Diciotto mesi di lavori e la Basilica del Getsemani è come nuova | Custodia Terrae Sanctae

Diciotto mesi di lavori e la Basilica del Getsemani è come nuova

Durante tutta l’estate i pellegrini (cinquemila al giorno) che hanno visitato la Basilica delle Nazioni al Getsemani, non sono riusciti a fare la tradizionale foto davanti alla facciata.
In effetti, le impalcature ricoperte da un grande telone nero, la nascondevano quasi interamente.
La centenaria Basilica, si stava rifacendo “il look”.

Martedì 5 novembre, le impalcature sono state smontate e i fortunati che si trovavano sul posto hanno potuto ammirarla come nuova; ripulita e restaurata.
Il restauro dei mosaici ha richiesto cure particolari. Infatti, tra le infiltrazioni delle piogge invernali e il calore estivo dovuto all’esposizione in pieno sole della chiesa, il cemento che univa le centinaia di migliaia di tessere dei mosaici sono stati messi a dura prova. Qui e là mancavano tessere e altre minacciavano di staccarsi. Inoltre, è stato necessario riparare i segni lasciati dalla guerra del 1967.
Le tessere sono state verificate, una ad una, con la precisione e l’utilizzo di strumenti “chirurgici” come testimoniano le immagini.

Ma, oltre la facciata esterna, sono stati restaurati tutti i mosaici all’interno della Basilica.
Il lavoro di restauro, durato diciotto mesi e realizzato da giovani restauratori palestinesi, è stato sostenuto finanziariamente da ATS Pro Terra Sancta, ONG della Custodia e coordinato dalla storica dell’arte Carla Benelli e dall’architetto Osama Hamdan.

Carla e Osama, degni eredi di Fra Michele Piccirillo, hanno realizzato questo progetto non solo come tecnici, ma come persone appassionate e desiderose di condividere e trasmettere le loro conoscenze alle nuove generazioni. Per questo il lavoro non è stato affidato a specialisti europei del mosaico, ma a giovani palestinesi, musulmani e cristiani insieme, formati al Mosaic Center di Gerico (creato da Fra Michele).
«Affidare il restauro della basilica adiacente al giardino degli ulivi a giovani musulmani, è stata una bella sfida – spiega Carla – ma, ora, i giovani sono grati e orgogliosi di aver partecipato a quest’opera culturale di conservazione ».

Oltretutto, non si è trattato degli unici musulmani attratti dalla Basilica in questi ultimi mesi. Infatti, il progetto per il suo valore educativo è stato visitato da più di mille bambini delle scuole situate sul Monte degli Ulivi e nel quartiere di Ras el Hamoud, entrati per la prima volta in questa Chiesa inserita nel loro contesto abitativo, ma di cui non conoscevano nulla.
L’afflusso continuo dei pellegrini li incuriosiva, ma scoprire che oltre due miliardi di credenti conoscono questo luogo, li ha veramente sorpresi. Sono rimasti anche stupiti di sapere che il luogo è sempre aperto, al punto che un bambino alla fine della visita ha chiesto nuovamente: «Allora, posso ritornare qui anche con i miei genitori?».
Sì, puoi ritornare e tutti possono venire per ammirare questo lavoro!

Per maggiori informazioni visita le pagine sul sito di ATS Pro Terra Sancta che ha pubblicato il progetto con testi e immagini durante tutta l’esecuzione dei lavori.
(Leggi gli articoli del progetto Getsemani che trovi in fondo alla pagina dopo la galleria delle immagini).

Per rivedere la Basilica senza recarsi a Gerusalemme, è possibile visitare il nuovo sito web pubblicato lo scorso mese di agosto. Clicca qui per visitare la Basilica del Getsemani (link) e qui per la visita virtuale (link).

Si ringraziano: Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme (PMSP - Programma di sostegno delle Municipalità palestinesi) Città di Rovereto, Fondazione Opera Campana dei Caduti, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, tutti i benefattori che hanno versato i loro contributi, anche se modesti, alla Custodia e alla sua ONG, a sostegno di questo progetto.
Un grazie particolare ai frati francescani del Getsemani che hanno sostenuto e sopportato i disagi del lavoro di restauro.