Terzo dei santuari di Ain Karem, dopo quello della Visitazione e della nascita di Giovanni Battista, l’eremo di San Giovanni al Deserto fa memoria del luogo dove il Precursore trovò rifugio scampando alla strage degli Innocenti. Comprende il Santuario, la Grotta, la fonte e la Tomba di Elisabetta.
Il Deserto di san Giovanni fu acquistato dalla Custodia di Terra Santa il 10 nov. 1911 dal Patriarcato latino, che lo aveva a sua volta acquistato verso il 1850-55. Il patriarca Valerga ci aveva fatto sistemare un altare nella grotta.
La chiesa e il convento dell’architetto A. Barluzzi sono stati inaugurati nel 1922.
La figura del Battista è strettamente associata al deserto, luogo di vita ascetica e, alla luce della storia d’Israle, luogo dove si incontra la grazia di Dio. Dal deserto, secondo la profezia di Isaia, sarebbe venuto il precursore del Messia.
‘Ain el-Habís, a circa 3 Km da Ain Karim, fa memoria del luogo dove san Giovanni Battista visse la sua infanzia e gli anni della preparazione al ministero pubblico. Le testimonianze scritte che conosciamo – relativamente tarde – ne sostengono la storicità basandosi sul nome e sulle rovine. ‘Ain el-Habìs significa fonte dell’eremita: una definizione che ben richiama la figura del precursore, prototipo degli eremiti. Qui i Crociati eressero, su quanto già esisteva, una chiesa e un convento.
La prima testimonianza scritta è di un Anonimo del XII secolo che ci lascia un breve cenno alla cappella nel Deserto. Giovanni Zuallardo li disegna nel 1586 – già diroccati ma ugualmente imponenti – e scrive: “Uscendo dalla Visitazione, ci venne voglia di seguitare due o tre miglia più innanzi, per visitare il Deserto, dove san Giovanni Battista, guidato e confortato dallo Spirito Santo, visse la sua infanzia fino al giorno della sua apparizione in Israele, predicando il Battesimo di penitenza. E giunti a detto Deserto, per cammini fastidiosissimi e pericolosissimi, pigliammo grandissimo contento di vedere un luogo tanto austero e insieme bello, nonostante al presente non ci sia tanto bosco come pare ci sia stato in passato, ed è molto rozzo, e aspro e lontano da ogni abitazione umana.
L’antro o caverna dove il Santo dimorava, celebrata nell’inno che si canta in chiesa e che inizia: Antra deserti…, è incavata nella rupe nel mezzo e all’inizio del pendio di una montagna piena di cespugli, che diventa subito un precipizio, o sbalzo, guardando la profondità della Valle che ci è di fronte. Questa caverna è dentro assai grande e in fondo ha un rilevamento a modo di altare, dove dormiva il Santo.
L’entrata ad esso è assai difficile e stretta, ma qui giunti c’è una fontanella d’acqua buonissima, cui si può attingere sia in alto che in basso. Sopra poi vi è una piccola chiesa ed un piccolo monastero, del quale non si vedono se non certe parti delle mura quasi tutte disfatte" (ELS 82).
Nel 1626 padre Quaresmi parla di una chiesa dedicata a san Giovanni (ELS 86). Questo fa pensare ad una ricostruzione o ad un restauro da parte dei francescani.
Giovanni Battista, il Precursore
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
(Luca 1,80)
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Litania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando il battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!.
(Is 40, 3-4) (Luca 3, 2-4)
Vedendo Gesù venire verso di lui, disse: Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: ‘È avanti a me, perché era prima di me’. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele.
(Giovanni 1, 29-30)