Congresso Francescano in Libano in occasione della chiusura dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine 1209-2009 | Custodia Terrae Sanctae

Congresso Francescano in Libano in occasione della chiusura dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine 1209-2009

Congresso Francescano in Libano in occasione della chiusura dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine 1209-2009
27-28 Novembre 2009: In occasione della chiusura delle celebrazioni dell’ottavo centenario della fondazione del primo Ordine Francescano, le tre famiglie in Libano:

i francescani di Terra Santa,
i francescani Cappuccini del Libano e Siria,
i francescani Conventuali del Libano,

hanno organizzato un Congresso sul tema San Francesco e l’Oriente.

Il Congresso - Venerdì 27 e sabato 28 – si è tenuto nel convento delle suore di Santa Croce, ed è iniziato con la concelebrazione Eucaristica presieduta dai superiori Provinciali: fra Pierbattista Pizzaballa per i Minori, fra Tanios Rizeq, per i Cappuccini e fra Cesare Assayan, per i Conventuali, nella chiesa di Nostra Signora del Pozzo a Biknaia - Jall Addib - Libano.

La corale del Seminario dei Cappuccini ha sostenuto ed animato il canto.

Al termine della Messa e dopo il rinfresco, i partecipanti si sono recati nell’Auditorium dove i padri Provinciali hanno tenuto le loro relazioni.

Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha trattato dei Luoghi Santi e quelli Francescani. San Francesco, giunto in Terra Santa durante la V Crociata, dette inizio alla presenza dei frati che rimasero da allora come custodi e protettori delle Pietre storiche che ci parlano dei Luoghi della nostra Redenzione, e ci guidano al Vangelo. Questa missione, svolta in nome della Chiesa, si è estesa da subito alla cura pastorale delle Pietre Vive, cioè i Cristiani locali, assicurando loro l’aiuto e il sostegno di opere di solidarietà sociale, aiutandoli a non emigrare da queste terre.

Padre Tanios Rizeq, Superiore dei Cappuccini, dopo aver espresso la sua gioia per questo Congresso, ha affermato che San Francesco è un Santo singolare e difficilmente si può imitare o ripetere. Vissuto nel XIII secolo, la sua memoria è viva in mezzo a noi. Ha augurato e incoraggiato tutti a tener viva e attraente nei nostri tempi la spiritualità francescana, infondendole nuova vitalità.

Padre Cesare Assayan, Superiore dei Conventuali, ha invitato a riflettere sulla storia che ha portato alla presenza dei Conventuali in Libano, avvenuta nel 1982, e ha illustrato tutte le tappe del loro sviluppo. Dio ci invita oggi - ha detto - a formare una unica famiglia nel mondo; un famiglia che supera i confini e fa nascere una fratellanza universale. Uomini e donne di tutti i ceti sociali, uomini di buona volontà che si dedicano a promuovere la Giustizia e la Pace, nel rispetto delle differenze e della dignità di ogni persona, con una speciale attenzione ai più poveri.

Terminate le tre relazioni, il Congresso è passato a confrontarsi con il tema: I Francescani e i Maroniti, dopo l’introduzione di fra Giorgio Abu Khazen che richiama l’occasione, il significato e le ragioni di questo nostro trovarsi insieme.

Il padre Joseph Moukarzel ha parlato dei rapporti fra i Francescani e i Maroniti nel XV secolo. Tra i vari delegati apostolici francescani presso i maroniti, si è soffermato su due figure eminenti:

il beato Grifone, inizio del XV secolo fino al 1475;
il vescovo francescano Maronita Gabriele Kila’i,1450?-1516.

P. Moukarzel è un profondo conoscitore dei Francescani di quel tempo e del ruolo svolto in favore delle relazioni fra i Maroniti e la Santa Sede, quando le comunicazioni con Roma non erano soltanto difficili, ma sospette di spionaggio a favore dei Crociati.

Fra Halim Noujaim, ha sviluppato la storia dopo il XV secolo, incominciando dal patriarca Mussa Sa’ade ‘Ikkari, al tempo del Custode di Terra Santa Bonifacio di Ragusa. Fu lui a suggerire alla Santa Sede di chiedere all’Ordine Francescano l’invio di sei religiosi per istituire scuole per i Maroniti in Libano.

Ha ricordato l’intervento dei Francescani a favore del patriarca Michele Razzi, accusato falsamente da alcuni di essere Giacobita.

Ha quindi sottolineato le relazioni tra il patriarca Stefano Dwaihy e i francescani. In occasione dell’apertura della nostra casa di Harissa (1681), egli inviò lettere al P. Custode Piermarino Sormanni, al P. Presidente di Harissa, e una terza al popolo del Kesroan. In queste lettere il Patriarca elogiava i francescani per il loro servizio e la loro testimonianza in Libano e tra i Maroniti.

I buoni rapporti e la reciproca stima sono alla base della difesa che fra Lorenzo Cozza fa del patriarca ‘Iacoub ‘Awwad, soggetto a false accuse da parte di alcuni vescovi, che lo deposero dal suo ufficio e lo misero in prigione. Fra Cozza, Delegato della Santa Sede, dopo molte difficoltà riuscì a rimetterlo nella sua Sede Patriarcale.

Fra Salim Rizcalla, Cappuccino, ha illustrato la presenza dei Cappuccini in Libano e in tutto il Medio Oriente. Si è soffermato molto su Fakhriddin che - secondo lui – ha ricevuto il Battesimo dai Cappuccini.

Nella sezione pomeridiana, il P. Nasser Joumayyal, ha parlato del ruolo dei francescani nel campo della cultura, evidenziando l’interesse allo studio della lingua araba, come mezzo di comunicazione per l’Evangelizzazione. In realtà questo ruolo è stato grande ed importante nel campo accademico e religioso.

P. Ignazio Sa’adeh, ha parlato della nostra presenza a Harissa, da dove i religiosi furono cacciati per un malinteso col Delegato Apostolico per il Libano nel 1836, e che per questo trovarono accoglienza nel convento vicino, detto del Kreim, degli Armeni, per ben undici mesi.

Infine P. Charles Salhab, ha tenuto una riflessione sulla comunione fraterna così come la desiderava San Francesco.

La giornata si è conclusa con una breve esposizione fatta da ognuna delle dieci famiglie francescane in Libano: la fondazione di ciascuna nel Paese dei cedri, le loro caratteristiche e gli impegni attuali.

Fra Halim ha quindi consegnato ai Congressisti il libro - fresco di stampa, che conta 190 pagine - dal titolo: I Francescani e i Maroniti, dal 1233 fino al 1516.

La seconda giornata del Congresso era dedicata a Francesco e il mondo Musulmano.

P. Halim apre i lavori presentando San Francesco in dialogo col Sultano Al-Malek Kamel. Mentre i crociati (europei), e i musulmani si combattono, Francesco chiede di poter far visita al Sultano, e parlano insieme di problemi religiosi. Questo incontro ha rovesciato le carte e i conti, ed ha favorito il sorgere di relazioni di rispetto reciproco. Il ricordo che quel gesto di pace lasciò nel tempo, ha favorito e promosso alcuni dei privilegi che i francescani riceveranno, per vivere in pace e in pacifica convivenza nei Luoghi Santi. Questo non esclude il sacrificio, anche della propria vita, di molti frati in difesa dei Luoghi Santi, ma è un fatto che i crociati non rimasero due secoli, mentre i Francescani sono nei Luoghi Santi da quasi otto secoli.

Hares Shihab ha fatto il punto sull’esodo dei cristiani da questi Paesi, fenomeno che non risulta così marcato nelle altre religioni. Le difficoltà dei cristiani e le ostilità di cui sono vittime sembrano dimenticare che fu merito di san Francesco l’inizio del dialogo con i musulmani.

Mohammad Sammak, da parte sua dice che “padre Francesco” (così lo chiama lui), rimase perplesso quando seppe che il Corano crede in Gesù, parla della sua nascita miracolosa, e della risurrezione, e crede nel Vangelo come Libro Santo rivelato da Dio. Il Corano poi rispetta molto i religiosi cristiani e li giudica i più vicini alla fede musulmana.

Personalmente sono rimasto molto colpito nell’ascoltare i congressisti musulmani parlare di san Francesco in modo molto positivo, tanto da far meraviglia. Uno stupore ancora più grande per noi francescani che siamo suoi figli e forse non riusciamo a dire quello che Mohammad Sammak ha detto di lui.

Nella sua esposizione fra Halim ha parlato bene dicendo che i cristiani debbono accettare i musulmani come sono, anche con le loro credenze non solo diverse, ma a volte in contraddizione con il cristianesimo. Afferma che Francesco rimase oggettivo e dichiarò apertamente la sua fede davanti al Sultano e ai suoi teologi, senza nascondere credenze che potessero suscitare reazioni negative da parte dei musulmani, perchè se si vuole un dialogo bisogna essere realisti e farsi conoscere con onestà dalle altre persone, ma sempre con buone maniere e con carità.

P. Antonio Daou ha parlato del dialogo, affermando che il dialogo tra Cristiani e Musulmani incominciò a Medina al tempo di Maometto stesso, con i cristiani di Najran.

Sono seguite due conferenze religiose, la prima sulla Regola di San Francesco, tenuta dal P. Toni Haddad, Cappuccino, che ha messo in luce lo spirito della Regola, che è di vivere il Vangelo.
Nella seconda, P. Cesare Assayan sul tema Francesco e il Sacerdozio, è stata richiamata la venerazione di san Francesco per i Sacerdoti, e la sua venerazione e adorazione per l’Eucaristia.

Il Congresso si è concluso con una processione al lume delle candele, dal convento di Nostra Signora del Pozzo a quello di Santa Croce, per terminare nella Cappella del Beato Abuna Ya’coub.

Durante la concelebrazione Eucaristica, presieduta da P. Tanios Rizeq, cappuccino, con P. Cesare Assayan conventuale, e P. Halim Noujaim, per i francescani di Terra Santa, e con tutti i sacerdoti presenti, si sono rinnovati i voti religiosi.

Fr. Halim Noujaim
Beirut 1 Dicembre 2009.