La Madonna in mezzo ai cactus | Custodia Terrae Sanctae

La Madonna in mezzo ai cactus

La Custodia francescana di Terra Santa ha accolto la conferenza “La Madonna in mezzo ai cactus”, che si è tenuta nel convento di San Salvatore, e che è stata patrocinata e organizzata dall’Istituto Yad Ben Zvi di Gerusalemme.

La conferenza ha avuto luogo il 15 aprile e ha riguardato l’opera di storia dell’arte di Nurith Kenaan-Kedar, prof.ssa emerita della Facoltà di Arte di Tel Aviv, “La Madonna in mezzo ai cactus”, nella quale si illustra l’influenza francescana sull’attività artistica delle chiese francescane in Terra Santa nel XX secolo.

La giornata è iniziata con una conferenza tenuta dal Custode, fra Pierbattista Pizzaballa, sul tema dei “francescani in Terra Santa”.
In seguito, il dott. Gil Fishhof dell’Università di Tel Aviv, ha fatto un’introduzione al libro, lasciando il posto alla conferenza principale, tenuta dalla prof.ssa Nurith Kenaan-Kedar, la quale ha presentato le questioni centrali della sua opera: “Tradizione e rinnovamento nell’arte cristiana di Terra Santa tra il XIX e il XX secolo – la chiesa della Visitazione a Ain Karem e la chiesa dell’Annunciazione a Nazareth”.

La professoressa ha sottolineato il fatto che “L’arte cristiana tra il XIX e il XX secolo ha segnato in Terra Santa degli importanti capitoli di storia dell’arte. Tali capitoli, però, non sono ancora integrati nella storia dell’arte occidentale”. Il libro presenta i magnifici lavori e le rappresentazioni artistiche effettuate nella chiesa della Visitazione a Ain Karem e in quella dell’Annunciazione a Nazareth, con l’intenzione di integrare – da un punto di vista normativa – tali lavori nella storia dell’arte di Terra Santa.

Il libro apre inoltre un nuovo campo di ricerca e di discussione, quello cioé relativo alla arte pittorica cristiana in Terra Santa nel XX secolo. Ci si concentra in particolare sulle due chiese francescane già menzionate, le quali vengono considerate come la più alta rappresentazione artistica del pensiero teologico francescano.
All’interno del libro vengono esplorate le fonti artistiche e le basi iconografiche, vengono esaminati i motivi e le intenzioni degli artisti, e sono presentate varie illustrazioni delle loro opere. Esso presenta inoltre diversi esempi rappresentativi dell’arte del XIX e del XX secolo nelle chiese armene e greco-ortodosse di Terra Santa.

Il Custode, che ha partecipato alle conferenze, ha poi constatato: “I ricercatori israeliani studiano le nostre opere d’arte, quelle della Chiesa e quelle dei francescani, in maniera più professionale di quanto non lo facciamo noi stessi. La loro conoscenza è notevole e ineccepibile, ogni volta ne rimango impressionato”.

La conferenza della prof.ssa Kenaan-Kedar è stata seguita da altri due interventi, tenuti da due dottorandi che lavorano con lei sul progetto dell’arte religiosa cristiana in Terra Santa nel XIX e XX secolo.
La dott.ssa Talia Treister si è concentrata su “Le icone del XIX secolo nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio di Lydda”, spiegando come la pittura stessa dell’iconostasi riflette la vita della piccola comunità greco-ortodossa di Lydda.

Nirit Shalev-Khalifa ha parlato invece dei “Dipinti sotto il mandato britannico: il ruolo e il significato del dipinto monumentale nella cappella armena di San Gregorio l’Illuminatore, nella basilica del Santo Sepolcro”. Questa è storicamente la cappella di Sant’Elena, che divenne più tardi di proprietà della Chiesa armena. Nel XX secolo essa venne restaurata, e alla fine della seconda guerra mondiale il Patriarca armeno chiese all’artista libanese Altounian di dipingere il ciclo della vita e la passione di san Gregorio l’Illuminatore, che aveva convertito il popolo armeno al cristianesimo. Così, quest’opera può essere letta come espressione dell’identità nazionale della comunità armena di Gerusalemme.