Gesù ha sete di dissetare noi | Custodia Terrae Sanctae

Gesù ha sete di dissetare noi

III Quaresima – ANNO A

Continua la collaborazione tra VITA TRENTINA  e fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa nella rubrica "In ascolto della Parola". 

«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva» Gv 4,10

Es 17,3-7; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42

Le tre letture di questa domenica ci immergono anzitutto nella situazione drammatica del popolo d’Israele che sperimenta la sete e il dono dell’acqua che permette di proseguire nel cammino attraverso il deserto (prima lettura). Ascoltando il vangelo ci mettiamo poi nei panni della Samaritana che incontra Gesù: colui che possiede e dona l’acqua viva, che ci permette di attraversare il deserto della lontananza da Dio. Ci rendiamo conto infine (seconda lettura) che il dono di quest’acqua consiste “nell’amore di Dio riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).

Ci soffermiamo ora sull’incontro di Gesù con la Samaritana, perché possiamo leggervi un itinerario di maturazione a partire dall’incontro personale con Gesù. L’incontro non comincia con la sete della Samaritana ma con la sete di Gesù, che si siede stanco al pozzo. Giovanni non ha paura di metterci davanti agli occhi Gesù stanco ed assetato, nell’ora più calda del giorno e in un ambiente tendenzialmente ostile com’era la Samaria per un Giudeo. Lo fa ora, quasi all’inizio del suo Vangelo, lo farà di nuovo al termine, presentandoci Gesù crocifisso che ancora dice: “Ho sete!” (Gv 19,28). Il terreno sul quale Gesù ci viene incontro è il terreno della nostra umanità fragile e bisognosa! La sua umanità è come la nostra, cioè bisognosa. Ma nel momento in cui chiede si manifesta anche capace di donare ciò che potrà soddisfare il desiderio più profondo che portiamo in cuore.

La sete di Gesù mette pian piano in luce la nostra sete. Essa è inestinguibile finché non incontriamo lui ed il dono di grazia che ci fa: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4,13-14).

Nel dialogo con Gesù la Samaritana mette a nudo la precarietà delle proprie scelte di vita senza restarne schiacciata. Nell’incontro con Gesù noi progressivamente maturiamo umanamente e religiosamente. I nostri limiti non sono più una realtà che ci soffoca, ma l’occasione concreta a partire dalla quale possiamo riconoscere il nostro bisogno di essere dissetati e vivificati da Gesù. Attraverso il riconoscimento e l’adesione della fede, Gesù ci introduce in un culto nuovo, il culto in Spirito e Verità: adoriamo il Padre perché siamo inseriti nella persona del Cristo grazie al dono dello Spirito. Infine, la Samaritana, incontrando Gesù, si riscopre missionaria. L’incontro personale con Gesù, che dona l’acqua viva, sprigiona anche in noi questo orientamento alla testimonianza.

Questa terza domenica di Quaresima rinnoviamo il nostro incontro personale col Signore, la nostra adesione a lui, e riprendiamo coscienza del dono che ci è stato fatto nel battesimo: di poter attingere alla vita del Figlio che ci libera da ogni dipendenza, di poter adorare il Padre in Spirito e verità, di poter testimoniare che abbiamo trovato Colui che dà compimento alla nostra ricerca e senso alla nostra vita.

di fr. Francesco Patton, ofm

Custode di Terra Santa