Raccogliere le olive dell’orto sacro | Custodia Terrae Sanctae

Raccogliere le olive dell’orto sacro

“Sono di Modena e sono qui in pellegrinaggio in Terra Santa per la prima volta”.

DIEGO DELLA GASSA
Resp. Romitaggio Getsemani
“Per noi raccogliere significa raccogliere dei frutti. C’e’ un passo dove Gesu’ , in Samaria dice: chi raccoglie, raccoglie frutti di vita eterna”

“Questa e’ la prima volta che ho la grazia di poter raccogliere le olive nel Getsemani”.

E’ un rito che sa di antico, di tradizione. La raccolta delle olive al Getsemani arriva ogni anno, puntuale. Per tutto il mese d’ottobre i 300 alberi d’ulivo nel giardino che ha visto Gesu’ piangere prima della condanna sono stati “spogliati” dei loro frutti. Tanti i volontari che hanno faticato sotto un sole ancora estivo per raccogliere quelle olive preziose nel romitaggio. E il cogliere le olive dagli antichissimi alberi dell’orto sacro porta anche un significato piu’ profondo. Padre Diego lo rivela partendo dalle origini ebraiche di questo luogo sacro.

DIEGO DELLA GASSA
Resp. Romitaggio Getsemani

“Getsemani, non dimentichiamolo, deriva dall’erbaico Gat-shenim, frantoio dell’olio, la vita di Gesu’ qui esprime il dono piu’ profondo. E’ come se lui stesso si fosse fatto schiacciare per donare la sua vita e dunque noi raccogliendo le olive ricordiamo questo dono grande che il Signore ha fatto, che si adempiono le scritture.

E basta una giornata, o solo qualche ora, per diventare in qualche modo partecipi di questa raccolta. Tra lo stupore dei pellegrini, i volontari si arrampicano sugli alberi. Le olive raccolte verranno trasformate in parte nell’Olio del Getsemani, mentre i noccioli verranno lavorati, fino a diventare dei rosari, in vendita per i pellegrini che passano da questa terra.

“E’ un’esperienza di fronte alla quale mi trovo qua ma quasi impreparata”

“Un privilegio e una grnadissima reponsabilita’ perche’ nella vita non capita cosi’ frequentemente e sentire la presenza del Singore che sicuramente ha guardato questi alberi e avra’ colto qualche oliva...”