Meditazione di Fr. Sinisa Srebrenović, 8 marzo

Meditazione di Fr. Sinisa Srebrenović, 8 marzo

Dal Vangelo secondo Marco

Mc 12,28b-34

Amare se stessi

Il Vangelo contiene parole che spiegano il comandamento fondamentale dell'amore.

Si dice che dovremmo amare il nostro prossimo come noi stessi. Forse pensiamo troppo poco a quella realtà dell’amor proprio. Eppure dovremmo pensarci, perché Gesù lo considera una misura dell'amore per il prossimo. Cosa significa in realtà? La prima cosa che non dobbiamo dimenticare è che amare se stessi non significa entrare in un narcisismo malato. Non si tratta di un egoismo malato per cui pensiamo solo a noi stessi e non abbiamo tempo o nervi per gli altri.

Questo non è cercare negli altri la conferma della propria vita ed esigere che gli altri esaudiscano ogni nostro desiderio. A questo proposito, Gesù dice molto chiaramente nel Vangelo che bisogna rinunciare a se stessi e ai propri interessi ed essere per gli altri, se vogliamo capirlo, se vogliamo essere suoi discepoli. L’amor proprio evangelico, al quale siamo chiamati, non ha nulla a che fare con l’egoismo, è in un'altra linea.

Amare se stessi significa accettare la propria vita come un segreto e come un dono. L'uomo è chiamato a riconoscersi dotato dall'iniziativa d'amore di Dio. Quell'amore ci rivela le dimensioni ineffabili della volontà di Dio. È l'amore che sta dietro l'intervento creativo, con il quale Dio ha realizzato il suo desiderio per il mio essere. Abbiamo bisogno di scoprire che siamo figli di Dio, esseri amati da Dio, che siamo esseri indicibilmente desiderati da Colui che è il Signore della vita. Ciò significa aprirsi alla gioia della vita e questo ci colloca poi nella vera realtà dell'amor proprio. In questo modo, quando ci vediamo alla luce del disegno di Dio, accettiamo la nostra vita. Accettiamo tutto ciò che siamo e ciò che portiamo dentro di noi.

Tutto è nel piano di Dio e tutto ciò che Dio fa è perfettamente concepito e realizzato. Quando non amiamo noi stessi, quando non accettiamo qualcosa di noi stessi che non possiamo cambiare, quando siamo arrabbiati per qualcosa o ci vergogniamo di qualche caratteristica del nostro corpo o della nostra natura, allora è come se rifiutassimo amore di Dio, perché in un certo senso ci lamentiamo con Dio che qualcosa viene fatto in modo imperfetto e incompleto. In un tale stato d'animo è impossibile amare te stesso in modo vero. Quando in noi c’è tale non accettazione, allora nascono in noi ribellioni e concupiscenze. L'uomo sente il desiderio di risarcire ciò di cui pensa di essere privato in modo illegale. Allora cadiamo nella tentazione dell’egoismo, vogliamo mettere al sicuro la nostra vita nel modo sbagliato. Poiché pensiamo di essere privi di amore, cerchiamo certe soddisfazioni, indulgiamo in piaceri unilaterali, soprattutto sessuali. Allora non c'è vera gioia nella vita.

Quando però ci accettiamo con tutto ciò che siamo, con il nostro corpo e la nostra natura, la nostra età e sesso, con la nostra salute e malattia; quando accettiamo gli stessi genitori che abbiamo e i fratelli con cui condividiamo il loro amore, quel coniuge e quel collega di lavoro, quando accettiamo i nostri limiti e le nostre debolezze, allora in noi si crea un clima di pace, allora non accettiamo la vita come qualcosa di imposto, ma come qualcosa di dato. La vita non appare più come una punizione, ma come un vero dono. Questo è il vero fondamento da cui cominciare ad amare noi stessi nel modo giusto.

Quando amiamo noi stessi in questo modo, aiutiamo gli altri intorno a noi ad amarci in un modo unico. Quando accettiamo e amiamo noi stessi nel modo giusto, allora è più facile per noi amare le persone che ci circondano. Quando non amiamo noi stessi, non sapremo mai amare gli altri intorno a noi. Non abbiamo standard d'amore, pochiche non portiamo dentro di noi l'esperienza dell'accettazione e dell'amore. Se non amiamo noi stessi, creiamo intorno a noi il muro per gli altri e gli stiamo chiudendo la stradaverso il nostro cuore. Riconosciamoci nell'amore di Dio Padre che ci ha creato e voluto. Riconosciamoci in Gesù, il Figlio prediletto, e realizziamo che in Lui siamo anche figli amati dello stesso Padre. Riconosciamoci nel segreto dello Spirito d'amore, nello Spirito Santo che è stato riversato nei nostri cuori si che i nostri cuori ardano di amore vero e pieno. Toccati da quell'amore divino, potremo amare noi stessi, perché ci riconosciamo alla luce delle opere meravigliose di Dio.

Così, pieni di gioia, potremo amare le persone che ci circondano. Allora adempiremo nel modo giusto il comandamento fondamentale dell'amore per il prossimo, perché porteremo dentro di noi una norma: ameremo noi stessi alla luce dell'amore di Dio.