La Custodia di Terra Santa ha condiviso con la comunità musulmana di Betania il momento dell’Iftar - il pasto serale che viene consumato dopo il tramonto del sole e rompe il digiuno quotidiano osservato dai musulmani durante il mese di Ramadan.
Lunedì 24 marzo, il Vicario della Custodia di Terra Santa, fra Ibrahim Faltas, e i frati della comunità di Betania, hanno accolto una rappresentanza della comunità musulmana per un momento di convivialità.
Erano presenti autorità civili e religiose locali, tra cui il sindaco di Betania, Khalil Abu Rish, e alcuni rappresentanti della moschea. Presenti anche alcuni membri dell’Università Al Quds e dell’Università di Palermo, del Mosaic Centre, e dell’associazione Pro Terra Sancta. Presente anche il direttore della sede di Gerusalemme dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), Mirko Tricoli, insieme ad altri membri dell'Agenzia.
La celebrazione dell’Iftar nel piazzale della chiesa di san Lazzaro è diventata ormai una piccola tradizione. Betania è il luogo in cui Gesù veniva a casa di Lazzaro, Marta e Maria – per questo “casa dell’amicizia”. Inoltre, il ricordo del miracolo di Gesù a Betania, la resurrezione di Lazzaro, è condiviso dalla comunità cristiana e musulmana. Il sepolcro di Lazzaro è a poche decine di metri dalla chiesa francescana e su di esso sorge la moschea del villaggio.
L’iniziativa dell’Iftar - come ha ricordato fra Ibrahim – nasce da una storia di prossimità e collaborazione tra cristiani e musulmani, attraverso i progetti dell’associazione di “pro Terra Sancta”, e in modo particolare è frutto della sensibilità dell’architetto Osama Hamdan, musulmano, tra i principali collaboratori di “pro Terra Sancta” e della Custodia nei progetti di recupero dei beni culturali, prematuramente scomparso lo scorso anno.
“Il cuore di questo incontro è la convivenza tra musulmani e cristiani” ha detto fra Ibrahim. “Come cristiani e come francescani della Custodia questo incontro con i musulmani è molto importante. Qui cristiani sono pochissimi, ma è bello stare insieme, parlare insieme, condividere il pasto, che per noi arabi è un modo per diventare amici, fratelli”.
Pro Terra Santa è impegnata nel villaggio con diversi progetti, soprattutto in ambito culturale e di valorizzazione del patrimonio, ma non solo. Sono famose le candele fabbricate dalle donne del villaggio e profumate con il nardo: “un aiuto concreto e anche una dimostrazione che questa non è solo una terra di guerra ma anche una terra di accoglienza, di pace, di dialogo”, racconta Carla Benelli.
Nella cittadina è in corso da alcuni anni un progetto di recupero dei resti bizantini e medievali che circondano la Tomba di Lazzaro. “Lavoriamo con i francescani della Custodia e con le varie realtà locali” continua Carla Benelli. “Abbiamo costruito un rapporto stretto con la comunità di Betania - il municipio, la moschea… Incontrarci per iniziative come l’Iftar è un modo per abbracciare l’altro, conoscerci meglio, condividere questi luoghi, soprattutto in momenti di grande dolore e sofferenza, di conflitto”.
Marinella Bandini