Nella Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’Anno 2025 “Spes non confundit”, il Papa Francesco ricorda il ruolo decisivo del Sacramento della Penitenza nella vita cristiana e la ricchezza della Grazia, che giunge a noi, attraverso la Chiesa, con il dono dell’Indulgenza.
Il Sacramento della Penitenza ci assicura che Dio cancella i nostri peccati. Ritornano con la loro carica di consolazione le parole del Salmo: “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia. […] Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. […] Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe” (Sal 103,3-4.8.10-12). La Riconciliazione sacramentale non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Lì permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui (cfr. 2Cor 5,20), assaporando il suo perdono. Non rinunciamo dunque alla Confessione, ma riscopriamo la bellezza del sacramento della guarigione e della gioia, la bellezza del perdono dei peccati!
Tuttavia, come sappiamo per esperienza personale, il peccato “lascia il segno”, porta con sé delle conseguenze: non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche interiori, in quanto “ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio” (cfr. CCC 1472). Dunque, permangono, nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei “residui del peccato”. Essi vengono rimossi dall’indulgenza, sempre per la grazia di Cristo, il quale, come scrisse San Paolo VI, è “la nostra ‘indulgenza”.
(cfr. “Spes non confundit” n.23)
1471 “L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi”. “L’indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati”. “Ogni fedele può acquisire le indulgenze [...] per sé stesso o applicarle ai defunti”.
Non si può comprendere veramente quanto sia prezioso e liberante il dono delle Indulgenze senza capire che cosa siano le pene del peccato. Ci viene in aiuto il Catechismo della Chiesa Cattolica.
1472 Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la vita eterna, la cui privazione è chiamata la “pena eterna” del peccato. D’altra parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio. Tale purificazione libera dalla cosiddetta “pena temporale” del peccato. Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato. Una conversione, che procede da una fervente carità, può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena.
1473 Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell’“uomo vecchio” e a rivestire “l’uomo nuovo”.
Tra i doni preziosi e fondamentali del nostro Battesimo va riscoperto e valorizzato anche il nostro inserimento vivo e vivificante nella Chiesa, nella comunione dei Santi. Lasciamoci guidare ancora dal Catechismo.
1474 Il cristiano che si sforza di purificarsi del suo peccato e di santificarsi con l'aiuto della grazia di Dio, non si trova solo (…).
1475 Nella comunione dei santi “tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni”. In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato.
1476 Questi beni spirituali della comunione dei santi sono anche chiamati il tesoro della Chiesa, che non “si deve considerare come la somma di beni materiali, accumulati nel corso dei secoli, ma come l'infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre, offerti perché tutta l'umanità sia liberata dal peccato e pervenga alla comunione con il Padre; è lo stesso Cristo Redentore, in cui sono e vivono le soddisfazioni ed i meriti della sua redenzione”.
1477 “Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata Vergine Maria e di tutti i santi, i quali, seguendo le orme di Cristo Signore per grazia sua, hanno santificato la loro vita e condotto a compimento la missione affidata loro dal Padre (…)”.
Anche attraverso il dono delle Indulgenze noi sperimentiamo la maternità della Chiesa, che, al tempo stesso, ci guarisce ed esorta, ci corregge e ci indica la via della santità, donandoci tutti gli strumenti di Grazia necessari a vivere il nostro Battessimo e la sequela di Gesù Cristo, in ogni stato di vita, per giungere a godere, il più rapidamente possibile, la pienezza della Comunione eterna con la Santissima Trinità.
1478 L’indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi perché ottenga dal Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto venire in aiuto a questo cristiano, ma anche spingerlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità.
1479 Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l'altro, ottenendo per loro indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati.
Nei secoli la Chiesa ha offerto moltissime occasioni e possibilità di ottenere il dono delle Indulgenze. L’occasione più nota è quella del Giubileo, anche se non è l’unica.
La Terra Santa, per sua natura, è, senza dubbio, il Luogo per eccellenza dove recarsi in pellegrinaggio per un cammino di penitenza e conversione ed essere colmati dal Signore con la sua presenza e con la grazia della sua misericordia.
L’indulgenza plenaria (disposizioni complete) può essere acquistata per sé soltanto una volta al giorno e una seconda applicabile soltanto ai defunti (Disposizioni per l’acquisto dell’indulgenza giubilare anno 2025).
Per ottenerla è necessario:
* La pratica a cui è annessa l’indulgenza è costituita spesso dalla visita ad un luogo (santuario, chiesa…). In questo caso, il fedele deve compiere una devota visita di questi luoghi sacri, recitando in essi la preghiera del Signore e il Simbolo della fede (cioè il Padre nostro e il Credo).
** Il fedele può ricevere o applicare per un congruo periodo di tempo il dono dell’indulgenza plenaria anche quotidianamente senza dover ripetere la confessione (Disposizioni per l’acquisto dell’indulgenza giubilare anno 2000).
*** La partecipazione all’Eucaristia – necessaria per ciascuna indulgenza – è opportuno che avvenga nello stesso giorno in cui si compiono le opere prescritte (Disposizioni per l’acquisto dell’indulgenza giubilare anno 2000).