La mattina a Betlemme
Mentre piazza San Pietro, a Roma, esultava e si commuoveva per la beatificazione di Giovanni Paolo II, lo stesso faceva la Terra Santa.
Nella seconda domenica di Pasqua, domenica della Misericordia divina, Karol Wojtyla è stato al centro delle celebrazioni dei Luoghi Santi, quei luoghi che undici anni fa aveva percorso, sui quali – giá provato dalla malattia – aveva pregato.
A Betlemme, in tanti si sono raccolti presso la Fondazione che porta il nome del nuovo Beato per prendere parte alla Messa mattutina presieduta dal Delegato Apostolico per Gerusalemme, S.E. Antonio Franco, che ha ricordato nella sua omelia i passi di Giovanni Paolo II in queste terre, le sue parole di speranza per questi popoli.
Dopo la celebrazione eucaristica, monsigonr Franco ha svelato e inaugurato – accanto all´economo della Custodia di Terra Santa e presidente della Fondazione per il Medio Oriente fra Ibrahim Faltas, e al Primo Ministro dell´Autoritá palestinese Salam Fayad – una statua dedicata al Pontefice oggi beatificato.
Alta tre metri, realizzata in marmo da un artigiano palestinese, raffigura Wojtyla con le braccia al cielo, nel gesto di saluto e benedizione che tante volte ha compiuto nei suoi molti viaggi, nei suoi numerosissimi incontri. A celebrare il "Papa del dialogo e del lavoro", infine, erano presenti rappresentanti delle Acli (Associazioni critiane lavoratori italiani) che a Betlemme hanno festeggiato la beatificazione e la concomitante festa italiana dei lavoratori.
Foto di Marie Armelle Beaulieu e Johny Michel
Il pomeriggio al Patriarcato latino di Gerusalemme
Nel pomeriggio, a Gerusalemme, la concattedrale del Patriarcato latino ha ospitato invece la Messa di ringraziamento in onore di Giovanni Paolo II concelebrata dagli Ordinari Cattolici di Terra Santa e presideuta da S.B. il Patriarca Fouad Twal. A pronunciare l´omelia, il Padre Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa.
Il mistero del Risorto, il tema – proprio di questa domenica – della misericordia di Dio "che si apre, che apre il suo cuore per farci entrare, per accoglierci dentro", ma soprattutto, nelle parole del Custode, il ricordo di Papa Wojtyla e del suo viaggio qui in occasione del Giubileo del 2000, "una pietra miliare nel cammino della Chiesa nel suo rapporto con l’Ebraismo e l’Islam. Le storiche visite al muro del pianto e alle moschee sono ancora impresse nella nostra memoria".
" Nel suo pellegrinaggio – ha proseguito padre Piazzaballa - il Santo Padre ebbe a dire: ´Per tutti noi Gerusalemme, come indica il nome, è la Città della Pace´. E in quante circostanze il Papa ha alzato la sua voce per invocare il dono della pace, per questa città, per la Terra Santa, per il Medio Oriente, per il mondo intero! La Terra Santa è sempre stata in cima ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni. In questo nostro contesto, lacerato da odi e divisioni, da perenne tensione, da rancore e soprattutto da paura, la voce di Giovanni Paolo II si è sempre levata con autorevolezza per invitare tutte le parti ad incontrarsi, a superare le reciproche ostilità, ma soprattutto ad abbandonare ogni forma di violenza, dalla quale può derivare solo altra violenza".
Il Custode, in conclusione, ha citato le parole dell´ultimo libro del Papa da oggi Beato, "Memoria e identità": "Non si dimentica facilmente il male di cui si è fatta diretta esperienza. Si può soltanto perdonarlo. E che cosa significa perdonare, se non appellarsi al bene che è piú grande di qualunque male? La Redenzione costituisce il limite divino imposto al male. E’ questa la risposta anche al male del nostro tempo? Nel mistero della Redenzione, la vittoria di Cristo sul male è data all’uomo non solo come personale vantaggio, ma anche come compito".
Foto di Andres Bergamini
Testo di Serena Picariello