La Domenica delle Palme a Gerusalemme guidata dal Patriarca: “Gridiamo con forza che il nostro riferimento è Gesù Cristo”

La Domenica delle Palme a Gerusalemme. Il Patriarca: “Gridiamo con forza che il nostro riferimento è Gesù Cristo”

Il Cardinale lancia un appello ai pellegrini: “Non abbiate paura, tornate a Gerusalemme e in Terra Santa! La vostra presenza è sempre una presenza di pace”

La Settimana Santa a Gerusalemme ha avuto inizio con i due solenni appuntamenti liturgici della domenica delle Palme, il 24 marzo.

Nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme si sono svolte, nella primissima mattina, la processione attorno all’edicola e la messa solenne. Nel pomeriggio invece ha avuto luogo la processione a piedi a Betfage verso la chiesa di Sant’Anna.

La processione e la messa solenne

Nella prima parte della solenne liturgia il Patriarca Latino Sua Beatitudine Pierbattista Card. Pizzaballa ha benedetto, all'interno dell'Edicola del Santo Sepolcro, le palme provenienti da Gerico e i rami d'ulivo portati dal Convento Francescano di San Salvatore. Li ha poi distribuiti personalmente ai numerosi concelebranti, ai religiosi e ai fedeli, per poi iniziare la tradizionale processione. Ricordando il giorno dell'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme tra la folla osannante, durante i tre giri attorno all’Edicola – che ricordano simbolicamente i tre giorni trascorsi da Gesù nel Sepolcro – i partecipanti hanno agitato gioiosamente i rami di palma e di ulivo. Il canto dell'Osanna è risuonato a lungo festoso sotto la volta della rotonda dell'Anastasis.

La celebrazione eucaristica, invece, ha avuto luogo presso l’altare della Maddalena: lo spazio antistante all'Edicola è stato infatti occupato dalla Chiesa Ortodossa, che nella prima domenica di Quaresima, secondo il calendario giuliano, celebra la Festa dell’Ortodossia.

Durante la Messa Pontificale si è svolto un altro momento solenne: la proclamazione del vangelo, che ripercorre tutta la passione di Gesù. Secondo l’antica consuetudine diffusa a partire dall’XI secolo, il testo è stato salmodiato in latino da tre frati della Custodia di Terra Santa, che si sono divisi i tre ruoli presenti nel brano evangelico - Gesù, il cronista e la folla – cantandoli su tre diverse melodie.

La processione a piedi da Betfage

Nel pomeriggio, le celebrazioni si sono spostate al Monte degli Ulivi, per quella che è considerata una delle più straordinarie manifestazioni pubbliche cristiane. Presenti i religiosi e religiose delle comunità cristiane e fedeli locali: la folla festante ha percorso in processione la strada tra Betfage e Gerusalemme sui passi compiuti da Gesù a dorso di un’asina per entrare in città a celebrare la Pasqua. I fedeli hanno disceso il Monte degli Ulivi, con in mano rami di ulivo e palme intrecciate in bellissime ghirlande. Ciascuno nella propria lingua, attraverso preghiere, canti e strumenti musicali, ha lodato Dio e condiviso con gli altri fedeli, lungo la strada, la gioia di essere cristiano.

La processione ha preso avvio alla chiesa di Betfage, dove il giorno precedente si era svolta l’ultima peregrinazione quaresimale dei frati e si è conclusa alla chiesa di Sant’Anna, presso la porta dei Leoni. In coda al lungo corteo i festosi frati francescani della Custodia di Terra Santa hanno animato tutto il percorso con canti e musica, precedendo il Patriarca Latino Sua Beatitudine Pierbattista Card. Pizzaballa, il Custode di Terra Santa fr. Francesco Patton e Mons. Tito YllanaNunzio Apostolico in Israele e delegato in Gerusalemme e Palestina, con numerosi religiosi e autorità di altre confessioni cristiane.

Le parole del Cardinale Pizzaballa verso i cristiani di Gaza

Presso il cortile della Chiesa di Sant’Anna, al termine della processione, il Patriarca ha voluto salutare e ringraziare tutti i presenti: «Nonostante la guerra, nonostante tutto, abbiamo voluto anche quest’anno celebrare l’ingresso trionfale di Gesù nella Città Santa. Ma non vogliamo dimenticare tutti quelli che non sono potuti  essere qui oggi. Tutti i Cristiani della Palestina, specialmente le nostre comunità Betlemme, Beit Jala , Beit Sahour e Tajbeh».

«Forse in questi mesi ‒ ha continuato il Card. Pizzaballa ‒ ci siamo sentiti perduti, smarriti, soli e senza riferimento. Qualche volta questa guerra così terribile che sembra non finire mai, sta facendo crescere sempre di più la paura per il futuro. Ma oggi siamo di nuovo qui, anche se pochi, senza pellegrini e senza tanti nostri fratelli e sorelle di tante parti della nostra diocesi, che non ci hanno potuto raggiungere. Non importa! Pochi o tanti, è importante essere qui, e gridare con forza e con fede che noi abbiamo un riferimento, Gesù Cristo. Che non siamo soli e non siamo abbandonati, e soprattutto che non abbiamo paura!».

Nelle sue parole ha fatto riferimento agli abitanti di Gaza, a cui si rivolge commosso: «Il nostro pensiero va in particolare ai nostri fratelli di Gaza. Carissimi, non siete soli. Tutta la Chiesa di Gerusalemme è unita a voi, vi abbraccia e vi ringrazia della vostra testimonianza di forza e coraggio. Insieme a noi tutte le chiese, tutti i nostri fratelli e sorelle nel mondo, pregano per voi e con voi».

Poi dedica un appello finale ai tanti pellegrini che a causa del conflitto non hanno potuto raggiungere la Terra Santa: «Carissimi, vi attendiamo. Non abbiate paura, tornate a Gerusalemme e in Terra Santa! La vostra presenza è sempre una presenza di pace, e noi oggi abbiamo tanto bisogno di pace, che ci portiate la vostra pace».

Silvia Giuliano