A Emmaus Qoubeibeh per la festa di San Simeone e Cleofa | Custodia Terrae Sanctae

A Emmaus Qoubeibeh per la festa di San Simeone e Cleofa

2012/10/01

Emmaus, 30 settembre 2012
Domenica 30 settembre due autobus carichi di frati, suore, religiosi e amici laici, hanno raggiunto Emmaus-Qoubeibeh per commemorare la festa dei Santi Simeone e Cleofa, accolti dai frati della comunità: fra Fadi Shallufi, fra Gérard Bourdonneau e fra Francisco Fernandez Gutierre.

La liturgia di Terra Santa non è mai slegata dal “qui”. Per questo, come ogni anno, noi francescani della Custodia di Terra Santa abbiamo raggiunto il Santuario in cui si fa memoria della manifestazione del Signore Risorto ai due discepoli Cleofa e Simeone, per celebrare qui la solennità dedicata ai due santi, morti martiri.
Nella Basilica che sorge sopra i resti in cui la tradizione riconosce quelli della casa di Cleofa, la Messa presieduta dal Vicario della Custodia, fra Artemio Vitores, è stata concelebrata da numerosi sacerdoti.
Nell’omelia fra Artemio sollecita i presenti. “Oggi Gesù ci pone la stessa domanda che fece ai discepoli di Emmaus: siamo convinti che Gesù è il centro della nostra vita e che “cammino” per arrivare alla gloria della Resurrezione?”.
Cleofa e Simeone i due discepoli che il giorno della risurrezione di Gesù, tornandosene a Emmaus al termine delle celebrazioni pasquali, furono raggiunti per strada e accompagnati dal Risorto, che riconobbero soltanto dopo essere rincasati e avergli offerto ospitalità.
"Noi speravamo che egli sarebbe stato colui che avrebbe liberato Israele; invece...". Nelle parole che i due discepoli rivolgono allo sconosciuto, c'è l'eco di una delusione comune agli apostoli in quell'ora della prova. "Tuttavia alcune donne, che sono fra noi, ci hanno fatto assai meravigliare".
Da questo spiraglio di speranza lo sconosciuto fa penetrare la luce della "buona novella", spiegando loro le Scritture e poi, accolto il loro invito: "Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire", si rivela loro "allo spezzare del pane", il gesto eucaristico dell'ultima cena.
La tradizione portata fino ai giorni nostri da noi francescani identifica la Emmaus evangelica con il villaggio di Al Qoubeibeh, oggi interamente abitato da musulmani, salvo per una famiglia cristiana.
In piena West Bank, diviso dalla vicina Gerusalemme dal muro di separazione il Santuario, meta obbligata dei pellegrinaggi, oggi rimane alle cure dei frati che, da qualche tempo, grazie a permessi speciali, è tornato ad essere visitato da gruppi di pellegrini che desiderano recarsi in visita a questo Luogo Santo.
Prima del rientro a Gerusalemme, nel refettorio del Convento si è consumata una gioiosa e abbondante agape fraterna.