Pentecoste, la memoria del dono dello Spirito si celebra al Cenacolo | Custodia Terrae Sanctae

Pentecoste, la memoria del dono dello Spirito si celebra al Cenacolo

Gerusalemme, 12 giugno 2001

“Mentre il giorno della Pentecoste volgeva al suo termine, ed essi stavano riuniti qui, in questo stesso luogo, d’improvviso vi fu dal cielo un rumore, come all’irrompere di un vento impetuoso, che riempì tutta la casa in cui si trovavano. Apparvero ad essi delle lingue come di fuoco che si dividevano e che andarono a posarsi su ciascuno di essi”.

Negli Atti degli Apostoli, così è raccontata la discesa dello Spirito Santo sui discepoli rinchiusi al Cenacolo nel cinquantesimo giorno dopo la Resurrezione. In quello stesso luogo, duemila anni dopo, si fa memoria del dono dello Spirito, che agli Apostoli di Gesù diede il potere di esprimere la Buona Novella così che tutti la potessero comprendere.

“Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei devoti, provenienti da tutte le nazioni del mondo”. Da molte nazioni arrivavano anche i pellegrini raccolti nella sala del Cenacolo nel pomeriggio della domenica di Pentecoste.
Il luogo che la tradizione identifica come sede dell'Ultima Cena e, appunto, del dono dello Spirito Santo, è oggi di proprietà ebraica. Aperto alla preghiera e alla visita quotidiana, solo nei giorni di Giovedì Santo e Pentecoste può diventare sede di celebrazioni e offici religiosi. Domenica, il Padre Custodefra Pierbattista Pizzaballa – ha guidato dunque la processione dei francescani e presieduto al Cenacolo la recita dei Vespri. Tante lingue diverse - come tanti erano i presenti - che si sono mescolate e accompagnate l’una all’altra durante la recita ad alta voce del Padre Nostro.

Nel corso di tutta la domenica, si sono susseguite in lingue diverse anche le Messe celebrate fin dal mattino presto al “Cenacolino”, la Chiesa del convento francescano che sorge a pochi metri dal Cenacolo.

Testo di Serena Picariello
Foto di Mab e Thomasz Dubiel