Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza

Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza

Vigilia di Pentecoste

Gen 11,1-9; Sal 32 (33); Es 19,3-8a.16-20b; Sal 102 (103); Ez 37,1-14; Sal 50 (51); Gl 3,1-5; Sal 103 (104); Rm 8,22-27; Gv 7, 37-39

 

Carissime sorelle, carissimi fratelli,

il Signore vi dia Pace!

 

1. San Paolo, nella Lettera ai Romani, ci ha ricordato che “lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26). 

Confesso che in questo tempo sento un bisogno particolare di questo aiuto e di questa intercessione dello Spirito perché, nella mia vita, mai come in questi anni, ma particolarmente in questi ultimi mesi, ho avuto l’impressione di aver pregato inutilmente, e mi sono chiesto se la mia preghiera è stata o meno in sintonia con lo Spirito. E mi pare, come ci ha detto san Paolo, che in certe situazioni più che dire parole dobbiamo anche noi imparare a gemere assieme allo Spirito.

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato mi aiuta a mettere a fuoco il motivo di questi gemiti, particolarmente nel presente e nella situazione che stiamo vivendo.

2. Dobbiamo gemere perché facciamo parte di un’umanità divisa, un’umanità che a forza di volersi sostituire a Dio, o a forza di confidare nei propri mezzi umani, ha perso la capacità di dialogare, di riconciliare le differenze nel comune linguaggio dell’amore, della fraternità umana, del riconoscimento della dignità dell’altro. 

Dobbiamo gemere di fronte a ciò che succede a Gaza, dobbiamo gemere di fronte a ciò che succede in Siria, dobbiamo gemere di fronte a ciò che succede in Ucraina. Certamente. Ma qualche volta dobbiamo gemere anche di fronte a quello che succede nella nostra famiglia o nella nostra comunità. Gemere perché siamo divisi, gemere perché facciamo fatica a dialogare, gemere perché siamo incapaci di accettarci reciprocamente per quello che siamo.

3. Il Profeta Ezechiele mi dice che dobbiamo gemere anche per la conseguenza di tutto questo, che è la morte. Nella sua visione Ezechiele vede una intera pianura piena di ossa seccate dal sole e dal vento. 

Oggi le pianure piene di ossa e di cadaveri sono innumerevoli. In Africa 31 Stati sono lacerati da conflitti armati e ci sono 295 milizie di vario genere che si combattono tra di loro; in Asia il conflitto tocca 16 Stati e le milizie coinvolte sono 202; in Europa 9 Stati sono in guerra e 93 sono le milizie combattenti; in Medio Oriente (cioè dove siamo noi) 7 Stati sono in guerra, 267 milizie combattenti; nelle Americhe 7 Stati hanno conflitti non ancora risolti e 39 sono i gruppi armati attivi. 

In tutto, gli stati che sono attualmente coinvolti in qualche tipo di guerra sono 70 e le milizie sono 896, e le pianure piene di ossa e di cadaveri è impossibile contarle. 

E lo Spirito geme, e anche noi gemiamo quando prendiamo coscienza di tanto orrore. E lo Spirito geme per ogni mancanza di rispetto verso la persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio, che ha diritto di vivere con dignità dal concepimento fino alla morte naturale.

4. Ho preso in considerazione solo due motivi per cui dovremmo gemere assieme allo Spirito in questo nostro mondo e in quest’ora della storia. Le letture potrebbero offrire anche altri spunti che lascio alla vostra riflessione personale.

Di fronte a queste situazioni gemiamo perché ci sentiamo impotenti e – come dicevo all’inizio – anche la nostra preghiera ci sembra inefficace e per questo perfino inutile. Eppure, sono proprio le letture che abbiamo ascoltato a dirci che dobbiamo tenere viva in noi la fiammella della speranza. 

5. San Paolo ci ricorda che tutta la creazione sta gemendo e non solo noi, e che dentro questa situazione lo Spirito ha messo nel nostro cuore la speranza: la speranza di riuscire un giorno a vivere finalmente da figli di Dio e da membra di un’unica famiglia e fraternità umana, la speranza che la nostra umanità concreta - Paolo dice "il nostro corpo" - sia redenta e impariamo finalmente a vivere nel limite della nostra umanità senza essere gli uni contro gli altri. La speranza di poter un giorno, tutti insieme, partecipare alla vita stessa di Dio con tutta la nostra persona.

6. San Paolo ci ricorda anche che “se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” (Rm 8,25). Comincio allora a capire che lo Spirito non solo geme assieme a me e a tutto il creato per quello che sta succedendo ma che trasforma tutto questo gemere in preghiera senza parole. 

Comincio a comprendere che lo Spirito sostiene la mia speranza, la mia capacità di attendere in modo costante e perseverante la risposta di Dio alla mia preghiera, alla preghiera di tutta l’umanità e dell’intero creato.

Comincio a comprendere che per permettere a Dio di realizzare il miracolo della Pentecoste è necessario che io sia paziente, e non mi scoraggi, e continui a gemere anche quando sembra che il mio gemito sia inutile e non sia ascoltato da nessuno.

7. Signore, manda il tuo Spirito e sostieni la nostra fragile preghiera, e con la potenza del tuo Spirito abbatti le barriere che separano i popoli. Fa’ che un giorno possiamo vedere l’intera umanità raccolta in un’unica famiglia capace di vivere in pace e in fraternità. 

Signore, manda il tuo Spirito e infondi in noi il tuo alito di vita, perché le tante, troppe, pianure piene di ossa e di cadaveri diventino un monito a deporre le armi e ripudiare la guerra come strumento di soluzione dei conflitti. Che le tante, troppe, pianure piene di ossa e di cadaveri diventino un invito a rispettare e promuovere la dignità di ogni persona in ogni istante della sua vita e in vista della vita eterna in comunione con Te.

Signore, manda il tuo Spirito e tieni pazientemente viva in noi la speranza che un giorno anche i nostri corpi risuscitati e ricreati dalla pienezza del tuo Spirito Santo in noi parteciperanno alla vita senza fine in Te.