Le professioni solenni di Fr. Clovis e Fr. Eduardo al Getsemani | Custodia Terrae Sanctae

Le professioni solenni di Fr. Clovis e Fr. Eduardo al Getsemani

Gioia e commozione trasparivano dai loro volti durante l’ingresso in chiesa. Un sorriso e una lacrima trattenuta a fatica hanno accompagnato Fr. Clovis e Fr. Eduardo all’inizio di una celebrazione importante: quella delle loro professioni solenni. I due giovani frati della Custodia le hanno pronunciate il 7 ottobre nella Basilica dell’Agonia al Getsemani. Davanti alla fraternità, davanti alle loro famiglie hanno abbracciato con gioia la chiamata alla vita consacrata francescana per sempre.
Il Custode di Terra Santa Fr. Francesco Patton ha presieduto la celebrazione nell’affollata chiesa di parenti, familiari e amici provenienti da diversi parti del mondo, essendo i due originari di Messico e Brasile.

Nell’omelia Fr. Patton ha parlato innanzitutto del luogo in cui si sarebbero prostrati i frati: «È un privilegio prostrarsi sulla roccia dove lo stesso Gesù si è prostrato e ha pregato con le stesse parole che ha insegnato a noi: “sia fatta la tua volontà”».
Si è soffermato poi sulle promesse definitive a seguire le orme di Gesù, a osservare il Vangelo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità, come suggerisce l’inizio della regola non Bollata. Il Custode ha passato in rassegna ogni punto:«Osservare il Vangelo di Gesù significa rimanere con lo sguardo fisso su di lui, lasciarsi impregnare dalla sua parola, in modo da cambiare la nostra mentalità»; «vivere in obbedienza sta al cuore dell’osservare il Vangelo»; «vivere senza nulla di proprio ci rende liberi di non appropriarci di cose e di luoghi, di punti vista e posizioni acquisite»; «la castità è un dono grande perché educa ad amare con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutta l’intelligenza, tutte le forze, tutto lo slancio, tutto l’affetto, tutti i sentimenti più profondi».

Fr. Clovis e Fr. Eduardo hanno pronunciato con fede - e un pizzico di commozione - le loro promesse, ognuno nella loro lingua madre, rispettivamente portoghese e spagnolo. «Sì, lo voglio», hanno detto tra l’emozione di tutti. Sono stati poi invocati i santi nelle litanie e i due frati si sono prostrati a terra sulla roccia del Getsemani. Un abbraccio fraterno da ogni frate è arrivato a sugellare il momento: così la fraternità della Custodia di Terra Santa ha accolto ufficialmente i nuovi professi solenni. Sull’altare si sono susseguiti per le congratulazioni uno dopo l’altro i religiosi amici di una vita, compagni di percorso, nuovi fratelli di fede.
«Vorrei ringraziare Dio che ci ha preso piuttosto giovani e molto lontani - ha detto Fr. Eduardo a nome di entrambi prima della benedizione -. Così lontani che a volte abbiamo dubitato se saremmo mai arrivati in Terra Santa. Ma niente è impossibile è Dio e prova di ciò è questo evento definitivo per la nostra vita». Dopo aver ringraziato tutti i maestri e formatori incontrati lungo il cammino, ha speso parole di gratitudine per la fraternità, gli amici e la famiglia, il Custode Fr. Francesco Patton e l’Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino Pierbattista Pizzaballa, loro fratello in Cristo per diversi anni.

La festa si è poi spostata nel giardino del Getsemani, animata dalla proverbiale allegria sudamerica, con musica, cibo e gioia. I due frati continueranno ancora lo studio della teologia per diventare diaconi e sacerdoti, se Dio vorrà. Intanto, però, hanno raggiunto il traguardo più importante per i frati francescani.
Fr. Clovis ha commentato incredulo: «Questo giorno per me sembrava quasi irraggiungibile in certi momenti del percorso vocazionale. Piano piano si è trasformato in realtà nella gradualità della formazione, nella presenza di Dio nella nostra vita. Vederlo arrivare è una sorpresa, dopo otto anni di formazione. È bellissimo ed è per tutta la vita».
Anche per Fr. Eduardo il percorso vocazionale è durato molto: nove anni per l’esattezza. «È da tutta la vita che aspettavo che arrivasse questo giorno - ha detto il frate -. Mentre dicevo la professione, mi sono ricordato di tutto quello che avevo passato, sofferto, tutto che lasciavo. Mi sono ricordato di quando mio padre mi aveva detto “Figlio mio, ti consegno al tuo vero padre”». A undici anni Fr. Eduardo ha sentito la vocazione e a diciassette anni è entrato nella Custodia di Terra Santa. «Per me non c’è nient’altro di più bello di questa pienezza della vita religiosa - ha detto sorridendo - Ormai siamo frati per tutta la vita».

Beatrice Guarrera