possiamo mancare di suggerire un luogo molto importante per i cristiani: il sito battesimale di Gesù sul Giordano, recentemente rinnovato.
Da qui, tornando verso Gerusalemme, puoi fermarti a Betania, la casa degli amici di Gesù: Marta, Maria e Lazzaro. È qui Gesù resuscitò Lazzaro. Una volta a Gerusalemme, suggeriamo la fantastica passeggiata sui tetti della città vecchia. Un punto di vista assolutamente particolare che dà una visione d’insieme dei quartieri in cui è divisa e delle spettacolari chiese, moschee e sinagoghe.
A Gerusalemme puoi trovare accoglienza presso il Casa Nova dei francescani.
6° giorno: Gerusalemme (Via Dolorosa – S. Sepolcro – Kotel e spianata – Monte Sion)
La mattinata del sesto giorno può essere dedicata alla città vecchia di Gerusalemme e in particolare ai luoghi santi. Partendo dalla Chiesa della Flagellazione, da cui inizia la Via Crucis, lungo la Via Dolorosa con le sue 15 stazioni. Segnaliamo l’importanza di alcune di esse: alla 3° Gesù cade per la prima volta, alla 4° incontra Maria, alla 6° Veronica gli asciuga il volto, nella 7° stazione, dove Gesù cadde per la seconda volta, puoi vedere i resti della colonna della flagellazione.
L’ultima stazione della Via Crucis coincide con il Santo Sepolcro o Basilica della Resurrezione. Questo è forse il luogo più sacro e più caro a tutta la cristianità. Al tempo di Gesù era un luogo che si trovava fuori delle mura della città probabilmente deputato alle sepolture. La Basilica racchiude il Calvario (il termino latino per Gòlgota), la Pietra dell’Unzione su cui il corpo di Gesù fu deposto e unto secondo la tradizione giudaica e la Tomba vuota.
“Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui! Ecco il luogo dove lo avevano deposto”. Mc 16, 6 -7
Luogo sacro per eccellenza, questa volta per gli ebrei, il Muro del Pianto (Kotel Hama’aravi in ebraico) è un tratto originale del muro occidentale di contenimento fatto costruire da Erode nel 20 a.C. per sostenere la spianata del 2° Tempio, lo stesso tempio di cui parlano i Vangeli. Qui vedrai numerosi ebrei con il capo coperto pregare rivolti verso il Muro, in due zone ben distinte per gli uomini e le donne (proprio come in una sinagoga).
È possibile visitare la spianata in cui oggi si trovano i luoghi di culto musulmani: la bellissima e imponente Cupola sulla Roccia e la Moschea al-Aqsa, alle quali purtroppo è proibito l’accesso.
Passando prima per il quartiere ebraico e poi per quello armeno, attraverso la porta di Sion, si arriva al Monte Sion. Qui, appena fuori dalle mura, si trova il Cenacolo, luogo dell’ultima cena di Gesù con gli Apostoli e dell’apparizione di Gesù Risorto. Nei pressi del Santo Cenacolo vi si trova anche la Basilica della Dormizione e la Chiesa di S. Pietro in Gallicantu che ricorda il luogo in cui Pietro rinnegò Gesù.
7° giorno: Gerusalemme (Getsemani – Monte degli Ulivi – Ain Karem)
“Li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo”. Lc 24, 50-51
La mattinata può essere dedicata a visitare il Monte degli Ulivi, mentre il pomeriggio consigliamo di vedere il piccolo villaggio di Ain Karem.
Il monte degli Ulivi è un luogo in cui si ricordano vari avvenimenti evangelici: l’Ascensione di Gesù in cielo (edicola dell’Ascensione), l’insegnamento della preghiera del Padre Nostro agli Apostoli (grotta del Pater Noster), il pianto di Gesù su Gerusalemme (Dominus Flevit), il Getsemani e l’arresto di Gesù (Basilica dell’Agonia e Orto degli Ulivi), la sepoltura di sua madre (tomba di Maria).
La vista che si gode dalla cima del monte sulla città vecchia è a dir poco straordinaria.
A circa 8 km da Gerusalemme, abbarbicata su una vallata ricca di boschi, sorge Ain Karem: il luogo in cui secondo la tradizione cristiana vivevano Elisabetta e suo marito Zaccaria e in cui nacque Giovanni Battista. Qui potrai visitare la chiesa della Visitazione, che vuole ricordare la visita di Maria a sua cugina Elisabetta e la Chiesa di San Giovanni Battista.
8° giorno: Yad Vashem, Emmaus el-Qubeibeh
Per chi visita Gerusalemme lo Yad Vashem, museo dedicato alla Shoah ubicato sulla Collina del Ricordo, è una tappa obbligata. Yad Vashem significa “un memoriale e un nome” ed è un’espressione che deriva da una frase del pofeta Isaia:
“Io concederò loro nella mia casa e dentro le mie mura un memoriale e un nome […] darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato” (Is 56, 5).
Una visita toccante che lascerà senza dubbio un ricordo e un segno indelebile.
Nel pomeriggio ti puoi recare a Emmaus el-Qubeibeh a ovest di Gerusalemme, il luogo in cui Gesù si manifestò dopo la risurrezione ai discepoli Cleofa e Simeone. Qui è presente il santuario che fa memoria di questo evento e che conserva i resti di una casa di epoca romana (la casa di Cleofa secondo la tradizione), il convento francescano accanto alla chiesa, una strada romana e i resti di un villaggio di epoca crociata ancora ben riconoscibili con le sue case e botteghe.
9° giorno: Cesarea Marittima
La mattina dell’ultimo giorno può essere dedicata all’antica Cesarea sul mare, considerato uno dei siti archeologici più importanti d’Israele. Fu Erode il Grande intorno al 20 a.C. a costruire la città con il suo magnifico porto e a dedicarla a Cesare. In epoca romana fu un’importante città di scambi commerciali, di vicende politiche, culturali e religiose. Qui Pietro battezzò il centurione romano Cornelio e la sua famiglia. È possibile visitare la cittadella crociata con il porto, l’anfiteatro romano, l’acquedotto erodiano e numerosi resti del periodo romano-bizantino.
Durata: 8 giorni/7 notti
1° giorno: Hebron – Be’er Sheva
“Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione”. Gen 12, 2-5
Come inizio di questo percorso suggeriamo una delle città più antiche della Terra Santa, Hebron. Essa è una città sacra per Ebrei, Cristiani e Musulmani perché ospita le Tombe dei Patriarchi. Qui si collocano alcuni importanti avvenimenti storici: Abramo pianta la sua tenda qui dopo essersi separato da Lot, seppellisce Sara nella caverna del terreno acquistato da un hittita e nella stessa caverna Abramo verrà seppellito dai suoi figli.
Da qui puoi facilmente raggiungere Be’er Sheva a circa 45 km più a sud. Questa città che al momento della nascita dello Stato d’Israele faceva appena 2000 abitanti, oggi è un grande centro urbano simbolo di come gli Israeliani siano riusciti a dominare il deserto rendendolo un luogo florido e produttivo.
I principali luoghi d’attrazione a Be’er Sheva sono tre: l’insediamento del periodo calcolitico (4000 a.C.) di Abu Matar, Bir es-Safadi altro sito in cui sono stati riportati alla luce insediamenti posteriori, Tel es-Seba ovvero la città dei patriarchi di cui parla la Bibbia.
2° giorno: Sinai (Monte di Mosè e Monastero di Santa Caterina)
Il secondo giorno di questo percorso può essere dedicato al Monte Sinai (monte Horeb nella Bibbia), il luogo in cui Mosè ricevette le tavole della legge. Con i suoi 2285 metri d’altezza, il Monte Sinai si eleva imponente in un paesaggio lunare dominando tutte le altre vette che circondano il monastero di Santa Caterina.
Indimenticabile la vista che accompagna il cammino in cima al monte che, nonostante il numero di turisti e pellegrini, ti lascerà una sensazione di pace e serenità.
Ai piedi del monte invece si trova il Monastero di Santa Caterina, nella valle che secondo la tradizione vide l’incontro di Mosè con le figlie di Jethro, vicino al pozzo oggi accanto al Monastero. All’interno delle mura si trova la chiesa della Trasfigurazione risale al VI secolo in cui potrai ammirare uno dei mosaici più antichi in assoluto realizzato intorno al 565-570.
3° giorno: Avdat, Shivta, Masada
Risalendo dalla penisola del Sinai ci si può fermare a visitare le antiche città nabatee. La prima di queste è Avdat, costruita al centro del deserto nel II secolo a.C. come luogo di sosta delle carovane che da Petra andavano verso la costa mediterranea. Le rovine si sono conservate praticamente intatte coperte dalla sabbia. Da qui si può visitare la seconda città nabatea, i cui scavi hanno rivelato essere particolarmente importante in epoca bizantina. L’ipotesi più accreditata dagli studiosi è che questa città fosse un grande insediamento agricolo del quale resta ancora la cisterna che canalizzava l’acqua piovana per l’irrigazione dei campi.
Ultima tappa di questo terzo giorno è Masada, dall’ebraico “cittadella-fortezza”, una montagna a 500 metri sopra il mar Morto con la cima che Erode fece spianare. La notorietà di Masada è legata a una vicenda particolarmente importante della storia dell’antico Israele: la resistenza degli zeloti contro l’assedio romano i quali, dopo un lungo assedio, preferirono il suicidio piuttosto che finire nelle loro mani.
4° giorno: Ein Gedi, Qumran e Mar Morto, Betlemme
“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo:
oggi, nella città di Davide,
è nato per voi un Salvatore,
che è Cristo Signore”. Lc 2, 10-12
Proseguendo verso nord, a circa 18 km da Masada, s'incontra un’oasi di vegetazione rigogliosa, animali selvatici e fonti da sogno. Ein Gedi, “sorgente del capretto” in ebraico, sorge sulla riva occidentale del Mar Morto ed è il luogo biblico in cui Davide risparmia Saul nella caverna secondo l’episodio narrato da Samuele. La sorgente più importante si chiama non a caso Ein David, una vera e propria cascata naturale, ma a parte le bellezze naturali sono presenti anche resti d’insediamenti come il Tel Goren che risale addirittura al VII a.C. ed un’antica sinagoga che conserva ancora un pavimento a mosaico. In zona si trova anche un Kibbutz in cui è possibile pernottare e approfittare della spiaggia libera per una visita al Mar Morto.
Da qui, dopo circa 30 km più a nord, si arriva a Qumran: il famoso sito del ritrovamento dei Rotoli del Mar Morto, oggi esposti all’Israel Museum di Gerusalemme. Il sito presenta resti che testimoniano la presenza di una setta ebraica (gli Esseni) che vi avrebbe vissuto dal 150 a.C. al 68 a.C., quando furono cacciati dagli invasori romani.
Infine, passando per Gerusalemme che è la strada più corta, si può terminare il percorso nel primo pomeriggio a Betlemme. Qui consigliamo di pernottare almeno una notte e darsi così il tempo necessario per assaporare meglio la cultura locale e naturalmente per visitare le maggiori attrazioni: Basilica della Natività, Chiesa di Santa Caterina, Grotta del Latte, mercato (Suq) e città vecchia, Tomba di Rachele, Campo dei Pastori, Herodium.
A Betlemme puoi pernottare presso la Casa Francescana per il pellegrino.
5° giorno: Gerusalemme (Monte del Tempio - Muro Occidentale - Via Dolorosa - Santo Sepolcro – Monte Sion)
Comunemente indicata come Spianata, il Monte del Tempio è il luogo in cui sorgono le moschee che fanno di Gerusalemme la terza città santa per i musulmani di tutto il mondo. Qui potrai ammirare la Cupola della Roccia e la moschea al-Aqsa. Il progetto della spianata risale alla prima conquista musulmana (1400 anni fa) ma la storia di questo posto va molto più indietro nel tempo. È qui, infatti, che sorgeva il Primo Tempio ebraico fatto costruire da Salomone intorno al 1000 a.C. Il Muro Occidentale, più noto come “muro del pianto” ai non ebrei, era però l’antico muro di sostenimento del Secondo Tempio. È subito visibile all’occhio del visitatore la differenza tra i grossi blocchi di epoca erodiana (20 a.C.) ed i mattoni di piccole dimensioni di epoca bizantina e musulmana.
Da qui si può tornare nel quartiere musulmano, dove si trova la prima stazione, per ripercorrere il cammino che Gesù fece portando la croce fino al Calvario. La Via Dolorosa o Via Crucis è quella su cui tanti pellegrini ogni anno portano una vera croce di legno compiendo un voto fatto prima di arrivare in Terra Santa. I frati francescani conducono una processione simile ogni venerdì pomeriggio. Questa ti porterà, come già accennato, al luogo più sacro per i Cristiani: il Santo Sepolcro. Testimone di pietra delle ultime ore di vita di Gesù, la Basilica del S. Sepolcro racchiude in un’unica struttura il luogo in cui fu crocefisso (il Calvario), il luogo in cui fu deposto il suo corpo (la Pietra dell’Unzione) e la tomba in cui fu riposto e dai cui resuscitò.
Appena fuori dalle mura, a sud della città vecchia, c’è il Monte Sion, luogo in cui puoi visitare il Cenacolo, la Chiesa della Dormizione di Maria, la Tomba di David e la Chiesa di San Pietro in Gallicantu.
A Gerusalemme puoi pernottare presso la Casa Francescana per il pellegrino.
6° giorno: Gerusalemme (Monte degli Ulivi - Getsemani - Yad Vashem)
La mattina del sesto giorno può essere interamente dedicata al Monte degli Ulivi e al Getsemani. Gebel al-Tur (monte santo) per gli arabi, offre una delle viste panoramiche di Gerusalemme più belle in assoluto. Durante la salita non può passare inosservata la valle di Giosafat, dove si trova quello che oggi è il cimitero ebraico più antico. Da qui, secondo la profezia contenuta nel libro di Zaccaria, i morti resusciteranno quando il Messia farà ritorno nel Giorno del Giudizio. Il Monte degli Ulivi è un luogo ricco di santuari che ricordano eventi importanti della vita e morte di Gesù: l’edicola dell’Ascensione, la Chiesa del Pater Noster, il Dominus Flevit, la Tomba di Maria. Vale la pena, se si ha il tempo e la si trova aperta, di visitare la Chiesa ortodossa di Maria Maddalena, che si erge tra la vegetazione con le sue caratteristiche cupole a cipolla.
Ai piedi del monte, invece, si trova la Chiesa di tutte le Nazioni ovvero Basilica dell’Agonia, progettata da Antonio Barluzzi e finanziata da numerosi paesi diversi. Intorno alla chiesa si estende l’Orto del Getsemani dove Gesù fu arrestato. Nel pomeriggio, infine, puoi recarti al museo Yad Vashem, sul monte della Rimembranza.
7° giorno: Beit She’an, Tiberiade e dintorni (Magdala – Tabga – Cafarnao)
“Gli disse per la terza volta: Simone di Giovanni, mi vuoi bene?
Pietro rimase addolorato […] e gli disse:
Signore, tu conosci tutto; lo sai che ti voglio bene.
Gli rispose Gesù: Pasci le mie pecore!” Gv 21, 15-17
Spostandoci un po’ più a nord, il settimo giorno può iniziare con una tappa a Beit She’an, che comprende un bellissimo parco nazionale con scavi archeologici di varie epoche. È la città biblica della battaglia tra i filistei e gli israeliti in cui persero la vita Saul amico di David, e i suoi tre figli.
Da Beit She’an Tiberiade è piuttosto vicina e vale la pena effettuare una sosta per visitare l’affascinante chiesa francescana di San Pietro e mangiare il pesce sulle rive del lago che tanto ci parlano di Gesù. Dalla cittadina di Tiberiade ci si sposta sulla stessa sponda verso nord per arrivare a Magdala, la città natale di Maria Maddalena riportata alla luce grazie agli scavi francescani del 1971.
Proseguendo da qui s’incontra Tabga, situata ai piedi del Monte delle Beatitudini. Questo è il luogo in cui Gesù compì il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, rappresentato dal famoso mosaico bizantino che decora il pavimento della chiesa. Poco distante da questa chiesa, il Primato di Pietro è il santuario francescano che commemora il momento in cui Gesù conferisce a Pietro il primato.
Ultima, ma non meno importante, è la “città di Gesù”: Cafarnao. Secondo i vangeli questo è stato il luogo di residenza di Gesù durante il periodo di predicazione e attività in Galilea. Pare che già nel II sec. la presenza cristiana fosse abbastanza forte. Qui gli scavi hanno riportato alla luce la sinagoga, posteriore all’epoca di Gesù, e la casa di Pietro, i cui resti si possono ammirare direttamente dalla Chiesa ottagonale che vi è stata costruita sopra.
A Tiberiade puoi pernottare presso la Casa francescana per il pellegrino.
8° giorno: Nazaret
L’ultima tappa di questo percorso è dedicata a Nazaret, capoluogo della Galilea e terza città più importante per i cristiani dopo Gerusalemme e Betlemme. Nazaret è una città accogliente, dall’atmosfera vivace e colorita. Qui è avvenuta l’annunciazione e qui Gesù ha trascorso la sua infanzia. L’imponente Basilica dell’Annunciazione che commemora questi eventi, è di costruzione moderna ma sorge dove si trovava la prima basilica bizantina del V secolo, quella crociata del XI secolo e la chiesa francescana del 1730. Questo era, infatti, il luogo in cui secondo la tradizione si trovava la casa di Maria, accanto alla quale nel I sec. era stata costruita una sinagoga giudeo-cristiana di cui rimane una vasca battesimale conservata all’interno della stessa basilica.
Pochi metri a nord della basilica si trova la Chiesa di San Giuseppe, dove si pensa si trovasse la casa di Giuseppe.
A Nazaret puoi pernottare presso la Casa francescana per il pellegrino.
“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo. Il signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe
e il suo regno non avrà fine”. Lc 1, 30-34
"Sono canti per me i tuoi precetti,
nella terra del mio pellegrinaggio." Sal 119,54
Durata ideale: 10 giorni/9 notti
1° giorno: Be’er Sheva o Bersabea (pozzo del giuramento o delle sette agnelle)
Attualmente Be’er Sheva sorge in un’ampia pianura in pieno deserto del Neghev, è il centro industriale e commerciale più importante della zona e possiede un’università (Università Ben Gurion) specializzata nelle Facoltà di Agraria.
Essa ricorda l’alleanza di Abramo con Abimelek, re di Gerara, in occasione della quale il patriarca offrì al re sette agnelle per acquistare il diritto di proprietà sul pozzo che aveva scavato nella zona (Gen 21,15-34).
Nei pressi di Be’er Sheva avvennero altri episodi biblici di fondamentale importanza, tra cui la cacciata della schiava Agar e di suo figlio Ismaele da parte di Abramo e il loro smarrimento nel deserto di Be’er Sheva (Gen 21,14-21), l’incontro e il matrimonio tra Isacco e Rebecca e la nascita dei loro figli Esaù e Giacobbe (Gen 24,61ss).
2° giorno: Deserto del Neghev (Mamshit, ‘Avedat, Mizpe Ramon)
La visita al Deserto del Neghev si concentra soprattutto intorno a tre centri: Mamshit, ‘Avedat, Mizpe Ramon.
Mamshit, in arabo Kurnub, è attualmente una vasta area di rovine romano-bizantine, su tracce nabatee e forse più antiche. Di epoca nabatea sono una costruzione ad uso abitativo ed alcune tombe caratteristiche sormontate da piccole piramidi; di epoca romana, un edificio probabilmente risalente al tempo di Adriano. L’epoca più fiorente per la città fu quella bizantina, quando il centro fortificato di Mamshit serviva come luogo di protezione e di sosta per le carovane verso la ‘Aravà (avvallamento a sud del Mar Morto), Eilat e il Mar Rosso. Di questo periodo si possono ammirare, tra l’altro, i resti di due chiese, una edificata dai monaci di cui si sono conservati le tre entrate, l’abside, un pavimento musivo a motivi floreali e il battistero, l’altra rimasta quasi intatta e contenente un grande mosaico che ricopre tutto il pavimento, il mosaico più bello di tutto il Neghev per ricchezza di ornamenti e finezza di lavorazione.
‘Avedat è situata al centro del Neghev e contiene i resti di tre diversi periodi storici: nabateo, romano e bizantino. Del periodo nabateo, risalente al II sec. a.C., sono stati rinvenuti reperti in ceramica, resti della città e l’acropoli. Dopo la distruzione in periodo romano e l’edificazione di templi pagani, la zona dell’acropoli ha subito grandi trasformazioni in epoca bizantina, quando gli edifici pagani furono trasformati in chiese, di cui sono ancora oggi visibili i resti.
Sulla strada che attraversa il biblico deserto di Zin è possibile fare una sosta a Mizpe Ramon, salendo sul Monte Ramon, da cui si gode un meraviglioso panorama sul deserto ed è possibile ammirare le splendide formazioni geologiche sulle quali sono stati ritrovati resti fossili di animali e rettili marini preistorici. In mezzo a questo panorama è stato realizzato anche un museo, sotto il cielo, di sculture astratte.
3° giorno: Masada, Ein Gedi, Mar Morto
La fortezza di Masada è situata sulla sponda occidentale del Mar Morto, in una zona desertica, e si erge isolata su una roccia completamente staccata da tutte le altre rocce circostanti. Due sentieri, uno a est e l’altro a ovest, conducono alla fortezza. Intraprendendo la salita un’ora prima dell’alba, sarà possibile godere, dall’alto delle rovine, lo spettacolo del sole che sorge. Attualmente la fortezza è facilmente raggiungibile con una comoda funivia.
Masada è nota per l’assedio da parte dei Romani agli ultimi Zeloti, che si rifugiarono nella fortezza dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., organizzandovi la loro vita quotidiana. Nel punto più a settentrione, si possono ammirare anche i suggestivi resti della residenza privata di Erode. La storia della fortezza, degli edifici e degli avvenimenti che in essa si svolsero ci è pervenuta grazie alle descrizioni fatte da Giuseppe Flavio e agli scavi archeologici condotti nel luogo.
Al termine della visita, che occuperà la prima parte della giornata, si può proseguire lungo la strada che costeggia il Mar Morto e sostare per una breve visita all’oasi di ‘Ein Gedi, prima di raggiungere le sponde del grande lago salato. La sorgente di Davide è la più importante sorgente dell’oasi: cadendo dalle rocce con una suggestiva cascata forma un piccolo laghetto ed è circondata da una fitta vegetazione. Si possono poi visitare le grotte e il museo, allestito presso il kibbutz, dove sono custoditi i più importanti reperti rinvenuti nella zona e che sta diventando il principale centro di ricerche archeologiche della regione del Mar Morto.
Resterà certamente tempo sufficiente, nella parte conclusiva della giornata, per un bagno nelle particolari acque del Mar Morto. Esso si trova a circa 400 m sotto il livello del mare e la forte salinità delle acque (fino al 25%) impedisce qualunque forma di vita. Ad est si erge l’altopiano di Moab con, a nord, il biblico Monte Nebo e, al centro, la profonda depressione del fiume Arnon che, con il Giordano, è uno dei maggiori affluenti del Mar Morto. In questi luoghi le rocce a picco sulle acque creano, specialmente alla sera, dei fantastici effetti di luce.
4° giorno: Qumran, Gerico, Gerusalemme
Pur non essendo mai nominato direttamente nella Bibbia, Qumran è di grande interesse biblico per le importanti scoperte che vi sono state fatte negli anni 1947-58. Qui, infatti, all’interno delle grotte poste lungo le pareti rocciose, furono trovati, tra i reperti delle abitazioni, importanti documenti scritti su fogli di pergamena o di papiro, detti Rotoli di Qumran o Rotoli del Mar Morto. Essi hanno permesso di conoscere la storia e le abitudini di vita della comunità stabilitasi a Qumran tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C. Per il luogo e per il sistema di vita rivelato dalla “Regola della comunità”, uno dei Rotoli qui rinvenuti, si pensa si tratti della setta degli Esseni, un gruppo staccatosi dal Giudaismo ufficiale, che viveva in un regime comunitario sotto una severa disciplina e dedito ad una scrupolosa e letterale osservanza della Legge.
Procedendo oltre il mar Morto si può raggiungere Gerico, una delle più antiche città del mondo, che la Bibbia prende a simbolo di tutti i popoli cananei nemici di Israele (Gs 24,11). Dopo una breve sosta al grosso sicomoro che fa ricordare l’incontro di Gesù con Zaccheo (Lc 19,1-10), è possibile visitare le rovine dell’antica Gerico, scavate nel Tell es-Sultan, poco distante dalla città moderna e in direzione della montagna, e quelle della Gerico evangelica o romana, verso l’acquedotto dello Wadi el-Qelt, ancora non del tutto recuperate dagli scavi archeologici. Particolarmente suggestiva è poi la visita al Monastero greco-ortodosso della Quarantena, incastonato nella roccia, a metà costa, raggiungibile seguendo la strada per Tell es-Sultan oppure con una comoda funivia, da cui si gode un indimenticabile panorama, dalla vallata del Giordano ai monti di Moab. Questo Monastero, nato alla fine dell’Ottocento, per ospitare gli anacoreti del deserto, fa memoria delle Tentazioni Messianiche, raccontate nei Vangeli (Mt 4,1-11). A poca distanza da qui, infine, è possibile visitare il luogo del Battesimo di Gesù (Mc 1,9-11). Sul luogo sono ricordati anche i profeti Elia ed Eliseo, che passarono miracolosamente il Giordano e, al di là del fiume, Elia fu assunto in cielo su un carro di fuoco (2Re 2,11ss).
Se possibile, si consiglia di fermarsi brevemente ad acquistare la buonissima frutta di Gerico: pompelmi, datteri, banane e molti altri frutti.
Lungo la strada che da Gerico conduce a Gerusalemme si possono ammirare i luoghi nei quali è ambientata la parabola del Buon Samaritano (Lc 10,25-37) narrata da Gesù.
A Gerusalemme si trova la casa per il pellegrino Casa Nova, in cui potrai godere dell’accoglienza francescana.
5° giorno: Gerusalemme (Ophel, Città di Davide, Museo di Israele)
L’Ophel è la collina che si trova a sud del Tempio, su cui sorgeva l’antica città gebusea detta anche Fortezza di Sion ed in seguito chiamata Città di Davide. Davide conquistò quest’area per fondarvi Gerusalemme. Dalla fine dell’Ottocento gli archeologi effettuano scavi per portare alla luce la Gerusalemme della Bibbia. Oggi vi è stato costruito il Giardino Archeologico della Città di Davide (The City of David Archeological Garden), che costeggia la Valle del Cedron e che conserva i reperti gebusei, del tempo di Davide e asmonei. Interessante il sistema di approvvigionamento idrico della città, che convogliava le acque della vicina sorgente di Ghihon in un grande pozzo (il cosiddetto Warren’s Shaft) o nel tunnel di Ezechia (Ezekiah’s Tunnel).
Al tempo di Gesù tutta la zona dell’Ophel era compresa nell’area recintata della città. Attualmente l’antico Ophel è in parte coperto da modeste case arabe. Davanti alla Porta dei Magrebini, o Porta del Letame, attraverso la quale si entra nella Città Vecchia, passa la strada che scende dal monte Sion e che prosegue verso la Valle del Cedron. Essa fiancheggia, sulla sinistra, i grandi scavi sui contrafforti meridionali del Tempio (Ophel Archeological Garden) e passa vicino allo spigolo sud-est del Tempio, detto Pinnacolo. Lungo le mura orientali è situato il cimitero musulmano.
L’Ophel Archeological Garden è visitabile scendendo verso est e costeggiando all’esterno le mura della città. Sulle mura che sostengono la Spianata sono visibili tre ordini di porte: la Porta Duplice, in parte coperta dalle costruzioni turche; la Porta Triplice al centro; la Porta Semplice, vicino al Pinnacolo. Le porte Duplice e Triplice davano accesso alla Spianata del Tempio da una strada esterna e da una grandiosa scalinata. Fra le rampe di scale vi erano, scavate nella roccia, diverse piscine per le abluzioni rituali. Davanti alle mura, sotto le Scuderie di Salomone, vi sono i resti di case bizantine e di un ospizio del V sec. d.C. Infine, nei pressi del Pinnacolo, sono visibili i resti di una torre che risale al tempo dei re.
Il pomeriggio può essere dedicato alla visita del Museo d’Israele, la più vasta istituzione culturale in Israele, comprendente diversi edifici suddivisi in 4 sezioni, più il Dipartimento delle Antichità e dei Musei con la sua Biblioteca. La parte più caratteristica è il Santuario del Libro, che custodisce i rotoli scoperti a Qumran, fra i quali il testo completo del profeta Isaia, le lettere di Bar Kokheba scritte durante la seconda rivolta giudaica, i rotoli scoperti a Masada e altre pergamene antiche di altissimo interesse storico. Le altre sezioni comprendono l’Art Garden che, disposto su una collina, raccoglie le sculture di molti artisti ebrei contemporanei; la ricchissima collezione di oggetti di arte religiosa ebraica e di arte mediorientale, nella quale confluiscono opere antiche ed opere di autori moderni; il Museo Archeologico, che raccoglie testimonianze della vita in Palestina a cominciare dalla Preistoria, passando poi per i periodi Cananaico, Biblico antico, Romano, Bizantino, Arabo, Crociato, fino al periodo Islamico-Mamelucco del sec. XIV.
6° giorno: Gerusalemme (Spianata del Tempio, Quartiere ebraico, Monte Sion)
In primissima mattinata si accederà alla Spianata del Tempio, l’area che in origine costituiva il basamento del Tempio di Gerusalemme, distrutto nel 70 d. C. ed ora cuore religioso dell’Islam. Su questo luogo (che è tutto il recinto sacro musulmano o area del Tempio), dove al tempo di Gesù sorgeva il Tempio di Erode, in epoca musulmana furono edificate due Moschee dal califfo ‘Abd el-Malik (circa 700 d.C.), cioè la Moschea di Omar, o “Cupola della Roccia”, e la Moschea di Al Aqsa. Oggi esse possono essere ammirate solo dall’esterno.
La Moschea di Omar è il più antico monumento musulmano in Palestina ed unisce l’architettura araba all’arte persiana e bizantina. Al centro dell’edificio emerge la roccia sacra sulla quale, secondo la tradizione musulmana, suoneranno le trombe del giudizio universale. Sotto la roccia si può visitare la caverna indicata come luogo di preghiera per Davide, Salomone, Elia e Maometto. Questo luogo, chiamato Monte Moria già nella tradizione ebraica (2Cr 3,1), è riconosciuto come il territorio di Moria menzionato nel cap. 23 della Genesi a proposito del sacrificio di Isacco.
Si proseguirà poi verso il quartiere ebraico che sorge a ridosso del Kotel (Muro del Pianto), parte del Muro Occidentale che sosteneva l’area su cui sorgeva il Tempio e che rappresenta il centro spirituale e storico dell’Ebraismo. Da qui, a piedi, si raggiungerà la Piazza Batei Mahaseh, i resti della Basilica Nea (basilica giustinianea dei sec. V-VI, segnata nel Mosaico di Madaba a chiusura del Cardo), le 4 Sinagoghe sefardite, la Sinagoga di Ramban, la Sinagoga dei Perushim (detta, dopo il 1967, Hurvà) e il Cardo, già strada romana del tempo di Aelia Capitolina (135-330 d.C.) che divideva la città partendo da nord (Porta di Damasco) fino a sud, nei pressi dell’attuale Porta di Sion.
Il pomeriggio comincerà con la visita al Monte Sion, che originariamente indicava la roccaforte conquistata da Davide per farne la sua capitale e poi diventato particolarmente caro alla Cristianità, poiché vi si trova il Cenacolo, dove Gesù celebrò la Pasqua con i suoi apostoli ed istituì l’eucaristia durante l’ultima cena (Mc 14,22-25), Egli apparve ai discepoli dopo la Sua resurrezione (Gv 20,19-23) e dove avvenne la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste (At 2,1-12). Qui cominciò anche la vita della Chiesa e si svolse il primo concilio.
Nella parte inferiore del complessosi trova un cenotafio, detto la Tomba di Davide, oggetto di religiosa venerazione da parte degli ebrei. L’anticamera della Tomba di Davide corrisponde all’antica cappella dedicata al ricordo della “lavanda dei piedi” (Gv 13,4-17) ed è attualmente adattata a sinagoga. Attraversato l’antico chiostro francescano ci si dirige verso la scala che conduce al Cenacolo (sala superiore), un’ampia sala divisa in due navate da tre maestose colonne di stile gotico. Dopo varie vicissitudini, il Cenacolo venne restaurato dai Francescani al momento del loro arrivo in Terra Santa (1333), che vi costruirono accanto anche un piccolo convento ancor oggi visibile. Trasformato poi in moschea, il Cenacolo appartiene oggi agli Israeliani, che permettono le visite dei pellegrini, sebbene lo “status quo” impedisca che vi si svolga qualsiasi funzione liturgica.
A breve distanza dall’edificio, si trova la chiesa francescana detta “ad Coenaculum”, che offre ai visitatori la possibilità di celebrare la S. Messa.
Tornando sulla strada del Cenacolo e girando a destra si arriverà alla Basilica della Dormizione di Maria, costruita all’inizio del Novecento ed affidata ai monaci Benedettini tedeschi della Congregazione di Beuron. La chiesa vuole ricordare il luogo in cui, secondo la tradizione, avvenne la morte della Madonna, narrata in un antico testo apocrifo. Nella cripta una suggestiva statua in legno e avorio di Maria dormiente ricorda il fatto.
Scendendo lungo la pendice del Monte Sion è infine possibile visitare la Chiesa di S. Pietro in Gallicantu, che rievoca l’episodio evangelico del rinnegamento di Pietro dopo l’arresto di Gesù (Mc 14,53-54.66-72). Si suppone che la chiesa sorga nei pressi del luogo in cui si trovava la casa di Caifa, dove Gesù fu condotto subito dopo l’arresto. Nella cripta si può visitare un complesso di grotte dove, tradizionalmente, si ritiene sia stato rinchiuso Gesù nella notte dell’arresto, in attesa di essere condotto da Pilato la mattina seguente. All’esterno della chiesa è importante soffermarsi ad ammirare e a percorrere la lunga scalinata di epoca romana che scendeva verso la Valle del Cedron e sulla quale probabilmente anche Gesù è passato la sera del giovedì santo, dopo l’ultima cena, quando scese con gli apostoli verso l’orto del Getsemani.
7° giorno: Gerusalemme (Monte degli Ulivi, Chiesa di S. Anna, Via Dolorosa, Basilica della Resurrezione)
Separato dalla città di Gerusalemme dalla Valle del Cendron, il Monte degli Ulivi corre parallelo alla collina del Tempio e dell’Ophel. Esso è particolarmente importante per i Cristiani, poiché vi sono ambientati episodi fondamentali della vita di Gesù ed è stato da Lui più volte attraversato negli spostamenti tra Gerusalemme, Betania e Gerico.
Dalla cima della collina si potrà compiere la discesa verso la Città Santa compiendo numerose soste: all’Edicola dell’Ascensione, che sorge sul luogo in cui gli apostoli videro Gesù risorto salire al cielo (At 1,3-12); alla Chiesa del Pater Noster, dove è possibile visitare il Chiostro con le lapidi in maiolica che riportano la preghiera del Signore in più lingue e la grotta che ricorda il luogo dell’insegnamento del Padre Nostro; al punto panoramico su Gerusalemme, appena sopra al cimitero ebraico; alla Chiesetta francescana del Dominus Flevit, con i suoi mosaici bizantini e i resti di un’antica necropoli; alla Chiesa russa ortodossa dedicata a S. Maria Maddalena; al Getsemani, con la Grotta dell’Arresto e la Basilica francescana dell’Agonia, che sorge a fianco dell’Orto degli Ulivi e nella quale sono stati rinvenuti resti dell’antico ricco mosaico bizantino ed è visibile, davanti all’altare maggiore, la roccia dell’agonia di Gesù; infine, alla Chiesa della Tomba di Maria, che contiene nella parte inferiore il blocco di pietra su cui fu deposto il corpo di Maria dopo la morte.
Al pomeriggio si proseguirà con la visita alla Chiesa di S. Anna, uno dei monumenti crociati meglio conservati, edificata sul luogo in cui un’antica tradizione colloca l’abitazione di S. Gioacchino e S. Anna e, dunque, il luogo in cui nacque la Beata Vergine Maria. Nello stesso complesso si trovano anche i resti della Piscina probatica, presso la quale il Vangelo di S. Giovanni ambienta la prima opera di Gesù, la guarigione del paralitico, ossia il primo miracolo inteso come opera del Padre che rende testimonianza al Figlio (Gv 5,1-9).
Da qui si ripercorreranno le tappe della Via Dolorosa, seguita da Gesù, dopo la sua condanna a morte, verso il Calvario. Si incontrerà innanzi tutto il complesso della Fortezza Antonia, dove sorgono oggi diversi edifici: il Convento e la Chiesa Francescani della Flagellazione, con l’annessa scuola biblica (Studium Biblicum Franciscanum); la scuola musulmana che segna l’inizio della Via Crucis con la condanna di Gesù da parte di Pilato (Gv 19,12-16); l’Arco dell’Ecce Homo; il Convento di Nostra Signora di Sion, dove è visibile il Litostroto (dal greco: lastricato, selciato), luogo di fronte al pretorio nel quale, secondo la tradizione, Gesù fu processato da Pilato, flagellato e schernito dai soldati (Gv 18,28 ss). Si proseguirà poi la Via Crucis lungo le strade della Città Vecchia, soffermandosi presso le varie stazioni segnate lungo la via, fino a raggiungere la Basilica del Santo Sepolcro, all’interno della quale si potrà completare l’itinerario della Via Crucis con le ultime 5 stazioni.
La visita alla Basilica del Santo Sepolcro rappresenta uno dei momenti centrali del pellegrinaggio. L’attuale Chiesa, ricchissima di storia e di cultura, merita una visita approfondita. Qui si offrono solo brevi indicazioni orientative.
Appena entrati nel vestibolo della basilica una scala, sulla destra, conduce al Calvario, diviso in due cappelle, la prima di proprietà dei Latini (Cappella della Crocifissione), con un altare dominato dal mosaico raffigurante la scena della crocifissione di Gesù, e l’altra di proprietà dei Greci-ortodossi (Cappella del Calvario), che ha sullo sfondo la scena di Cristo crocifisso e il cui altare sorge direttamente sopra la roccia del Calvario. Sotto l’altare un disco d’argento, aperto al centro, indica il punto in cui fu infissa la croce di Cristo e, introducendo la mano nella fessura, è possibile toccare direttamente la pietra. Questo è il luogo in cui si commemora, anche nel corso della Via Crucis, la morte di Gesù (Mc 15,33 ss). La due cappelle, latina e greco-ortodossa, sono separate tra loro da un piccolo altare dedicato alla Madre Dolorosa, ossia a Maria sofferente ai piedi della croce.
Scesi dal Calvario, si incontrerà la Pietra dell’Unzione, una stele di colore rossastro incorniciata nel pavimento e ornata di candelieri e lampade. Essa ricorda l’unzione del corpo di Gesù con olii aromatici dopo la Sua morte, prima di essere deposto nel sepolcro (Gv 19,38).
Si procederà poi verso l’anastasi, che conserva ancora la struttura fondamentale dell’epoca costantiniana. Al centro della Rotonda si trova l’Edicola del S. Sepolcro, ricostruita dai Greci nel 1810, dopo la distruzione della precedente a causa di un incendio. Al suo interno l’edicola è divisa in due parti: la Cappella dell’Angelo, che si trova immediatamente davanti all’apertura del sepolcro e nella quale è custodito un pezzo originario della pietra rotonda che chiudeva la tomba, e la stanza sepolcrale, alla quale si accede attraverso un basso ingresso e che contiene la roccia originale, adesso ricoperta da un banco di marmo, sulla quale fu deposto il corpo di Gesù (Gv 19,41).
L’itinerario all’interno della Basilica potrà poi essere completato con la visita alle numerose cappelle minori.
8° giorno: Gerusalemme (Yad Vashem, Ein Karem)
La prima parte di questa giornata sarà dedicata alla visita del memoriale e del museo di Yad Vashem, dedicati alle vittime della Shoah. Yad Vashem significa “una stele e un nome”, secondo le parole del profeta Isaia “Io porrò nella mia casa e dentro alle mie mura, una stele e un nome” (Is 56,5), e fa riferimento all’incessante opera di ricerca con cui l’istituzione sta tentando di restituire un volto e un nome agli oltre sei milioni di vittime ebree della Shoah. Lo Yad Vashem è sorto nel 1953 ed è stato recentemente ampliato e ammodernato. Vi si possono visitare il ricchissimo museo, i molti monumenti e memoriali all’aperto, il vasto e suggestivo Giardino dei Giusti, nel quale sono piantati gli alberi a ricordo dei Giusti tra le Nazioni, ossia tutti coloro che, durante la persecuzione nazi-fascista, aiutarono gli ebrei a scampare alla deportazione e al massacro. Particolarmente commovente è la visita al Memoriale dei Bambini ebrei morti (più di un milione e mezzo).
Nel pomeriggio si proseguirà per la vicina Ein Karem, il villaggio in cui la tradizione colloca l’abitazione del sacerdote Zaccaria e sua moglie Elisabetta.
Circondato da una foresta di pini e cedri, Ein Karem è oggi un grazioso centro di case di pietra in stile arabo, oramai diventato un quartiere della vicinissima Gerusalemme. Sono tante le persone che amano spostarsi qui, tra Israeliani, turisti e pellegrini, per godere dell’atmosfera bucolica e vedere alcuni santuari. I cristiani, ad esempio, non mancano di visitare la Chiesa della Visitazione e la Chiesa di San Giovanni Battista. La prima sorge in ricordo della visita di Maria a sua cugina Elisabetta dopo la notizia che quest’ultima era in attesa di un bambino nonostante l’età avanzata. Qui Maria pronunciò il Magnificat (Lc 1, 46-56) che è presente nelle pareti del giardino della chiesa in 41 lingue. Altro santuario importante è quello che ricorda la nascita di Giovanni Battista, che battezzò Gesù nelle acque del Giordano.
9° giorno: Betlemme, Campo dei Pastori, Herodium
Betlemme, in ebraico Bet-Lehem (Casa del Pane) e in arabo Beit Laham (Casa della Carne), si trova poco più a sud di Gerusalemme, lungo la via che scende ad Hebron, Be’er Sheva e il deserto del Neghev.
La visita può cominciare dalla Basilica della Natività, dedicata alla nascita di Gesù (Lc 2,1-7) e la cui proprietà è ripartita oggi tra latini, greci-ortodossi ed armeni. Ai greci appartiene la Basilica, eccetto la parte nord del transetto che è di proprietà degli armeni. La Grotta della Natività è divisa in due parti: l’altare della Natività, di proprietà dei greci, e l’altare della Mangiatoia (Grotta dei Magi) di proprietà dei latini. Annessa alla Basilica si trova la Chiesa francescana di Santa Caterina, con il suo bellissimo chiostro medioevale e le grotte sotterranee dedicate a San Giuseppe, ai Santi Innocenti e a San Gerolamo.
Una breve sosta alla vicina Grotta del Latte, trasformata oggi in una cappella francescana e tradizionalmente associata anche alla memoria del luogo di sepoltura dei Santi Innocenti (Mt 2,16), completa la visita del complesso.
Ci si potrà poi fermare in altri due importanti luoghi: il Campo dei Pastori, nei pressi del villaggio arabo di Beit Sahur, e l’Heriodion (o Herodium) in cui sorgeva il grande e sontuoso palazzo di Erode il Grande, a pochi chilometri da Betlemme. Nel primo si trova il santuario progettato dal Barluzzi e la cui forma ricorda una tenda da campo, propria dei pastori del tempo di Gesù. Qui la tradizione cristiana colloca la scena evangelica dell’annuncio della nascita di Gesù ai pastori del luogo (Lc 2, 8-20). In quella stessa area vi si trovano anche numerosi resti archeologici di un monastero bizantino del IV-V sec. e delle caratteristiche grotte-abitazioni del periodo erodiano, che i francescani hanno adibito a cappelle.
L’ultima tappa di questo giorno può essere il palazzo-fortezza dell’Herodion, nome che gli fu dato dallo stesso Erode. L’altura, che attualmente ospita soltanto le rovine di quella che doveva essere una residenza sfarzosa e imponente, ha la forma di un vulcano ed offre un panorama spettacolare. Erode lo fece costruire tra il 24 e il 15 a.C. e lo volle come luogo della sua sepoltura, anche se della sua tomba non rimane alcuna traccia. Ai piedi della collina sorgeva una cittadina, di cui si vedono alcuni resti, con un altro grande palazzo e quello che gli archeologi suppongono fosse un ippodromo.
A Betlemme si trova la casa per il pellegrino Casa Nova, in cui potrai godere dell’accoglienza francescana.
10° giorno: Nazareth
Almeno mezza giornata di quest’ultimo giorno può essere dedicata a Nazareth, la terza città più importante per tutti i cristiani. Nazareth è la città più grande della Galilea e la più grande città araba d’Israele. Uno degli aspetti che colpisce maggiormente il pellegrino che ha sempre immaginato il luogo come il tranquillo villaggio in cui Gesù passò la propria infanzia, è il contrasto dato dall’intenso e rumoroso andiri-vieni quotidiano di oggi. Questo non deve necessariamente deludere il visitatore perché questa prima impressione lascerà spazio a quella più piacevole data dalla sua atmosfera vivace e accogliente. Inoltre la città risulta estremamente comoda per chi voglia visitare i siti cristiani vicini, dal Monte Tabor al Lago di Tiberiade.
Ma limitandoci alla sola città, nel nostro percorso, non esitiamo a fare della Basilica dell’Annunciazione la nostra prima tappa.
Progettata dall’architetto milanese Giovanni Muzio e realizzata tra il 1960 e il 1969, la basilica si erge imponente tanto da dominare il panorama dell’intera città. Secondo la tradizione qui si trovava la casa di Maria e proprio qui l’arcangelo Gabriele sarebbe apparso alla Vergine per annunciarle che avrebbe concepito il Figlio dell’Altissimo (Lc 1, 31-33).
La chiesa ospita la famosa Grotta dell’Annunciazione o grotta-casa di Maria. Qui i primi cristiani vi realizzarono una sorta di sinagoga per riunirsi e praticare il culto. Di questa sinagoga-chiesa rimane una vasca battesimale, visibile ancora oggi. Essa fu poi sostituita dalla basilica bizantina (V sec.), di cui sono stati rinvenuti alcuni mosaici, ma che non incorporava più la grotta. Nell’XI sec., in pieno periodo crociato, Tancredi vi fece costruire una basilica in stile romanico.
A pochi metri da qui si arriva alla chiesa di San Giuseppe, dove si ritiene si trovasse la casa di Giuseppe. Altri due luoghi, infine, di possibile interesse per il pellegrino cristiano sono: la Fontana della Vergine, sulla via principale della città che conduce a Tiberiade, e la chiesa di San Gabriele.
A Nazareth si trova la casa per il pellegrino Casa Nova, in cui potrai godere dell’accoglienza francescana.
Tempo di soggiorno ideale: 7 giorni
1° giorno: Via Maris, Carmelo
Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio (sal. 83)
Atterrati a Tel Aviv ci trasferiamo attraverso le nuove arterie stradali che riprendono il tracciato dell’antica Via Maris, “autostrada” dell’epoca di Gesù che collegava l’Egitto alla Siria. Si attraversa la pianura di Sharon, con una breve sosta per ammirare i resti dell’acquedotto romano di Cesarea Marittima. Si prosegue fino alla città di Haifa per salire al monte Carmelo. La sosta al Santuario Stella Maris permette di ricordare la figura del grande profeta Elia. Da qui si prosegue per giungere a Nazaret, il fiore di Galilea.
Per visitare la Galilea puoi soggiornare presso Casa Nova (residenza francescana per i pellegrini) a Nazaret.
2° giorno: Nazaret
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo”. (Lc 1, 30-32a)
Si parte davanti alla grande basilica dell’Annunciazione consacrata nel 1969, che racchiude la “grotta venerata”, con resti della casa di Maria di Nazaret. Qui tutto è iniziato a partire dall’annuncio dell’Angelo alla Vergine Maria: “HIC Verbum Caro factum est” cioè il Verbo QUI ha preso la nostra natura umana. Proseguiamo la visita con il Museo dell’antico villaggio dove sono conservati i ritrovamenti degli scavi archeologici effettuati da padre Bellarmino Bagatti. A pochi metri visitiamo la Chiesa della Nutrizione o Casa di S. Giuseppe, luogo dove la tradizione pone la casa della Santa Famiglia, e alla Fontana della Vergine.
Ci si trasferisce attraverso la pianura di Esdrelon a Daburiyyeh, villaggio musulmano ai piedi del Monte Tabor. Saliamo a circa 600 m. di altitudine a bordo di minibus per visitare la Basilica della Trasfigurazione di Gesù.
Al rientro sostiamo al villaggio di Naim, dove Gesù risuscitò il figlio della vedova. Nel rientro a Nazaret ci fermiamo a Cana di Galilea, santuario che commemora il primo miracolo di Gesù durante la nozze. Qui le coppie di sposi rinnovano le promesse matrimoniali.
3° giorno: Lago di Tiberiade
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Mt 4,18
Tutta la giornata è dedicata alla visita dei luoghi legati alla predicazione di Gesù avvenuti intorno al Lago di Tiberiade o Mar di Galilea.
Si inizia da Cafarnao, la “città di Gesù”, dove visitiamo il Memoriale di S. Pietro edificato sui resti della sua casa dove spesso dimorò il Signore del durante il suo ministero in Galilea
“A Cafarnao, della casa del principe degli apostoli fu fatta una chiesa e quelle pareti rimangono ancora oggi così come esse erano…”.
Pietro diacono, monaco benedettino (XII sec)
I francescani che hanno intrapreso gli scavi negli ultimi due secoli hanno evidenziato buona parte della pianta urbana di Cafarnao. Di fronte all’abitazione di Pietro si trova la Sinagoga del V sec. costruita sulle fondamenta di quella del tempo di Gesù.
Spostandoci lungo la strada che costeggia il Lago si intravedono i resti del Santuario antico delle Beatitudini. A breve distanza i due santuari di Tabgha che ricordano la Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci e il Primato di Pietro.
Anche a Tiberiade puoi fermarti a soggiornare presso Casa Nova, la casa per pellegrini dei francescani.
4° giorno: dalla Galilea alla Giudea lungo il Giordano
Lasciamo Nazaret e la Galilea per la Giudea seguendo il corso del fiume Giordano che segna il confine tra Israele, i Territori Palestinesi e il Regno Hashemita di Giordania.
La prima tappa è a Qasr el-Yahud, sulle rive del Giordano, il luogo dove Gesù ricevette il battesimo da Giovanni. Proseguiamo oltre fino a Qumran dove furono rinvenuti i più antichi manoscritti della Bibbia.
A breve distanza raggiungiamo il Mar Morto, grande bacino salato, dove è possibile immergersi nelle acque ricche di sali e minerali noti per le loro proprietà curative.
Entriamo poi a Gerico, la città di Zaccheo e del cieco nato.
Entrato in Gerico, Gesù attraversava la città. Ed ecco un uomo, chiamato Zaccheo, che era sovrintendente degli esattori del fisco e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non ci riusciva a causa della folla perché era piccolo di statura. Corse dunque avanti e per poterlo vedere salì sopra un sicomoro, perché doveva passare di là.
Quando Gesù arrivò sul posto, alzò lo sguardo, e gli disse: Zaccheo, presto, vieni giù perché oggi debbo fermarmi a casa tua. Egli discese in fretta e lo accolse con gioia in casa. E tutti, vedendo ciò, incominciarono a mormorare dicendo: E' andato ad alloggiare in casa di un peccatore. Ma Zaccheo, fattosi avanti, disse al Signore: Ecco, Signore, la metà dei miei beni la dono ai poveri, e a quelli che ho frodato restituisco il quadruplo. Disse allora Gesù a lui: Oggi in questa casa è entrata la salvezza, perché anche lui è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. (Luca 19,1-10)
Dopo il pranzo risaliamo dalla depressione del Mar Morto (400 metri sotto il livello del mare) arrivando al punto più alto, il Monte degli Ulivi a circa 800 m. sopra il livello del mare. Sostiamo a Betania, casa di Lazzaro, Marta e Maria.
Recatosi al sepolcro, Gesù gridò: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti dalle bende e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare!”. (Gv 11, 1-44)
Da Betania ci trasferiamo a Betlemme attraversando in parte la Città Nuova di Gerusalemme.
5° giorno: Betlemme, Ain Karem
Dedichiamo la mattina alla visita di Betlemme.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia. (Lc 2,1-7)
Dalla Piazza della Mangiatoia si entra nella Basilica; scendiamo nella Grotta della Natività e contempliamo il resto della Mangiatoia descritta dai pellegrini. Visitiamo le Grotte dette di S. Girolamo e risaliamo trovandoci nel chiostro crociato.
Lasciamo Betlemme per scendere nella campagna a est fino a Bet Sahur dove i pastori ricevettero l’annuncio dell’angelo. Infine torniamo a Betlemme per prendere parte alla processione quotidiana con i Frati, essa ci conduce di nuovo fino al Presepio del Bambino Gesù.
Dopo pranzo partiamo per Ain Karem. Saliremo al santuario della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta e visiteremo il luogo della nascita di Giovanni Battista, il Precursore di Gesù.
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. (Lc 1,39-41)
Per visitare questi luoghi puoi soggiornare presso Casa Nova (residenza francescana per i pellegrini) di Betlemme.
6° giorno: Gerusalemme (Monte degli Ulivi e Via Dolorosa)
Da Betlemme ci trasferiamo a Gerusalemme. La mattina è dedicata al Monte degli Ulivi. Dopo la visita di Betfage saliamo all’edicola dell’Ascensione. Scendendo sostiamo al Dominus Flevit e poi visitiamo l’Orto degli Ulivi, la Basilica Getsemani, la Grotta del tradimento e la Tomba della Madonna. Dalla valle del Cedron saliamo alla Città Vecchia di Gerusalemme entrando per la Porta dei Leoni. Visitata la Piscina Probatica, iniziamo il cammino di Gesù dai Santuari della Flagellazione seguendo le stazioni della Via Crucis segnalate opportunamente lungo la Via Dolorosa che conduce fino al Calvario o Golgota.
“Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, re dei giudei»”. (Gv 19, 17-19)
L’ultima stazione coincide con il Santo Sepolcro dove fu deposto il corpo di Gesù.
“Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui! Ecco il luogo dove lo avevano deposto”. (Mc 16, 6 -7)
Per visitare la Giudea puoi soggiornare presso Casa Nova (residenza francescana per i pellegrini) a Gerusalemme.
7° giorno: Gerusalemme (Muro del Pianto, Cenacolo e Dormitio)
L’ultimo giorno è dedicato alla zona circostante al Monte del Tempio di Gerusalemme.
Attraversando il suk ci rechiamo al luogo più sacro per gli ebrei, il Muro Occidentale o Muro del Pianto. È un tratto originale del muro di contenimento della spianata del Tempio costruita da Erode al tempo di Gesù. In questo luogo gli ebrei pregano rivolti al Muro in due zone separate per gli uomini e le donne (come in sinagoga). Sarà possibile accedere alla spianata del Monte del Tempio, detta anche delle Moschee (ad esclusione del venerdì e di altre festività islamiche). Considerato tra i luoghi più sacri dell’islam, è chiamato “Haram esh-Sherif” (Nobile Recinto). Sulla sua area, oltre le due grandi moschee (Moschea della Roccia e al-Aqsa), si trovano tempietti, colonnati, minareti e fontane.
Tornati al Muro del Pianto, risaliamo a piedi costeggiando le mura di Solimano il Magnifico e attraversando il quartiere ebraico entriamo dalla porta di Sion. Giungiamo alla Basilica della Dormitio Mariae, memoria del Transito della Madonna e alla Sala del Cenacolo. In questo luogo Gesù volle fosse preparata la Pasqua, la sua Ultima Cena; qui lavò i piedi ai suoi discepoli e istituì l’Eucarestia e il sacerdozio. In questo luogo i discepoli radunati “per paura dei giudei” ricevettero il dono dello Spirito Santo.
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. (At 2,1-4)
Il Pellegrinaggio si conclude con la visita ad Emmaus dove la tradizione colloca la memoria della manifestazione del Signore risorto ai due discepoli di Emmaus, Cleofa e Simeone.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. (Luca 24,13-35)
Si legge nelle antiche cronache di viaggio che fosse responsabilità diretta del Guardiano del Convento di Gerusalemme, chiamato anche Custode di Terra Santa, recarsi fino a Jaffa per accogliere i pellegrini. Qualora non potesse andare personalmente, era sua premura inviare un proprio rappresentante, esperto ed affidabile, in quanto il tragitto era pericoloso e reso complicato da numerose circostanze. Una volta giunti a Gerusalemme, i pellegrini trovavano ospitalità tra le mura del convento francescano e buoni consigli su come muoversi in Terra Santa.
Per secoli, i Francescani furono anche le guide dei pellegrini in tutti gli aspetti del pellegrinaggio: biblico-spirituale, logistico, burocratico, politico, ecc.
Ancora oggi numerosi frati si dedicano al servizio di accoglienza e accompagnamento dei pellegrini; tuttavia, considerato il crescente numero di fedeli che ogni mese giunge in Terra Santa, non è più possibile rispondere come in passato alle esigenze di tutti.
È rimasta però, immutata, un’abitudine: l’incontro dei pellegrini con il Padre Custode di Terra Santa o con uno dei suoi rappresentanti. Gli incontri con i Francescani che vivono in Terra Santa aiutano a capire meglio la realtà dei Luoghi Santi e la situazione dei cristiani, le “pietre vive” che vivono qui.
L’usanza è quella di venire accolti dai frati della Custodia che parlano la lingua dei pellegrini: in questo modo si facilita la comunicazione e si offre un migliore servizio di ospitalità e benvenuto.
Generalmente, questi incontri - con il Custode, il suo Vicario o con i frati della Custodia, a seconda degli impegni e della disponibilità - si tengono a Gerusalemme, presso il convento di San Salvatore.
Incontrare la Custodia durante il pellegrinaggio in Terra Santa non solo aiuta a comprendere il legame speciale che la storia ha plasmato tra l’Ordine dei Frati Minori e i luoghi della Salvezza, ma permette di guardare la realtà di questa terra e la sua gente attraverso gli occhi di chi la custodisce e la ama.
Jaffa Gate, Omar Ibn el Qattab Sq.
P.O.B. 14308
9114201 Jerusalem
Tel.+972-2-6272692
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