Giovedì 27 maggio 2010. Mons. William Shomali, nuovo vescovo per la diocesi di Gerusalemme, è stato consacrato oggi con l’imposizione delle mani dal patriarca Fouad Twal insieme a mons. Salim Sayegh, vescovo ausiliare e vicario patriarcale per la Giordania, e a mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare e vicario patriarcale per Israele.
Tra i circa dieci vescovi presenti vi era anche mons. Antonio Franco, Nunzio e Delegato apostolico, mons. Sabbah, patriarca emerito, mons. Maroun Lahham e tutti gli Ordinari di Terra Santa.
I rappresentanti di tutte le Chiese di Terra Santa avevano anch’essi preso posto nel coro, troppo piccolo per accogliere tutti i sacerdoti presenti. La navata stessa della chiesa si è rivelata troppo ristretta per accogliere la folla cospicua di fedeli venuti a partecipare a questo momento forte per la vita della diocesi.
Ma in realtà, a unirsi a questa celebrazione sono stati i fedeli di tutto il Medio Oriente, grazie alla trasmissione che ne è stata fatta in diretta sul canale televisivo libanese Noursat TeleLumière, con i mezzi tecnici e l’équipe del Franciscan Media Center.
Nella sua omelia il Patriarca ha sottolineato il fatto che questa consacrazione avviene “al termine dell’anno del sacerdozio, come un incoraggiamento e una consolazione in un periodo in cui violenti attacchi vengono a screditare il celibato sacerdotale. In questo contesto – ha poi aggiunto -, la consacrazione episcopale di mons. William ci invita a pregare per i sacerdoti di tutto il mondo, e a chiedere al Signore altre vocazioni sacerdotali e religiose”.
La celebrazione si è svolta interamente in arabo, e mons. Fouad, sempre nella sua omelia, ha fatto notare anche che mons. Shomali “per amore della Liturgia ha tradotto in arabo preghiere, inni della Santa Messa, del Sacramentario e di altre celebrazioni”.
Sottolineando la straordinaria fede che la famiglia Shomali mostra da generazioni, Sua Beatitudine ha detto, rivolgendosi all’assemblea, che un altro Shomali era già stato vescovo: “Il primo è stato mons. Fernando Shomali, attuale vescovo ausiliare di Santiago, appartenente a una famiglia palestinese emigrata da decenni in Cile”.
Questa nuova ordinazione, poi, fa di Shomali il terzo vescovo palestinese attualmente in funzione, insieme a mons. Michel Sabbah, patriarca emerito, e mons. Maroun Lahham, vescovo di Tunisi.
Mons. Twal ha concluso la sua omelia evocando il ruolo del vescovo: “L’episcopato non è una classe sociale superiore, alla quale spettano determinati “privilegi”. È un “ministero”, un servizio e un’importante responsabilità, in cui non mancano l’incomprensione, il rifiuto e la persecuzione sotto svariate forme. Il vescovo ha la responsabilità di annunciare il Vangelo e di vegliare sul gregge. Egli deve inoltre mantenere saldo il patrimonio della fede, trasmettere la grazia del sacerdozio tramite l’imposizione delle mani, santificare la comunità tramite i sacramenti e dare a tutti il buon esempio”.
Nominato da Papa Benedetto XVI alla fine di marzo, mons. Shomali, 60 anni, sarà incaricato di affiancare mons. Twal in una diocesi che copre tre paesi (Israele, Giordania e Cipro), oltre ai Territori palestinesi, e che conta circa 70.000 cattolici latini.
Il vescovo ausiliare si occuperà soprattutto della Città Santa. Non a caso, mons. Shomali ha scelto come motto per il suo mandato “Chiedete pace per Gerusalemme”.
Si è impegnato a “rinforzare il dialogo ecumenico e interreligioso, e a lavorare per la pace e la riconciliazione in questa Terra Santa logorata da un conflitto plurisecolare”.
Al termine della celebrazione i fedeli hanno potuto salutare il nuovo vescovo, che celebrerà la sua prima messa a Beit Sahur venerdì 28 maggio. Egli presiederà altresì la messa del Corpus Domini al Santo Sepolcro, il 4 giugno, con la quale si concluderà l’anno sacerdotale a Gerusalemme.
Mab
Sito del patriarcato : Mons. William Shomali, nuovo Vescovo ausiliare di Gerusalemme
Tra i circa dieci vescovi presenti vi era anche mons. Antonio Franco, Nunzio e Delegato apostolico, mons. Sabbah, patriarca emerito, mons. Maroun Lahham e tutti gli Ordinari di Terra Santa.
I rappresentanti di tutte le Chiese di Terra Santa avevano anch’essi preso posto nel coro, troppo piccolo per accogliere tutti i sacerdoti presenti. La navata stessa della chiesa si è rivelata troppo ristretta per accogliere la folla cospicua di fedeli venuti a partecipare a questo momento forte per la vita della diocesi.
Ma in realtà, a unirsi a questa celebrazione sono stati i fedeli di tutto il Medio Oriente, grazie alla trasmissione che ne è stata fatta in diretta sul canale televisivo libanese Noursat TeleLumière, con i mezzi tecnici e l’équipe del Franciscan Media Center.
Nella sua omelia il Patriarca ha sottolineato il fatto che questa consacrazione avviene “al termine dell’anno del sacerdozio, come un incoraggiamento e una consolazione in un periodo in cui violenti attacchi vengono a screditare il celibato sacerdotale. In questo contesto – ha poi aggiunto -, la consacrazione episcopale di mons. William ci invita a pregare per i sacerdoti di tutto il mondo, e a chiedere al Signore altre vocazioni sacerdotali e religiose”.
La celebrazione si è svolta interamente in arabo, e mons. Fouad, sempre nella sua omelia, ha fatto notare anche che mons. Shomali “per amore della Liturgia ha tradotto in arabo preghiere, inni della Santa Messa, del Sacramentario e di altre celebrazioni”.
Sottolineando la straordinaria fede che la famiglia Shomali mostra da generazioni, Sua Beatitudine ha detto, rivolgendosi all’assemblea, che un altro Shomali era già stato vescovo: “Il primo è stato mons. Fernando Shomali, attuale vescovo ausiliare di Santiago, appartenente a una famiglia palestinese emigrata da decenni in Cile”.
Questa nuova ordinazione, poi, fa di Shomali il terzo vescovo palestinese attualmente in funzione, insieme a mons. Michel Sabbah, patriarca emerito, e mons. Maroun Lahham, vescovo di Tunisi.
Mons. Twal ha concluso la sua omelia evocando il ruolo del vescovo: “L’episcopato non è una classe sociale superiore, alla quale spettano determinati “privilegi”. È un “ministero”, un servizio e un’importante responsabilità, in cui non mancano l’incomprensione, il rifiuto e la persecuzione sotto svariate forme. Il vescovo ha la responsabilità di annunciare il Vangelo e di vegliare sul gregge. Egli deve inoltre mantenere saldo il patrimonio della fede, trasmettere la grazia del sacerdozio tramite l’imposizione delle mani, santificare la comunità tramite i sacramenti e dare a tutti il buon esempio”.
Nominato da Papa Benedetto XVI alla fine di marzo, mons. Shomali, 60 anni, sarà incaricato di affiancare mons. Twal in una diocesi che copre tre paesi (Israele, Giordania e Cipro), oltre ai Territori palestinesi, e che conta circa 70.000 cattolici latini.
Il vescovo ausiliare si occuperà soprattutto della Città Santa. Non a caso, mons. Shomali ha scelto come motto per il suo mandato “Chiedete pace per Gerusalemme”.
Si è impegnato a “rinforzare il dialogo ecumenico e interreligioso, e a lavorare per la pace e la riconciliazione in questa Terra Santa logorata da un conflitto plurisecolare”.
Al termine della celebrazione i fedeli hanno potuto salutare il nuovo vescovo, che celebrerà la sua prima messa a Beit Sahur venerdì 28 maggio. Egli presiederà altresì la messa del Corpus Domini al Santo Sepolcro, il 4 giugno, con la quale si concluderà l’anno sacerdotale a Gerusalemme.
Mab
Sito del patriarcato : Mons. William Shomali, nuovo Vescovo ausiliare di Gerusalemme