Meditazione di Fr. Samuele Salvatori, 3 marzo, III domenica di Quaresima

Meditazione di Fr. Samuele Salvatori, 3 marzo, III domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-25

Carissimi fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace. Sono fr. Samuele Salvatori dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme.

Il nostro cammino quaresimale ci mette di fronte a delle domande fondamentali per la nostra fede: in che modo noi possiamo trovare Dio? In che modo la nostra vita fragile e bisognosa di misericordia può incontrare l’amore di Dio? Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima non solo risponde a queste domande, ma ci annuncia anche “dove” noi possiamo incontrare Dio e riconoscerlo come Padre: Cristo è il nuovo Tempio dove l’umano e il divino si incontrano, dove la nostra vita viene accolta da Dio, dove il nostro peccato viene perdonato per la sua misericordia, e dove la nostra umanità viene trasfigurata e divinizzata.

Quando ascoltiamo questo episodio della cacciata dai venditori dal Tempio rimaniamo impressionati dalla durezza dei gesti di Gesù verso delle persone che, in fondo, stavano offrendo il loro servizio per il culto. Questa prima impressione rischia però di non farci cogliere il senso del gesto di Gesù: purificando il Tempio egli ci indica un nuovo modo per entrare in relazione con Dio.  

La scena del Vangelo si svolge nel Tempio, il luogo della presenza di Dio; è vicina la Pasqua, la festa che ricorda la liberazione dall’Egitto e la salvezza di Israele. La narrazione di Giovanni si sviluppa in un crescendo in cui sempre di più si passa dalla centralità del Tempio, il luogo più santo di Israele, alla centralità di Gesù, il vero tempio in cui Dio si fa incontro all’uomo. Cacciando i venditori dal Tempio Gesù compie un gesto che rievoca e riassume la parola dei profeti, i quali hanno sempre puntato il dito, anche con parole molto dure, sull’esteriorità e sull’ipocrisia del culto del popolo di Israele. Lo aveva detto molto bene Isaia: “Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è distante da me” (Is 29,13). Il gesto di Gesù ricorda ad Israele, ed oggi anche a noi, che il rapporto con Dio non può diventare un “mercato” in cui noi gli offriamo la nostra religiosità esteriore per ottenere i suoi favori. Dio non vuole essere accontentato dalle nostre offerte, ma in Gesù ci dà la possibilità di andare a lui come figli.

Di fronte alla domanda dei Giudei, che gli chiedono un segno che giustifichi il gesto appena compiuto, Gesù risponde con un annuncio che sicuramente appare misterioso agli orecchi dei Giudei, ma che per noi, che siamo testimoni della sua morte e della sua risurrezione, diviene molto chiaro e luminoso: “Distruggete questo tempio ed in tre giorni lo farò risorgere”.

La realtà del Tempio indica il bisogno umano di incontrare Dio, il bisogno di un luogo sacro dove Dio si renda presente, il Tempio è il luogo che manifesta la sacralità della vita dell’uomo. Eppure il Tempio di Gerusalemme verrà distrutto e Israele perderà per sempre il suo luogo di culto. Anche il corpo di Gesù, che egli identifica col Tempio, verrà distrutto, verrà ucciso sulla croce. Ma è proprio in questo evento che si rivela la novità del culto cristiano, perché quel corpo crocifisso è il corpo del Figlio di Dio, l’innocente che ha portato su di sé i nostri peccati.

Il cammino quaresimale che stiamo facendo, che ci condurrà alla Pasqua di una vita nuova, ci aiuti a scoprire il significato profondo dell’incontro con Dio, un incontro che avviene mediante Cristo: è lui il nuovo Tempio, il Dio che si è fatto vicino a noi abbracciando la nostra umanità; ma è anche il Tempio dove l’uomo incontra Dio, perché nella Pasqua di Cristo noi siamo stati uniti a lui e siamo diventati figli di Dio.

Carissimi fratelli e sorelle,

pace e bene dalla Terra Santa.