I Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno ritenuto opportuno rivalutare la decisione di limitare l’esposizione pubblica di luci e decorazioni natalizie, normalmente associate alle festività alla luce degli eventi in corso. In questo comunicato, vengono fornite nuove linee guida per la celebrazione delle prossime festività natalizie.
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Dichiarazione sulla celebrazione dell’Avvento e del Natale in questo tempo di guerra
22 Novembre 2024
L’anno scorso, come segno di solidarietà con le moltitudini che soffrono per la guerra che era appena scoppiata, Noi, i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme, abbiamo preso la decisione concorde di invitare i fedeli delle nostre comunità a rinunciare all’esposizione pubblica di luci e decorazioni natalizie, normalmente associate alle festività.
Anche se le nostre intenzioni erano buone, molti in tutto il mondo hanno comunque interpretato erroneamente questa richiesta come una “cancellazione del Natale” in Terra Santa, il luogo stesso della Santa Natività di nostro Signore. A causa di ciò, la nostra testimonianza della singolarità del messaggio natalizio della luce che brilla nelle tenebre (Giovanni 1,9) è diminuita non solo in tutto il mondo, ma anche tra la nostra gente.
Per questo motivo, per il prossimo tempo di Avvento e Natale, incoraggiamo le nostre comunità e il nostro popolo a celebrare pienamente l’avvicinarsi e l’avvento della nascita di Cristo, dando segni pubblici di speranza cristiana. Allo stesso tempo, li esortiamo anche a farlo in modi che siano attenti alle gravi sofferenze che milioni di persone nella nostra regione continuano a sopportare. Ciò include certamente il sostenere loro continuamente nelle nostre preghiere, tendere loro la mano con atti di gentilezza e carità e accoglierli come Cristo stesso ha accolto ciascuno di noi (Romani 15,7).
In questo modo, faremo eco alla storia stessa del Natale, nel quale gli angeli annunciarono ai pastori la lieta novella della nascita di Cristo in tempi che nella nostra regione erano altrettanto bui (Lc 2,8-20), offrendo a loro e al mondo intero un messaggio di speranza e pace divina.
—I patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme