La guerra e l’Olocausto con gli occhi di un bambino | Custodia Terrae Sanctae

La guerra e l’Olocausto con gli occhi di un bambino

”Ricordo che un giorno, Silvio il muratore scavo’ con un piccone una buca nella grotta dove noi eravamo, a sinistra dell’ingresso. Sull’orlo della buca, un baule di colore verdastro, dove mia mamma aveva nascosto i suoi oggetti piu’ cari. Era tutto cio’ che restava della nostra ricchezza, inghiottita dalla cattiveria del mondo. Il mio povero babbo era gia’ stato portato via dalla guerra e la nostra famiglia distrutta dalla sua implacabile violenza”.

Classe 1939, Fulvio Canetti era un bambino durante la Seconda guerra mondiale, nato in una famiglia di ebrei nel centro Italia che, per sfuggire ai nazisti e alla deportazione, si rifugiarono sulle montagne, dalle parti di Montecassino. Dopo aver lavorato come medico per molti anni in Italia, oggi vive a Gerusalemme con la sua numerosa famiglia, tra figli e nipoti. A settant’anni da quegli eventi, ha raccolto i suoi ricordi, e quelli trasmessi a lui dalla famiglia, in un libro dal titolo “Guerra e Shoa’”, pubblicato da Edizioni Terra Santa e presentato a Gerusalemme il 25 febbraio.

FULVIO CANETTI
Autore “Guerra e Shoa’”
”L’uomo deve interrogarsi e guardarsi dentro per capire fino a che punto e’ arrivato il suo baratro del male. Se non si fa questo lavoro, i problemi che ci sono anche qui vengono amplificati e non vengono mai risolti. Non c’e’ dignita’ umana. “Se questo e’ un uomo” di Primo Levi vale anche qui. Cosa stanno facendo quelli dell’ISIS? Mettono dei soldati nelle gabbie e li bruciano: siamo agli stessi livelli”.

Se esistono molti libri e si tengono spesso conferenze sull’Olocausto, nuova e significativa e’ la sede di questa presentazione: la Custodia di Terra Santa, nel cuore del quartiere arabo cristiano della Citta’ Vecchia.



P. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm
Custode di Terra Santa
”Non ci deve essere piu’ nessuno che, in quanto ebreo, musulmano o cristiano, deve essere escluso dall’incontro, dalla ricerca della relazione. La lezione e’ sempre quella, e purtroppo l’uomo non impara mai fino in fondo, e cioe’ che nessuno deve essere escluso: tutti siamo figli di Dio e tutti ci apparteniamo l’un l’altro”.

Insieme ai ricordi personali, nel testo di Canetti troviamo altri due racconti: la testimonianza di un deportato ad Auschwitz, da lui intervistato, e un resoconto dell’eccidio di Caiazzo, in cui morirono 22 civili. A commentare l’opera, il teologo ed esperto del mondo ebraico Raniero Fontana, che ha riflettuto sul dovere della memoria, anche in una prospettiva di redenzione; e il giovane rabbino Pierpaolo Punturello, che ha sottolineato la scelta di Canetti di raccontare dal punto di vista di un bambino. Ed e’ proprio la prospettiva di un bambino che puo’ portare una scintilla di speranza in un evento tragico come la guerra.

P. PIERBATTISTA PIZZABALLA, ofm
Custode di Terra Santa
”Anche in quel periodo terribile e buio ci sono state pagine di luce. Conoscerle, ci aiuta a cercare pagine di luce anche nella vita attuale e nei drammi che il Medio Oriente sta vivendo”.

FULVIO CANETTI
Autore “Guerra e Shoa’”
”Noi dobbiamo essere ottimisti: dobbiamo credere nell’uomo e nella sua parte migliore. Solo cosi’ possiamo resistere e sconfiggere il male, che e’ presente in noi ”.