Venerdì Santo, il trionfo della Croce | Custodia Terrae Sanctae

Venerdì Santo, il trionfo della Croce

In questo Venerdì Santo, « le porte rimarranno aperte solo pochi minuti per chi desidera assistere alla celebrazione, ma non per la visita», annunciava Fra Athanasius, alle sette del mattino, sul piazzale del Santo Sepolcro.
Il Patriarca Fouad Twal, con il corteo francescano, ha fatto il suo rapido ingresso; subito dopo le grandi porte della Basilica sono rimaste chiuse durante le tre della celebrazione del Passio Christi.
Al Calvario, lo spazio troppo esiguo per accogliere i numerosi fedeli, è stato velocemente riempito dal clero, dal coro della Custodia e dai pochi fortunati che hanno potuto aprirsi un varco fin lì.
Mentre iniziava la lettura cantata della Passione in latino, i fedeli si sono dispersi nella Basilica semivuota, cogliendo l’opportunità di sostare a lungo, inginocchiati davanti alla pietra dell’unzione. Nella Basilica risuonano soltanto, a volte all’unisono a volte in canone, le voci dei latini e dei copti ortodossi che celebrano anch’essi la Passione, seduti sui tappeti posti attorno alla loro piccola cappella, attigua al Sepolcro.

Sotto le volte della cappella francescana della Crocifissione, in ginocchio, si venerano le reliquie della Santa Croce. Fra Antonio, seminarista originario della Croazia, spiega: «È un momento trionfante poiché Gesù nel Vangelo regna su questa croce. È stato elevato qui e, quando m’inchino, non sento solo la sofferenza del Cristo, ma anche una profonda consolazione per tutti gli uomini».
Questa stessa consolazione i fedeli della Parrocchia di Gerusalemme e, più tardi i frati, la rivivranno uniti all’immensa folla che oggi percorre la Via Dolorosa.

Mentre al Santo Sepolcro si sta ancora celebrando la Passione di Cristo, le strade di Gerusalemme, sono affollate dagli innumerevoli cortei che percorrono la Via Dolorosa fino alla Basilica. In questo Tempo Forte del Triduo pasquale, è difficile raccogliersi in preghiera e ricordarsi delle sofferenze di Cristo. L’Esercito israeliano e la Polizia municipale bloccano le strade per regolare il flusso dei pellegrini; fa molto caldo e l’aria è soffocante. Bisogna fare molta attenzione a non lasciarsi calpestare, perché si è travolti da una ressa impossibile da controllare. In queste situazioni corpi e fervore si scontrano.

Le processioni si susseguono, ma non si uniscono. Miriadi di croci invadono Gerusalemme, così come decine di abiti e riti diversi. La Città Santa diventa, più che mai, una torre di Babele, dove s’incontrano e si scontrano popoli e tradizioni. La coabitazione non è sempre pacifica, nemmeno in questo giorno.
Nei pressi della Nona Stazione, i pellegrini ortodossi di due processioni vengono alle mani; la tensione sale più volte tra i militari israeliani e i Palestinesi di Gerusalemme. Verso mezzogiorno, la processione dei Francescani della Custodia di Terra Santa sembra più calma, almeno tra i frati. Dietro di loro, ognuno cerca di aprirsi un passaggio.
« La smetta di sorpassarmi! Ero qui prima ! », grida una turista a un giovane uomo.
« E io sono uno Scout di Gerusalemme, qui sono a casa mia ! » gli risponde il giovane, infastidito.
Nel pomeriggio, si assiste a uno spettacolo grottesco. Un uomo panciuto, vestito con un pareo sporco e coperto di falso sangue, con una parrucca in testa, imita Gesù. È accompagnato da una folla variopinta: due guardie vestite da romani, con armatura ed elmo piumato, alcune donne indossano presunti vestiti « orientali », dai colori sgargianti e ciondoli di plastica. Una vera messinscena che sembra uscita da una cattiva produzione hollywoodiana.
I Francescani, intanto, sono arrivati nella Basilica e si raccolgono in preghiera.

Ma le celebrazioni continuano.
La più suggestiva per questo Venerdì Santo sarà celebrata, la sera, nella Basilica del Santo Sepolcro, con i Funerali di Cristo.
Una liturgia simile sarà celebrata, qualche ora prima, nell’affollata Parrocchia di San Salvatore, dove i fedeli pregheranno per i fratelli della Siria.

Sono le venti e dieci, il corteo dei Francescani è pronto per partire da San Salvatore, ma la polizia, che deve fendere la folla, è stata informata del ritardo di un rito che si sta svolgendo al Santo Sepolcro. Pazienza !
Quando finalmente il corteo arriva, la Basilica è piena zeppa.
Al momento della cerimonia, una croce con il Cristo è portata in processione fino al Calvario, poi alla pietra dell’unzione.
Fedeli alla tradizione, il corpo è deposto, steso su un bianco lenzuolo, unto dal Custode e poi portato nella tomba.
La folla è isterica, fa chiasso e cerca di toccare quel corpo che ricorda come Cristo ha dovuto conoscere la morte.
I Francescani, imperterriti, continuano le loro preghiere; sono abituati al posto e sorridono di fronte a tali eccessi.
«È così, è il Santo Sepolcro. Bisogna che ci sia Vita; se non c’è qui, non può esserci in alcun altro posto» commenta uno dei sacrestani, mentre sorveglia un gruppo di pellegrini che si sono messi in piedi, in equilibrio, sulle transenne di sicurezza! I pellegrini escono dalla Basilica; agitazione e promiscuità lasciano il posto alla dolcezza di questa serata d’aprile e, nel giro di poche ore, Gerusalemme ritrova la sua calma notturna.

A mezzanotte, Porta Nuova viene chiusa dalla Polizia, già impegnata a fermare l’orda di pellegrini che cercheranno, con tutti i mezzi e attraverso tutti gli ingressi della città, di recarsi alla Basilica per il rito del Sacro Fuoco.