Del luogo dove Gesù si manifestò dopo la risurrezione a due discepoli, di cui uno di nome Cleofa, il Vangelo precisa il nome (Emmaus), la qualifica (villaggio) e la distanza da Gerusalemme (60 stadi, secondo i migliori codici, corrispondenti a 11 km).
Nonostante queste precisazioni, in diversi tempi, si sono avuti vari pretendenti al titolo di luogo autentico della Emmaus evangelica: di questi el-Qubeibeh ha portato attraverso gli ultimi 700 anni il rivolo della tradizione fino ai nostri giorni.
La chiesa antica, a partire dal III secolo (Origene, Eusebio, Girolamo ecc.), identificò invece il villaggio di Cleofa con la città di Emmaus (Nicopolis, dal 70 d. C.), ricordata nella storia dei Maccabei (1Mac 3,40.57; 4,3; 9,50). Occorre notare che il nome del luogo corrispondeva bene, ma la qualifica e la distanza no, perciò si trova in alcuni codici biblici 160 stadi (corrispondenti a 30 km).
Nel periodo crociato (XII sec.) si ricercò un luogo alla distanza giusta da Gerusalemme e fu così proposto il castello di Fontenoid (antica Kiriat-Iearim, odierna Abu Gosh), ma la nuova localizzazione non ebbe modo di attecchire, come invece avvenne per quella di el-Qubeibeh, che rimase l’unica a partire dal sec. XIV e che anche i francescani seguirono. La situazione topografica del villaggio, collocato su una delle strade che salivano a Gerusalemme, può avere certamente influito nella scelta del luogo, così come la possibile persistenza di tradizioni popolari.