San Cleofa festeggiato ad Emmaus Qubeybeh | Custodia Terrae Sanctae

San Cleofa festeggiato ad Emmaus Qubeybeh

Per festeggiare san Cleofa (il 25 settembre) i francescani di Terra Santa si sono recati in pellegrinaggio ad Emmaus Qubeybeh, l’ultima domenica di settembre. Chi è Cleofa e cos’è questa Emmaus?

Un fascicolo di Fra Sabino de Sandoli, pubblicato nel 1968 e spesso riedito, riassume in maniera eccellente i dati conosciuti. Ci insegna che secondo Eusebio di Cesarea (circa 265-339) che cita Egesippo (nato verso il 115 a Gerusalemme e morto nel 180), Cleofa sarebbe il fratello di san Giuseppe, sposo della Vergine Maria. Questo fa di lui lo zio di Gesù. Egli sarebbe morto lapidato sulla soglia della sua casa confessando che Gesù era il Messia annunciato dai profeti. Gli evangelisti lo citano come uno dei due discepoli che incontrarono Gesù sulla strada di Emmaus, la sera della risurrezione. Quanto al secondo discepolo, il cui nome non ci è trasmesso dai vangeli, Fra Sabino ci riferisce che, secondo Origene, si tratterebbe di un figlio di Cleofa: Simone «fratello del Signore», cioè suo cugino.

Ma ci chiediamo: verso quale Emmaus stavano camminando i due discepoli, dato che le guide di Terra Santa ci indicano tre luoghi che si chiamano Emmaus? Fra Sabino ci indica tre strade che i discepoli di Emmaus avrebbero potuto prendere. Secondo lui, essi avrebbero scelto la seconda strada, quella che passa a sud della collina di Nebi Samuel e che, sebbene scomoda, sarebbe stata una scorciatoia per i pedoni.

È su questa seconda strada che i francescani s’installarono nel XV secolo. Nel 1861 essi acquistarono una chiesa in rovina, che ricostruirono nel 1902. Secondo le loro scoperte le rovine corrispondono ad una basilica del tempo dei crociati. Sono stati trovati i resti di una costruzione più antica: una chiesa d’epoca bizantina o casa d’epoca romana, qualificata come «casa di Cleofa». Nel 1943 i francescani italiani, imprigionati dai Britannici durante la Seconda Guerra mondiale, iniziarono degli scavi che hanno provato che il sito era occupato dall’epoca ellenistica.

Per i francescani i testi stessi del vangelo corroborano la tesi che si tratterebbe proprio dell’Emmaus biblica. San Luca scrive nel suo vangelo (24,13) «verso un villaggio», in greco « εις κωμην » che il testo latino traduce «in castellum ». Ora nel villaggio di Emmaus c’era una fortezza romana, chiamata « Castellum Emmaus » scoperta nel 1099 dai crociati, che la chiamarono la «piccola maomeria» (= piccola moschea), per distinguerla dalla città di Ramallah, chiamata la «grande maomeria» (= grande moschea). Questo nome lascia intendere che si trattava di un luogo di preghiera; ed è chiamato Qubeybeh per la prima volta in questa stessa epoca. È designato come l’Emmaus biblica per la prima volta nel 1280. Il fascicolo di Fra Sabino continua le sue spiegazioni fornendo le indicazioni per la visita del sito, chiesa e campo degli scavi. Poi offre alcune riflessioni sull’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus.

Ai nostri giorni due frati francescani abitano il convento, vigilanti in preghiera su questo luogo santo e pronti ad accogliere i gruppi. Alcuni si avventurano ancora a Qubeybeh, sebbene il villaggio, in territorio palestinese, sia diventato di più difficile accesso, poiché la strada d’accesso principale è stata chiusa dall’esercito israeliano. Tuttavia il padre Marius Deschênes ci ha segnalato: « il mese scorso abbiamo accolto 5 gruppi nello stesso giorno. Non accadeva da cinque anni». «Non si può parlare di regolarità - continua - ma dei gruppi continuano a venire». Domenica, mentre i francescani si apprestavano a celebrare, un gruppo anglofono concludeva la sua messa nella cappella detta dei crociati.

Accolti dal padre guardiano, Franciszek Wiater, dopo aver condiviso il Pane della Vita, durante la Messa presieduta dal Custode Pierbattista Pizzaballa, i frati hanno condiviso un pasto, nella gioia di riconoscerLo. Un pasto condiviso anche con l’unica famiglia cristiana del villaggio e con alcuni laici e religiosi venuti da Gerusalemme.

MAB

Référence du fascicule : Sabino de Sandoli, Emmaüs, Franciscan Printing Press. Le fascicule existe en italien, anglais et allemand.