La speranza di raggiungere Cristo nella gloria | Custodia Terrae Sanctae

La speranza di raggiungere Cristo nella gloria

Ascensione del Signore Gesù – Anno A

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

At 1,1-11, Ef 1,17-23, Mt 28,16-20

“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” Mt 28,20

La solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo costituisce la seconda tappa degli avvenimenti pasquali. Ci fa cogliere che la risurrezione di Gesù culmina nella sua esaltazione, cioè nel suo innalzamento alla destra del Padre col suo corpo di risorto e ci prepara a ricevere il dono dello Spirito che progressivamente trasforma anche la nostra vita in un’esistenza da risorti. In questo senso l’Ascensione di Gesù al cielo ci fa capire il fine dell’incarnazione e della passione-morte-risurrezione di Gesù: Egli si è fatto uomo perché l’uomo potesse essere elevato alla gloria ed alla comunione con Dio. Il dono dello Spirito è finalizzato a questo. Il brano tratto dagli Atti degli Apostoli ci aiuta a cogliere questi diversi aspetti. Narra infatti che Gesù, dopo la sua risurrezione, è apparso ai suoi apostoli per quaranta giorni (numero che indica una quantità di tempo completa e sufficiente per un’esperienza significativa), parlando con loro del regno di Dio (cioè dell’intervento di Dio nel mondo e nella storia per rinnovarli), promettendo loro il dono dello Spirito, per poi staccarsi da loro “fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi”.

L’Ascensione di Gesù al cielo segna anche il passaggio dal tempo del Figlio al tempo dello Spirito e della Chiesa. Tutta la vita e la missione terrena di Gesù in quanto Figlio di Dio incarnato si è svolta sotto l’azione dello Spirito (cfr. l’annuncio a Maria, il battesimo al Giordano, la sua risurrezione). Questo stesso Spirito viene comunicato alla Chiesa proprio perché continui la missione del Figlio. Il tempo della Chiesa in realtà è il tempo nel quale lo Spirito Santo fa maturare nel corpo dell’umanità gli stessi sentimenti filiali che hanno animato la vita di Gesù, cosicché l’umanità si renda disponibile all’incontro filiale col Padre. Quando l’umanità sarà matura per la manifestazione definitiva del regno di Dio e per la comunione piena con Dio, allora Gesù Cristo ritornerà.

Un terzo aspetto da cogliere nella festa dell’Ascensione, legato peraltro strettamente al precedente, è che non possiamo determinare né conoscere la durata del tempo dello Spirito, del tempo della Chiesa, del tempo che va dall’Ascensione di Cristo al suo ritorno finale. Questo per una ragione molto semplice: Dio accetta, nel corso della storia, di essere “rallentato” dalla nostra libertà. Alla fine però: l’umanità maturerà i sentimenti del Cristo; l’azione dello Spirito certamente prevarrà su qualunque azione contraria e riuscirà a trasformare l’umanità e il creato facendoli pienamente partecipi della Pasqua di Gesù; di sicuro il Cristo tornerà ed entreremo nella comunione di Dio anche col nostro corpo ormai trasfigurato dalla potenza pasquale dello Spirito Santo e tutto il Corpo di Cristo che ha attraversato la storia si riunirà al suo Capo che lo ha preceduto nella gloria.

Come Chiesa e come singoli cristiani rallegriamoci perciò dal profondo del cuore, come ci suggerisce la liturgia odierna: “Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria”.

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa