Il 19 ottobre, a Roma, si è tenuta la XVII Giornata delle associazioni di volontariato impegnate in Terra Santa, sul tema “Cristiani in Terra Santa. Quale destino?”. Alla vigilia della canonizzazione dei “Martiri di Damasco”, l’appuntamento di quest’anno è stato l’occasione per una riflessione sul significato del martirio nella storia della Chiesa, nell’esperienza di Francesco d’Assisi e nella vita dei cristiani in Terra Santa.
Davanti a numerosi partecipanti, giunti a Roma per la canonizzazione, fra Francesco Patton, Custode di Terra Santa, ha sottolineato come, in ogni tempo, ogni esperienza cristiana abbia comportato dolore o dono di sé. Ha ricordato il martirio di chi rischia la vita o arriva a donarla, il martirio ecumenico, che accomuna tutte le Chiese del Medio Oriente, il martirio di chi testimonia il Vangelo anche davanti a chi non è cristiano, il martirio di chi tiene il cuore libero dall’odio. “I martiri sono una provocazione per noi cristiani occidentali – ha concluso – che viviamo spesso un cristianesimo senza passione. Il sacrificio di otto frati minori e tre fratelli maroniti è condiviso con quello di moltissimi altri che hanno dato la vita, martiri di cui non si conosce il nome”.
Il tema della sofferenza, che nella Terra Santa sconvolta dalla guerra e dall’odio si ripropone ogni giorno, è stato affrontato da fra Matteo Brena, commissario di Terra Santa della Toscana, in apertura dell’incontro. A partire dal significato dell’Impressione delle Stimmate di san Francesco, di cui ricorrono gli 800 anni, fra Matteo ha suggerito di cambiare prospettiva nel nostro sguardo verso i cristiani in Medio Oriente e le loro difficoltà. “Lo sguardo di Francesco non aspetta il bello, ma lo va a cercare”. La sua vita, che fu un inno di pace e di perdono, ci mostra ancora oggi una capacità di attraversare le ferite, di abitarle, liberandoci dal rancore.
La Giornata dei volontari è un appuntamento di conoscenza reciproca tra le associazioni. Si è arricchita di momenti di formazione e informazione, come ogni anno. Riccardo Cristiano, giornalista Rai e vaticanista, studioso dei cristiani nel Levante, in particolare il Libano, ha parlato della storia degli ultimi due secoli nella regione, dei fallimenti politici e sociali che hanno spinto tanti cristiani a lasciare le loro terre di origine, ma anche del sogno di un Medio Oriente in cui tutti sappiano trovare una dimensione di cittadinanza e rispetto reciproco fra tutte le identità religiose.
La giornalista di “Mondo e Missione”, Chiara Zappa, ha riportato storie e testimonianze contemporanee di persone che in Terra Santa non si rassegnano alla guerra, alla disumanizzazione dell’‘altro’ e cercano, anche con percorsi personali lunghi e faticosi, strade di pace. Tra le testimonianze che ha raccolto in un libro (Gli irriducibili della pace, TS Edizioni 2024), anche quella di suor Nabila Saleh, religiosa delle Suore del Rosario, che negli ultimi anni ha diretto la scuola nella comunità parrocchiale di Gaza.
Proprio suor Nabila, in collegamento dalla Giordania, dove vive ora, ha portato la testimonianza più toccante: ha raccontato il 7 ottobre 2023 e i mesi di bombardamenti e privazioni che sono seguiti. La distruzione delle case e degli ospedali, la chiusura della sua scuola, la paura dei più piccoli ai quali ha dedicato la sua missione di religiosa appartenente a una congregazione nata proprio in Terra Santa per dedicarsi all’istruzione dei giovani. Suor Nabila ha ricordato il conforto che procuravano le frequenti telefonate di papa Francesco alla comunità cattolica di Gaza e come la chiesa della Sacra Famiglia sia diventata un punto di riferimento per aiutare malati e feriti, anche musulmani. “Non basta annunciare il Vangelo con la bocca – ha detto – ma con il nostro lavoro, senza discriminare nessuno. In questa Via dolorosa che tanti vivono oggi, la pace che verrà ha bisogno di tanto impegno”. Parole che rendono estremamente attuale il dono della vita per amore di Gesù degli undici martiri di Damasco, a poche ore dalla proclamazione in piazza San Pietro della loro santità.
Francesco Pistocchini