La Storia del Muski | Custodia Terrae Sanctae

La fondazione del convento del Muski

MUSKI

Il 21 Aprile 1632 p. Paolo da Lodi, nominato Custode di Terra Santa meno di un anno prima (22 Agosto 1631), otteneva dal console di Venezia, Giovanni Donato, una dimora fissa al Cairo per i francescani, già cappellani della colonia Veneta nella stessa città da molti anni. A tale scopo il mercante veneziano Domenico Savio concede ai frati la propria casa, “contigua al coro della cappella veneta”. L’ambasciata era situata nel quartiere del Muski, famoso mercato del Cairo, oggi Via Bendaka (=Veneziani) 12.
Il 16 Gennaio 1633, il medesimo console, faceva la stessa concessione per una dimora dei frati in Alessandria, “conoscendo sommamente giusta e necessaria la protezione di quei Padri Francescani, che da Christianità qua si trasferiscono, per condursi in Gerusalem…”

In tal modo i francescani poterono svolgere la loro attività più regolarmente. Col tempo, il grande flusso di europei, favorito da Mohammed Ali e successori, fece del convento del Muski la parrocchia latina più grande del Cairo, con tre succursali: San Giuseppe, Bulacco e Meadi, divenute più tardi parrocchie indipendenti. La parrocchia del Muski ebbe il suo più grande sviluppo nell’ultimo decennio del secolo diciannovesimo e i primi due del ‘900, con un numero di fedeli che si aggirava sulle 20.000 anime, in maggioranza italiani, ma con buon numero di maltesi, austriaci, slavi, francesi e orientali. La chiesa del Muski, cattedrale fin dal 1858, era punto di riferimento per tutte queste nazionalità, come testimonia il ricco archivio parrocchiale le cui prime date risalgono al 1611. In preparazione alla Pasqua, nei tempi della grande parrocchia, si celebrava il quaresimale in cinque lingue: italiano, maltese, francese, tedesco, slavo. Gran parte dell’attività pastorale si svolgeva attorno al Santuario della Madonna, dichiarata dal Cardinale Gustavo Testa, nel 1939, Regina d’Egitto.
Con la divisione in tre Parrocchie: San Giuseppe, Bulacco e Meadi (1920), quella del Muski non è più la grande Parrocchia di un tempo. Con la seconda guerra mondiale il numero dei fedeli si assottiglia. La Rivoluzione Egiziana (1952), e specialmente l’occupazione del Canale di Suez (1956) segnano un grande esodo. Oggi la parrocchia latina si riduce a pochissime famiglie.
Per riattivare il grande convento, la Custodia di Terra Santa ebbe la felice idea di fondare il Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani.

Il Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani oggi

Generalità
Il 16 Settembre 1954 s’inaugurava nel convento del Muski il Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani. Il fondatore fu p. Giacinto Faccio, veneto, allora Custode di Terra Santa, e il primo direttore, p. Martiniano Roncaglia. All’inaugurazione era presente il primo Presidente della Repubblica Egiziana, Mohammed Naguib, il Delegato Apostolico e varie personalità civili e religiose. La Custodia di Terra Santa aveva da tempo il desiderio di fondare un’opera orientale. Con la rivoluzione egiziana del 1952, il grande convento del Musky - sede da antichi tempi della grande parrocchia latina del Cairo - era rimasto quasi vuoto. Fu allora che, per utilizzare meglio questo convento, si fondò il nostro Centro di Studi.
All’inizio gli obiettivi non erano molto chiari. Si parlò perfino di un’Università Cattolica, si pubblicarono soggetti d’islamologia, di letteratura araba. Ma ben presto vennero fissati due obbiettivi: a) continuare le ricerche sulla storia di Terra Santa, seguendo le orme di p. Girolamo Golubovich; b) incrementare gli studi riguardanti le comunità cristiane del Medio Oriente. Questi sono gli obiettivi del centro anche al momento presente.
Due sono state e sono le principali attività del centro: 

  • a) I contatti con il mondo culturale cristiano e non cristiano, locale e straniero.
  • b) Le pubblicazioni di studi e ricerche sulle suddette Comunità.

Il desiderio del p. Giamberardini, secondo direttore del centro, era quello di avere uno specialista per ogni comunità. Quest’idea si rivelò più tardi ben fondata. Difatti i settori meglio sviluppati sono quelli che hanno avuto la fortuna di avere questo specialista. Così al presente sono meglio curate le sezioni copta, arabo-cristiana, armena, Terra Santa.

Biblioteca

La biblioteca è divisa in due grandi sezioni: le materie generali (teologia, storia, geografia, arte, ecc.) e quelle speciali, cioè il patrimonio culturale di ciascuna delle comunità cristiane orientali: copta, armena, siriana, ecc. A queste parti specializzate si aggiunge l’arabo cristiano, cioè tutto il materiale religioso-culturale cristiano scritto in lingua araba.
Il nucleo iniziale della biblioteca fu costituito dai libri più utili allo scopo del centro, raccolti dai vari conventi della Custodia. A questi si aggiunsero col tempo altri libri, o per acquisto diretto o attraverso doni, o per via di abbonamenti a riviste e collezioni. Gli acquisti locali si fanno occasionalmente o alla Fiera del libro del Cairo (fine gennaio di ogni anno).
Attualmente la nostra biblioteca può considerarsi tra le migliori del Cairo, e unica nel suo genere, per la sua specializzazione. Contiene più di cinquantamila volumi, oltre una buona collezione di riviste e di manoscritti arabo-cristiani e occidentali (più di mille) e un’altra collezione di manoscritti islamici (ancora non catalogati).
Quattro quadri di grande valore, con scene di Venezia, del ‘700 – uno rappresenta il Palazzo dei Dogi – ricordano ancora la Serenissima.

Attività

Collaboratori esterni
Fin dall’inizio il centro ha avuto collaboratori esterni che, data la carenza di personale, costituiscono un prezioso sussidio per il centro. Ricordiamo il caro Kush Burmester, Otto Meinardus, il prof. Khater e ultimamente il prof. B. Pirone dell’Orientale di Napoli, il prof. Serra dell’Università la Sapienza di Roma, il sig. Alberto Elli, ecc.

Altre attività
Gli addetti al centro, accanto alla ricerca e alle pubblicazioni, svolgono un’altra attività assai importante: l’assistenza ai lettori. Molte tesi di laurea sono nate nel nostro centro. Un gran numero di alunni dei seminari e istituti religiosi del Cairo trovano libri e assistenza nella nostra biblioteca. Così pure professori e studenti delle università egiziane, in gran parte musulmani, trovano da noi assistenza e collaborazione. Si evidenzia con soddisfazione l’apertura del mondo arabo musulmano agli studi cristiani. Particolare attenzione è data al periodo bizantino e alle Crociate. Nel 1982 all’università dell’Azhar fu difesa, con la nostra collaborazione, una tesi su Sant’Efrem. All’università del Cairo e altrove sono state difese tesi come ”L’Impero bizantino sotto Eraclio” (1985), dove si parla dell’Enoticon, del monotelismo, ecc.; lo Scisma d’Oriente e la sua influenza sui rapporti tra Oriente e Occidente; La teoria della conoscenza in San Bonaventura; il Contra Celsum di Origene. È in corso la traduzione araba degli Annali di Caffaro, uno dei primi storiografi delle Crociate, con la collaborazione di un professore dell’Università di Tanta; ecc.

Pubblicazioni
La ricerca costituisce ora l’attività principale del centro. I lavori degli addetti al centro e dei loro collaboratori vengono pubblicati o nel periodico Studia Orientalia Christiana Collectanea (SOC), più brevemente SOC Collectanea, che ora si trova al suo trentasettesimo volume, o nella serie Monografie.
Collectanea viene pubblicata dal 1956 e contiene contributi in italiano, francese, arabo, copto ed è distribuita da Brepols International (i numeri precedenti il 2007 sono disponibili presso la Libreria Terra Santa di Milano, tel. 02 34 91 566- libreria@edizioniterrasanta.it o contattando il distributore: www.brepols.net).

Le pubblicazioni del p. Gabriele Giamberardini (+ 1978) – che può considerarsi uno dei pionieri negli studi copti cristiani - costituiscono un nucleo di prim’ordine. Oltre al mondo copto (La Sorte dei defunti nella tradizione copta, 1965; San Giuseppe nella tradizione copta, 1966; Il Culto Mariano in Egitto, 1975-58; ecc.), si è molto interessato della storia dei Francescani in Egitto (Lettere dei Prefetti Apostolici, 1960; Cronaca della Missione Francescana, 1962, ecc.).
Con la partenza del p. Giamberrdini, la guerra del 1967, la guerra del Libano e la mancanza di personale, le pubblicazioni hanno subito un forte rallentamento per riprendere negli anni ’80 e più ancora agli inizi degli anni ’90, grazie all’arrivo di un nuovo collaboratore (p. L. Cruciani) e alla computerizzazione del lavoro editoriale. Tra le migliori ultime pubblicazioni si segnalano: La Cronaca di Santa Caterina, 1994; l’edizione bilingue (arabo-latino) del Diritto canonico delle Chiese Orientali Cattoliche, 1995; la monumentale Summa Teologica di Ibn al’Assal, in 7 volumi, 1999.; e ultimamente, 2003, la Storia della Chiesa Copta, 3 volumi. La sezione armena conta parecchi studi e testi su Eliseo l’Armeno, biografie di Georges di Skevra, Il Commento a Isaia di quest’ultimo, documenti sui massacri di Mardin nel 1915, ecc.
L’aiuto dato alla dott.ssa Emanuela Trevisan Semi, dell’Università di Venezia, viene così ricordato nella prefazione del suo libro Gli Ebrei Caraiti tra etnia e religione, pag. 16: “I Padri dell’Istituto Francescano di Studi Orientali del Cairo hanno dimostrato la loro disponibilità veramente fraterna nell’aiutarmi sia materialmente nei contatti con la comunità caraita del Cairo, sia nel reperimento – nella loro ricca e misteriosa biblioteca – di testi che credevo di non poter ritrovare al Cairo”.