50° p. Halim Noujaim | Custodia Terrae Sanctae

50° p. Halim Noujaim

Omelia

1. Carissimo p. Halim,
a nome di tutti i frati della Custodia di TS Le porgo le felicitazioni per il Suo giubileo sacerdotale. È occasione di grande gioia poter festeggiare questo traguardo ed è occasione per dar lode all’Altissimo, onnipotente e buon Signore, che sta all’origine di ogni vocazione ed è la sorgente della fedeltà, perché Egli è il Signore misericordioso e fedele.
Penso che in questa celebrazione, carissimi fratelli e sorelle, sia importante proprio celebrare la fedeltà del Signore che ha chiamato tanti anni fa p. Halim alla vita religiosa nel nostro Ordine dei Frati Minori e lo ha poi arricchito ulteriormente con la chiamata al sacerdozio.
Penso che lo stesso p. Halim potrebbe ripercorrere la propria vita, come fa san Francesco d’Assisi nel suo Testamento, e raccontarci i vari passaggi del Signore nella sua vita, i tanti momenti in cui ha sperimentato la vicinanza, la misericordia, la fedeltà, il sostegno del Signore. E penso che per ognuno di questi momenti noi potremmo ripetere il ritornello contenuto nel Salmo 135 (136): “Eterno è l’amore fedele del Signore per noi”.

2. Quando leggiamo e meditiamo gli Scritti di san Francesco troviamo spunti di spiritualità sacerdotale molto bella. Lui che non era sacerdote ci ricorda quanto sia importante e bella la vocazione al sacerdozio e quanto sia grande la dignità che il Signore ci ha donato donandoci questa chiamata. Nel Testamento ci ricorda il legame tra il sacerdote e la Chiesa, nelle Lettere ci ricorda quanto abbiamo bisogno dell’Eucaristia e del perdono che Dio ci offre attraverso le mani e le parole del sacerdote, ci ricorda che il Figlio di Dio che si è fatto piccolo incarnandosi nel grembo della Vergine Maria continua a farsi piccolo e a rendersi presente sull’altare nelle mani del sacerdote. 
Come sono belle e profonde le parola che il Serafico Padre ci scrive nella sua “Lettera a tutto l’Ordine”, invitandoci a vivere secondo la dignità che il Signore ci ha concesso nella vocazione al sacerdozio (cfr LOrd 14-29). Permettetemi di rileggerle insieme a voi e di lasciarle risuonare in occasione di questo giubileo sacerdotale: “Prego nel Signore tutti i miei frati sacerdoti, che sono e saranno e desiderano essere sacerdoti dell'Altissimo, che ogniqualvolta vorranno celebrare la Messa, puri e con purezza compiano con riverenza il vero sacrificio del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, con intenzione santa e monda, non per motivi terreni, né per timore o amore di alcun uomo, come se dovessero piacere agli uomini. Ma ogni volontà, per quanto l'aiuta la grazia divina, si diriga a Dio, desiderando di piacere soltanto allo stesso sommo Signore, perché nella Messa egli solo opera come a lui piace”.
E poco dopo aggiunge: “Ascoltate, fratelli miei. Se la beata Vergine è così onorata, come è giusto, perché lo portò nel suo santissimo grembo; se il Battista tremò di gioia e non osò toccare il capo santo del Signore; se è venerato il sepolcro, nel quale egli giacque per qualche tempo; quanto deve essere santo, giusto e degno colui che tocca con le sue mani, riceve nel cuore e con la bocca ed offre agli altri perché ne mangino, Lui non già morituro, ma in eterno vincitore e glorificato, sul quale gli angeli desiderano volgere lo sguardo (1Pt 1,12)!
Guardate la vostra dignità, fratelli sacerdoti, e siate santi perché egli è santo (Cfr. Lv 19,2). E come il Signore Iddio vi ha onorato sopra tutti gli uomini, con l'affidarvi questo ministero, così anche voi più di tutti amatelo, riveritelo e onoratelo. È una grande miseria e una miseranda debolezza, che avendo lui così presente, voi vi prendiate cura di qualche altra cosa in tutto il mondo”.
E infine il Serafico Padre conclude questa sezione con un invito che non è solo per i sacerdoti ma per ogni uomo e ogni donna in questo mondo. È un invito appassionato che ci tocca il cuore: “Tutta l'umanità trepidi, l'universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull'altare, nella mano del sacerdote, è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo (Gv 11,27).
O ammirabile altezza e stupenda degnazione! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane!
Guardate, fratelli, l'umiltà di Dio, ed aprite davanti a lui i vostri cuori (Sal 61,9); umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati (Cfr. 1Pt 5,6; Gc 4,10). Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga colui che tutto a voi si offre”.

3. Ho iniziato esprimendo le felicitazioni della Custodia a p. Halim, ora vorrei terminare esprimendogli il ringraziamento della Custodia:
Grazie, carissimo p. Halim, per aver risposto con generosità alla vocazione che il Signore ti ha donato. Grazie per aver risposto lungo questi 50 anni di vita sacerdotale. Grazie per aver risposto attraverso i tanti servizi che ti sono stati richiesti, e che hai svolto con generosità. Grazie per gli anni spesi nella scuola e nell’insegnamento; grazie per le energie profuse nel governo custodiale e regionale, grazie per l’impegno nel dialogo interreligioso per costruire ponti di pace.
Il Padre celeste, che vede nel segreto e che non dimentica nessun servizio né nessun gesto compiuto per amore suo, La ricompensi con la Sua benedizione, La ricolmi di ogni grazia, Le doni salute e La sostenga nel continuare a vivere e testimoniare la vocazione francescana e sacerdotale, nella Chiesa, per il bene dei fratelli e la salvezza dell’umanità. Così sia.


Fra Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa