Sette nuovi diaconi ordinati a Gerusalemme: “Rimanete servitori, come il Cristo”

Sette nuovi diaconi ordinati a Gerusalemme: “Rimanete servitori, come il Cristo”

Sabato 13 aprile presso la chiesa di San Salvatore, nella città vecchia di Gerusalemme, la comunità francescana si è riunita nella preghiera e nella lode per un importante momento della vita ministeriale di sette frati minori francescani.

Fra Ananivi Combey Adamah (Togo), Fra Joseph Médéou Atakora (Togo), Fra Juan David Rodríguez (Colombia), Fra Rito José Mendoza (Venezuela), Fra Antonio Tkalac (Croazia), Fra Langba Zounga Saturnin (Repubblica di Centro Africa) e Fra Noor Amash Tamas (Iraq) hanno ricevuto il ministero del diaconato per l'imposizione delle mani di S.E. Cardinal Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, che ha presieduto la celebrazione eucaristica.

La Santa Messa è stata concelebrata da Fra Francesco Patton Custode di Terra Santa, da Fra Alojzy Sławomir Warot, Visitatore Generale della Custodia, da Fra Milan Krištov, Ministro della provincia francescana dei Santi Cirillo e Metodio di Zagabria insieme a numerosi sacerdoti francescani provenienti da diverse comunità della Terra Santa: tanti anche i religiosi e le religiose di Gerusalemme e i cristiani locali presenti (la celebrazione è stata trasmessa in diretta nel canale YouTube del Christian Media Center).

La Pasqua del Signore esperienza reale

«Oggi la Chiesa, più e prima di ogni altra strategia pastorale, ha bisogno di testimoniare la Pasqua ‒ ha detto il cardinale Pizzaballa nel suo commento al Vangelo, rivolgendosi ai neo-diaconi ‒. Ovvero testimoniare che l’amore di Dio, manifestato da Gesù con la sua morte e risurrezione, non è una chimera, non è un’idea, un racconto, un fantasma, ma esperienza reale che può raggiungere tutti».

Durante la liturgia di ordinazione diaconale i frati si sono prostrati davanti all’altare chiedendo l’intercessione di tutti i Santi invocata con il canto delle litanie.

La Parola di Dio: nutrimento per il vostro Ministero

Successivamente, il Cardinale ha imposto le mani sui frati e dopo la preghiera di consacrazione ha consegnato loro il Vangelo, con la missione e il dovere di annunciarlo al mondo. «Il vostro servizio di diaconi ‒ ha detto il Patriarca ‒ include non solo il servizio alla mensa eucaristica, ma anche il servizio all’annuncio della Parola di Dio. Da ora in poi, la familiarità con la Parola di Dio dovrà essere una costante del vostro ministero ordinato: essa è Parola di vita e poco alla volta darà forma al vostro ministero. Nutrirà chi vi ascolta nella stessa misura in cui nutrirà voi, e non diversamente».  

In conclusione, a prendere la parola a nome dei sette nuovi diaconi è stato Fra Noor, che ha inizialmente lodato e ringraziato il Signore «per il grande dono della grazia a servire il Suo santo altare, a servizio dei sacramenti dai quali attingiamo la pienezza dell'amore della vita». Il suo ringraziamento si è poi allargato alle famiglie, quelle presenti e quelle lontane, al Patriarca, al Custode di Terra Santa e tutti coloro che li hanno guidati e assistiti nel loro percorso verso il Diaconato.  

Rimanere servitori

Il Custode di Terra Santa Fra Patton ha ricordato ai diaconi l’importanza di essere e rimanere servitori, con umiltà e obbedienza: «Sotto la casula ‒ ha sottolineato il Custode ‒ anche il cardinale conserva la “tunicella” di diacono: questo significa che non si smette mai il grembiule del servizio. Nella realtà “secolare” esiste la carriera, e la carriera ha una serie di gradini che si salgono per arrivare al vertice: invece nel ministero del sacerdozio i gradini sono quelli per imparare a scendere, a farsi umili, perché prima bisogna seguire il Cristo, che si è fatto servo, ha svuotato sé stesso e si è fatto obbediente fino alla morte».

«Lo stesso San Francesco ‒ ha continuato ‒ che era diacono e non è mai diventato sacerdote, poco prima di morire chiede ai confratelli che gli venga letto il brano della lavanda dei piedi, a cui era molto legato. E quando spiega ai frati il modo di entrare nella reciproca relazione, dice che i frati “devono lavarsi i piedi gli uni gli altri”. Lavare i piedi: ecco la missione del servizio, che è quella centrale, che si ispira al Cristo e deve rimanere centrale anche nella vostra vita».

Silvia Giuliano