Meditazione di fr. Alessandro Cavicchia, 16 marzo

Meditazione di fr. Alessandro Cavicchia, 16 marzo

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 7,40-53

Pace e bene da fr. Alessandro Cavicchia,

frate minore in servizio nella Custodia di Terra Santa e docente di NT presso lo SBF.

Il brano del vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta uno dei momenti della vita di Gesù in cui dinanzi alla manifestazione della sua identità profonda, di Figlio di Dio, si crea il caos. Dinanzi al grido di Gesù, le ordinarie categorie di pensiero non funzionano e la mente va in stallo, non sa più cosa pensare e come agire.

Nei versi precedenti a quelli che abbiamo ascoltato, Gesù si trova nel tempio e grida: “Chi ha sete venga a me e beva, come sta scritto per chi crede fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”

Si tratta di una frase che è per certi versi misteriosa. Ma la reazione della folla con un principio di fede e la grande discussione che si crea intorno a lui ci dice che più di qualcuno ha capito. Il grido di Gesù che sia trova nel tempio dice la sua identità di essere il luogo escatologico del culto e che ogni credente in lui troverà il complimento della sete più profonda, la sete di Dio. Non solo. Il credente diventerà a sua volta luogo di abitazione del divino e luogo da cui il Divino stesso si manifesta, e perciò luogo di comunione con gli altri credenti.

È comprensibile allora la reazione scomposta della folla, tra l’intuizione che davvero quest’uomo possa avere qualcosa di speciale e di unico e la paura di credere, con l’esigenza di dover cambiare completamente prospettive di vita e di fede. Si comprende  la paura dei capi di perdere il controllo del tempio e di tutta la sua organizzazione, e il timore degli inservienti del tempio che non osano afferrarlo.

E si interrogano secondo le loro capacità: “ma chi è quest’uomo, da dove viene?” Già “da dove viene…?” E certamente la piccola città di Nazareth non era sufficiente per spiegare il mistero di Gesù… dal Nord, dalla Galilea, una regione in cui molti popoli si sono mischiati con una chiara impurità culturale,  non può venire niente di buono. Ma il mistero resta… e non sono sufficienti le parole di Gesù che spiega la sua vera origine: il Padre! Gesù viene da Dio in un modo unico e irripetibile e per questo può diventare il luogo dell’incontro con Dio Padre stesso. Se le sue parole non bastano, come non sono sufficienti le parole evangeliche, allora anche per noi il mistero resta…

Vi lascio su questo rimanere nel mistero, sospesi nella domanda, per dare spazio alla ricerca e alla preghiera personale, al desiderio di vita che solo Gesù può saziare. Quel Gesù che gridando invita tutti noi ad andare da lui per dissetare il proprio desiderio di Dio, per essere a nostra volta testimoni dell’incontro con lui, trasparenza di Dio, noi stessi luogo dell’incontro con Dio…