11 giugno: La conclusione del Capitolo | Custodia Terrae Sanctae

11 giugno: La conclusione del Capitolo

Il Capitolo custodiale, iniziato la sera del 3 giugno, è arrivato alla sua conclusione. La giornata di oggi si è concentrata intorno a tre momenti fondamentali. Il primo è stata la visita che Mons. Sabbah Patriarca di Gerusalemme, ed il suo coadiutore Mons. Twal, hanno fatto al Capitolo.

Dopo il saluto del Padre Custode, Mons. Sabbah ha rivolto all’assemblea un denso ed articolato discorso. Innanzi tutto ha voluto esprimere la gratitudine della Chiesa locale per la difesa dei Luoghi Santi e per il servizio pastorale svolto dai frati francescani. Quindi ha sottolineato il legame essenziale che esiste tra i Luoghi Santi e la Diocesi. Il Patriarca si è interrogato sulle necessità pastorali della Chiesa, e sul modo migliore di affrontare i bisogni reali della gente. Le nostre terre sono segnate da una situazione durissima di conflitti e di sofferenze. La Chiesa, in tutte le sue componenti, è chiamata a svolgere un’opera di pacificazione, che può essere frutto solo di un’evangelizzazione rinnovata. Tocca a noi aiutare il popolo in questo cammino di riconciliazione. Mons. Sabbah ha poi svolto una penetrante riflessione sulla formazione e sul ministero sacerdotale, indicando vie concrete di pastorale e di spiritualità sacerdotale.

Il secondo momento importante di questa giornata è stata l’approvazione, da parte del Capitolo, delle delibere e dei voti finali. Le varie proposte, concernenti la vita di fede, la fraternità e la missione, sono state approvate quasi sempre all’unanimità, evidenziando un orientamento condiviso da tutti i capitolari. L’approvazione di ogni articolo è stata preceduta da un dibattito assembleare, che ha permesso di rifinire e anche di modificare i testi predisposti dalla Commissione Capitolare. Da queste indicazioni, e dalla loro reale applicazione, dipenderà il cammino futuro della Custodia. La serata si è conclusa con la celebrazione dei vespri, nella chiesa di Santa Caterina. Il Custode , meditando sul racconto lucano dei discepoli di Emmaus, ha rivolto ai frati il suo messaggio conclusivo. Il Capitolo è stato certamente un tempo di grazia, nel quale lo Spirito Santo ci ha condotto a scrutare i segni dei tempi, per rispondere alla domanda: “Signore cosa vuoi che facciamo, in Terra Santa?”. I tempi drammatici e provvidenziali che viviamo esigono che ci poniamo in atteggiamento di apertura dinanzi al mondo, cercando nella parola di Dio la luce che ci fa comprendere il senso profondo della storia. Non ci sono risparmiati, come ai discepoli di Emmaus, la fatica del cammino, il dubbio, il tormento e perfino la tentazione di disperazione. Ma il Signore vuole che camminiamo in mezzo a queste difficoltà, per poi riconoscerlo presente e operante in mezzo a noi. L’itinerario di fede evangelica suppone sempre un discernimento spirituale, che ci fa percepire la sapienza divina che conduce i nostri passi. Anche le vicende più materiali e apparentemente lontane dalla fede, sono in realtà un invito a scoprire la potenza dell’amore di Dio, che avvolge ogni cosa. Il Capitolo ci ha dimostrato che, nonostante le nostre debolezze umane, le certezze della fede sono radicate nel nostro cuore. Nei prossimi tre anni dobbiamo camminare insieme, compiendo la missione che il Signore ci affida. Concretamente abbiamo dinanzi tre grandi ambiti di un progetto di vita da concretizzare. Dobbiamo perfezionare la qualità della nostra vita di fede, dobbiamo sviluppare un progetto efficace di formazione permanente, ed infine dobbiamo lavorare sempre più efficacemente nel campo dell’evangelizzazione. Tutto questo sarà possibile se sapremo conformare tutte le nostre scelte all’esempio di Colui che ci ha amato donando la sua vita per noi. L’ultimo desiderio di questo Capitolo è di conoscere pienamente l’amore del Signore.