Capitoli regionali in Galilea e in Giudea | Custodia Terrae Sanctae

Capitoli regionali in Galilea e in Giudea

San Francesco amava la fraternità. Riconosceva nei fratelli un dono del Signore. La sua vocazione, generata dall’incontro personale con il crocifisso di San Damiano, si è aperta, sotto l’impulso dello Spirito, all’accoglienza dei fratelli.
Per questo motivo i frati minori si sono sempre impegnati a seguire la vita evangelica in comunità. Hanno sempre compreso la necessità di incontrarsi periodicamente, per animare e rafforzare la loro vocazione. Già nella sua prima Regola Francesco indicava: “Ciascun ministro possa riunirsi con i suoi frati, ogni anno, ovunque piaccia a loro, nella festa di san Michele arcangelo, per trattare delle cose che riguardano Dio”. (RnBu XVIII).

La Custodia di Terra Santa si prepara a celebrare il suo prossimo capitolo a Betlemme, dal 4 al 12 giugno, “per trattare delle cose che riguardano Dio”. La tradizione dell’Ordine, nel corso dei secoli, è scandita dalla periodica celebrazione dei capitoli. Perché questo appuntamento capitolare sia una vera esperienza dello Spirito e dia un impulso concreto alla nostra missione, è stato predisposto un cammino di preparazione. I frati di tutte le comunità hanno celebrato due capitoli locali, per meditare insieme su alcuni temi di comune rilevanza. Questi incontri locali ci hanno condotti verso la celebrazione di due capitoli regionali. Il 24 aprile i frati della Galilea si sono ritrovati sul Monte Tabor; il 26 aprile quelli della Giudea si sono incontrati nel convento di Emmaus. In tutto hanno partecipato circa 130 frati. I due incontri hanno seguito lo stesso programma.

Al mattino fra Noel Muscat, maestro dei novizi e presidente della Commissione preparatoria del Capitolo, ha tenuto una puntuale e stimolante relazione, che sintetizzava il lavoro svolto finora nelle fraternità. Egli ha analizzato le proposte avanzate dai frati della Custodia, in riferimento alle tematiche da trattare in Capitolo, ricondotte a tre nuclei tematici: la vita di fede, la fraternità e la missione.
Il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, in seguito, ha meditato su queste tre materie, mettendole in relazione con le concrete situazioni dei frati e delle comunità. Dalla sua riflessione appariva chiaro come una vita di fede, solida e motivata, sia la roccia sulla quale costruire la fraternità. Ha sottolineato con decisione che per vivere al meglio la nostra vocazione dobbiamo avere “forti e chiare motivazioni di fede”. La missione appare come il frutto naturale di una intensa vita di fede, condivisa e maturata in fraternità. Il Padre Custode ha esposto, in modo fraterno e concreto, le sue riflessioni, maturate nell’esperienza di servizio alla comunità custodiale. Al momento dell’ascolto è seguito quello della riflessione e del dibattito. I frati si sono riuniti in gruppi di studio, sotto la guida di un animatore, per riflettere insieme sulle proposte da presentare al Capitolo. È importante esercitarsi nell’arte della comunicazione e gustare il piacere del dialogo. Nell’incontro fraterno le idee si confrontano, le intuizioni si solidificano, le proposte si concretizzano. Il discernimento comunitario illumina il cammino di ricerca della volontà di Dio.

Il pranzo è stato un momento molto ricco di gioia e di colloquio. I pasti sono stati preparati magnificamente, sul Tabor dai ragazzi di Mondo X; a Emmaus dalle Suore Missionarie del Catechismo. L’allegria della mensa ha intensificato l’atmosfera di condivisione. Nel pomeriggio i frati si sono ritrovati in assemblea plenaria, e qui i relatori dei gruppi hanno esposto il lavoro compiuto. Si è svolto quindi un dialogo tra il Custode e i frati, per il chiarimento e l’approfondimento di questioni specifiche. La celebrazione eucaristica ha degnamente concluso la giornata. I luoghi degli incontri hanno avuto la loro importanza. Sul monte Tabor gli apostoli sono stati testimoni della gloria di Cristo trasfigurato, e hanno udito la voce del Padre che li costituiva testimoni della Sua presenza nel mondo. Emmaus è il luogo evangelico dell’incontro con il Cristo risorto. Sullo sfondo della giornata aleggiava questa atmosfera di ricerca e di incontro. I discepoli di Emmaus “camminavano e discutevano tra loro”, cercando di capire il senso della loro fede. Solo nell’incontro con Cristo trovarono le risposte. Il loro cuore ardeva mentre ascoltavano Gesù che spiegava loro le Scritture. E lo riconobbero nello spezzare il pane. Il frutto di questo incontro è prezioso: i discepoli tornarono a Gerusalemme, capaci di annunciare ai fratelli la loro esperienza di fede.

Il capitolo di Galilea ha avuto un clima più intimo; quello di Giudea ha visto la partecipazione di un numero maggiore di frati; ma in ambedue abbiamo sperimentato la stessa gioia di stare insieme, la stessa ansia di incontrare il Signore. Si respirava “un’aria di famiglia” e si assaporava la gioia semplice di stare insieme, giovani e vecchi, novizi e professori della Flagellazione. Nei cuori di tutti si è ravvivata la fiamma della speranza. Siamo tornati nelle nostre comunità con il proposito di ritrovarci presto insieme: i frati di Terra Santa vogliono continuare fedelmente la loro missione, felici di testimoniare al mondo la bellezza di una vita donata al Cristo.

CS