Meditazione di Narcys Klimas, 11 marzo

Meditazione di fr. Narcys Klimas, 11 marzo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 4,43-54

Oggi incontriamo di nuovo Gesù a Cana di Galilea, dove compì il famoso miracolo di trasformare l’acqua in vino. Questa volta compie un altro miracolo: la guarigione del figlio di un funzionario reale. Sebbene il primo miracolo sia stato straordinario, questo è senza dubbio più prezioso perché non dona dei beni materiali, ma salva una vita umana.

Il nuovo miracolo attira particolare attenzione perché Gesù opera a distanza, non va a Cafarnao per guarire il malato proprio lì, ma opera la guarigione senza lasciare Cana. Il funzionario gli disse: Signore, scendi prima che il mio bambino muoia. Gesù gli dice: Va', tuo figlio vive. (Gv 4,49-50).

Questo episodio evangelico ci fa capire che possiamo fare molto del bene anche a distanza, senza dover essere presenti laddove è necessaria la nostra generosità. In questo modo, ad esempio, aiutiamo i poveri che ne hanno bisogno facendo una donazione a istituzioni come la Caritas, non dobbiamo nemmeno andare nel luogo dove sorge la necessita d’aiuto. Possiamo portare tanta gioia anche alle persone molto lontane chiamandole telefonicamente, scrivendo una lettera o un'e-mail.

Molte volte giustifichiamo il fatto di non poter fare nulla di buono, accampando la scusa di essere fisicamente distanti dalle situazioni di bisogno. Gesù non si è sottratto alla richiesta d’aiuto solo perché non si trovava a Cafarnao, ma ha compiuto un miracolo. La distanza non è un ostacolo alla generosità, perché la generosità viene dal cuore e supera ogni confine. Come ha detto Sant’Agostino: Chi ha misericordia nel suo cuore troverà sempre qualcosa da dare.

Gesù sa perfettamente cosa fare. Non ha bisogno di percorrere chilometri per confermare la sua divinità. Tuttavia, prima di guarire a distanza, pronuncia queste parole significative: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete” (cfr Gv 4,48b). Queste parole sono rivolte non solo a questo funzionario, ma a tutti gli ascoltatori. Si rende conto che i segni confermeranno il suo amore e i miracoli metteranno in risalto la potenza di Dio, che è capace di vincere ogni cosa.

"Va', tuo figlio vive" (Gv 4,50): quattro parole che bastavano perché il funzionario credesse. Il funzionario del re credette anche se non aveva visto i segni e i miracoli di Gesù. Non gli ha chiesto se era sincero, non ha cercato di insistere che lui andasse a Cafarnao, ci ha creduto e se n'è andato.

Dio non ha bisogno dei nostri piani e calcoli, loro hanno bisogno di Dio. Per Lui non esistono barriere di distanza, di tempo, ecc. Dio è sempre e ovunque. Questo lo hanno sperimentato tutti coloro che hanno creduto in Lui.

Se hai un orologio rotto, vai da un orologiaio. Quando la macchina si guasta, andiamo dal meccanico. Andiamo dal medico quando ci ammaliamo. E così via. Nessuno si meravigli di queste necessità. Ho un problema, quindi cerco di risolverlo.

Un funzionario reale si rivolge a Gesù con il suo problema. Compiendo un miracolo a distanza, Gesù ne mostra il duplice valore: suscita la fede nel padre e dona la salute al figlio.