Giovedì Santo a Gerusalemme: “È troppo forte!” | Custodia Terrae Sanctae

Giovedì Santo a Gerusalemme: “È troppo forte!”

Giovedì Santo 20 marzo

È un sacerdote. Vive per la prima volta la Settimana Santa a Gerusalemme, e oggi è il Giovedì Santo. Questa mattina, alle 7.00, al termine della Messa del Patriarca al Santo Sepolcro, già mi diceva, senza trovare altre parole: “È troppo forte!”. Era emozionato. A più riprese oggi i nostri passi si sono incrociati nella Città Santa, dato che le celebrazioni, da un punto all’altro della città, sono molteplici. Oltre a quelle della Custodia, che, nel pomeriggio, si divide tra il Santo Sepolcro e il Cenacolo, quasi tutte le comunità vivono almeno una celebrazione. Gerusalemme somiglia ad un alveare di preghiera. E i numerosi pellegrini saccheggiano qui e là.

Di celebrazioni ce ne sono per tutti i gusti, in tante lingue e per tutte le età. Così, per il secondo anno consecutivo, il Custode di Terra Santa, Pierbattista Pizzaballa, ha presieduto la celebrazione della Lavanda dei piedi, proprio nel Cenacolo, per dei bambini della parrocchia. Solo per loro, davanti agli occhi stupiti, meravigliati e quasi affettuosamente gelosi dei pellegrini di passaggio in quel momento. I canti erano in arabo, accompagnati da un organo portatile.

I bambini mostravano forse meno emozione degli adulti, che hanno vissuto questo gesto fatto dal Patriarca durante a Messa del mattino, o nel pomeriggio nella parrocchia latina di San Salvatore, ma erano felici. Ed anche il Custode.
I gruppi si susseguono nel Cenacolo, nel luogo in cui Gesù ha istituito l’Eucaristia. È il Mistero del giorno. I pellegrini in città sono numerosi; si parla di un record di affluenze, dall’anno 2000. E il locale è gremito di pellegrini, quando il gruppo di francescani ci viene in pellegrinaggio alle ore 15.30.

Durante questo tempo la maggior parte dei frati è in preghiera al Santo Sepolcro, con i seminaristi del Patriarcato, con tutte le porte chiuse, secondo l’usanza. Una porta si è aperta per loro all’inizio del pomeriggio, dopo che le chiavi sono state riportate al Sepolcro, dopo essere state riconsegnate - secondo l’usanza - al Vicario Custodiale Artémio Vítores.

Sono le 18.30, e incrocio ancora il prete. O piuttosto incrocio i suoi occhi, il suo sguardo velato d’emozione. Lo sento tutto all’interno di se stesso, come se cercasse di canalizzare un eccesso di gioia. Davanti al SS. Sacramento esposto, quando cominciano le Ore Sante, che scandiranno la notte di Gerusalemme, mi parrebbe di sentire il suo cuore che batte; e se non si trattenesse credo che danzerebbe su questo ritmo di gioia, come Davide davanti all’arca dell’Alleanza.

Dopo la gioia d’aver ricevuto il dono dell’Eucaristia, una veglia di preghiera nella notte, al Getsemani, commemorerà l’ora del tradimento, l’agonia del Cristo. Decisamente, un Giovedì Santo a Gerusalemme: “È troppo forte!”.

Mab