Giovanni è il suo nome | Custodia Terrae Sanctae

Giovanni è il suo nome

Omelia Nascita di s. Giovanni Battista

Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

1. Carissime sorelle, carissimi fratelli,

il Signore vi dia pace!

Siamo riuniti per celebrare assieme la solennità della nascita di s. Giovanni Battista, nel luogo in cui, secondo la tradizione, questa nascita è avvenuta. È una festa bella e importante, che ci aiuta ad approfondire, attraverso la figura di Giovanni Battista, anche il senso profondo della nostra vita e della nostra vocazione. Lo faremo in tre passaggi:

- la nascita miracolosa e il senso del nome, una vita all’insegna del dono;

- la vocazione e la missione del Precursore, tutto ruota attorno a Gesù;

- il senso della lode e della benedizione che accompagna questa nascita. 

2. Anzitutto la nascita miracolosa e il senso del nome. Tutti sappiamo dal racconto evangelico che Giovanni è “un regalo di Dio”, un dono gratuito che il Signore fa a Zaccaria ed Elisabetta, una coppia sterile e ormai anziana. E il nome Giovanni significa proprio questo “Dono di Dio”.

Questo semplice spunto iniziale ci ricorda che la vita è dono di Dio, come ha suggerito anche il Salmo con parole poetiche molto belle. Ma questo spunto iniziale ci ricorda anche che l’iniziativa della salvezza è di Dio. È anzitutto Lui a portare avanti la sua opera di salvezza e lo fa nonostante le nostre resistenze, e lo fa nonostante in certi momenti – come Zaccaria – non abbiamo la capacità di fidarci di Lui. Ricordiamoci che questo vale anche per ognuno di noi. La nostra stessa vita è un regalo, un dono di Dio, un segno che Dio vuole operare anche attraverso ciascuno di noi qualcosa di significativo.

3. Seconda sottolineatura: la vocazione e la missione del Precursore è tutta relativa a Gesù, ce lo ha ricordato la II lettura, richiamando la missione del Battista. Noi lo ricordiamo ogni mattina cantando il benedictus, dove ricordiamo che questo bambino avrà da preparare la strada davanti a Gesù perché il popolo possa conoscere la salvezza. Lo ricorderà lo stesso Giovanni, quando ai primi discepoli indicherà Gesù “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” e lo ricorderà anche quando dirà: “Lui deve crescere, io invece diminuire”.

Anche in questo secondo tratto c’è un aspetto che ci riguarda: ciò che noi siamo chiamati a fare non è metterci al centro e attirare a noi le persone, ma essere come il Battista un dito capace di indicare Gesù, una parola capace di orientare a Gesù. 

Quanto è importante che impariamo da Giovanni Battista a vivere la nostra vocazione in modo corretto. Quando riceviamo il dono di una vocazione e di una missione particolare non è per gratificare il nostro narcisismo, ma è Gesù che deve rimanere al centro della nostra vocazione e della nostra missione!

Qui siamo anche in una casa di formazione: quanto è importante che prendiamo Giovanni Battista come esempio di formatore. Impariamo da lui a indicare Gesù, impariamo da lui ad operare in modo tale che Gesù cresca nella vita dei nostri fratelli e noi un po’ alla volta invece diminuiamo. Impariamo a non legare a noi coloro che ci sono affidati, perché è a Gesù che devono legarsi sempre più in una relazione personale di amore.

4. Il terzo aspetto è il senso di lode e di benedizione che accompagna questa nascita. Appena si scioglie la lingua di Zaccaria, la sua bocca si apre e parla benedicendo Dio. Il suo canto di benedizione è il canto che facciamo ogni mattina, il Benedictus. 

Badate bene, è fondamentale avere questa capacità di riconoscere quel che Dio fa, perfino nonostante le nostre resistenze e mancanze di fede, ed è importante passare dal riconoscere al benedire Dio. Dio agisce nella storia, anche nei momenti in cui la storia ci sembra una notte oscura. Dio opera nella nostra vita, anche quando la nostra vita sembra qualcosa di piccolo e di insignificante. Impariamo a riconoscere la presenza e l’azione di Dio in noi, nella realtà in cui viviamo, nel tempo e nel luogo in cui ci è data la grazia di vivere. Impariamo a vivere con riconoscenza e a benedire. È bellissimo benedire, ed è molto importante, perché significa vedere la realtà e la vita con gli occhi di Dio, che continuamente ci benedice. Altrimenti nemmeno esisteremmo.

5. Chiediamo oggi l’intercessione di s. Giovanni Battista, per riuscire anche noi ad accogliere la nostra vita per quello che è: un dono meraviglioso e gratuito di Dio, che ci è stato fatto attraverso i nostri genitori.

Chiediamo la sua intercessione per riuscire a vivere la nostra vocazione e la nostra missione, che è quella di indicare Gesù e guidare all’incontro con Lui, e saper fare anche un passo indietro, perché è bene che Lui cresca nella vita delle persone che amiamo e noi diminuiamo.

Chiediamo infine di saper vivere con un cuore riconoscente e di saper continuamente esprimere la nostra riconoscenza attraverso la lode e la benedizione al Signore.

Fra Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa