Meditazione di fr. Samuele Salvatori, 13 marzo

Meditazione di fr. Samuele Salvatori, 13 marzo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 5,17-30

Pace e bene da Fr. Samuele Salvatori, dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme

Nel Vangelo di oggi ascoltiamo il discorso che Gesù rivolge ai Giudei dopo aver guarito l’uomo infermo presso la piscina di Betzatà. Essi stanno tramando la sua morte non solo perché ha violato il sabato compiendo il gesto di guarigione nel giorno del riposo, ma soprattutto perché si è fatto come Dio affermando di agire insieme al Padre.

In questa narrazione Giovanni dipinge con un effetto di chiaro-scuro la contrapposizione tra Gesù e i giudei. Da una parte Gesù manifesta la sua piena obbedienza al progetto di Dio facendosi vicino all’uomo bisognoso di salvezza. Nei segni compiuti e nelle parole che ne svelano il significato, Gesù rivela il vero volto di Dio, che non è lontano dall’umanità ma si fa vicino come un Padre che vuole la salvezza dei suoi figli.

Dall’altra parte della scena troviamo invece i giudei che rimangono fermi nella loro cieca ostinazione e travisano il significato profondo del segno compiuto da Gesù. Essi si pongono solamente nella prospettiva dell’osservanza del riposo sabbatico: non importa che un uomo sia stato guarito, importa solamente che un precetto sia stato trasgredito.

Ma ciò che inasprisce ancora di più l’astio dei giudei è il rapporto di Gesù col Padre: chiamando Dio con l’appellativo di “Padre mio” Gesù sembra volersi mettere sul suo stesso piano, cosa che appare come una bestemmia per la fede giudaica. E proprio questa affermazione di Gesù causa la decisione dei giudei di ucciderlo.

Eppure è proprio in questo dramma del progetto di morte su Gesù che si rivela la sua identità di Figlio di Dio: sulla croce Gesù non ha perso la sua vita ma l’ha donata volontariamente per la nostra salvezza. Egli è il Figlio di Dio non perché si eleva al di sopra dell’umanità, ma perché, con la sua incarnazione e con il dono della sua vita, ci ha dato la possibilità di riavvicinarci a Dio e di chiamarlo col nome di Padre.

In questo cammino quaresimale il Signore Gesù guarisca il nostro cuore, spesso indurito dall’orgoglio, e ci faccia scoprire il senso profondo della croce, che è la piena manifestazione della misericordia di Dio per ognuno di noi.

Pace e bene dalla Terra Santa