La celebrazione della Domenica delle Palme a Gerusalemme | Custodia Terrae Sanctae

La celebrazione della Domenica delle Palme a Gerusalemme

22 marzo 2005

Egeria, la pellegrina universale, ci ha lasciato la relazione della vita liturgica della chiesa di Gerusalemme, liturgia anch'essa universale, perché, essendo Gerusalemme la Madre di tutte le chiese, la liturgia di Gerusalemme è la madre di tutte le liturgie.
Tutto il mondo cristiano sta a guardare Gerusalemme in questa Settimana Santa. Si è vestita a festa per celebrare la Settimana più Santa di tutto l'anno liturgico. I pellegrini percorrono le vie della Città Santa in tutte le direzioni e danno nuova vita alle celebrazioni liturgiche.

La Settimana Santa ha avuto il suo preambolo nelle celebrazioni del tempo di quaresima. Egeria ci riferisce nel suo itinerario che a Gerusalemme il tempo di quaresima è conosciuto come il tempo delle feste, perché unita in maniera inseparabile alla Pasqua, Festa per antonomasia. Le celebrazioni del tempo di quaresima nei Luoghi santi sono rappresentate dalle peregrinazioni che i francescani sono venuti celebrando nei santuari intimamente collegati col mistero della Pasqua del Signore. Accanto a queste peregrinazioni sono da considerare le celebrazioni svolte al Santo sepolcro o Anastasis (Resurrezione): gli ingressi e le processioni dei pomeriggi del sabato e le Vigilie della Resurrezione durante le notti. Al pomeriggio ci accompagnava il Patriarca di Gerusalemme, durante la notte presiedeva la celebrazione il Custode di Terra Santa.

La Settimana Santa o Grande Settimana, è cominciata con la Domenica delle Palme, detta dagli arabi cristiani dell' "Osanna" e dagli arabi musulmani "la processione delle Palme dell'asino".

La domenica delle Palme è cominciata con le celebrazioni del pomeriggio, con la Processione solenne della Basilica del Santo Sepolcro o Anastasis e durante la notte (11.40-12.30 p.m.) con la celebrazione della Vigilia domenicale del Vangelo della Resurrezione. Come all'epoca della pellegrina Egeria, alla fine del IV secolo, il centro di tale celebrazione è la proclamazione del Vangelo della Resurrezione

Già nella mattina di domenica i francescani della Custodia di Terra Santa hanno accompagnato il Patriarca di Gerusalemme Mons. Michel Sabbah alle 6.30 alla Basilica dell'Anastasis. Alcuni minuti più tardi la comunità cattolica si è riunita davanti alla Tomba di Nostro Signore Gesù Cristo per commemorare l'ingresso del Signore a Gerusalemme: Processione di ingresso al canto dell'antifona biblica "Osanna al Figlio di Davide, benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re d'Israele! Osanna nelle altezze!" Quindi il Patriarca ha animato l'assemblea riunita a entrare nella celebrazione con fede e devozione. Allora il diacono ha proclamato davanti l'edicola (cappella reliquiario della Tomba) il Vangelo che narra come la folla uscì incontro al signore con rami di palma mentre acclamavano "Osanna, benedetto colui che viene!" (Gv 12, 16). A continuazione il Patriarca ha pronunciato una preghiera di benedizione nella quale i fatti e i segni narrati nel Vangelo erano situati nel contesto della Storia della Salvezza. E come si faceva un tempo, il Vescovo è entrato nell'edicola e ha benedetto i rami con acqua benedetta. Subito li ha consegnati al clero e ai fedeli. Quindi è cominciata la processione intorno all'edicola. Fatti tre giri, si è passati ai piedi del Calvario e affianco alla pietra dell'Unzione. Allora i cantori sono entrati nella Tomba e hanno intonato il famoso inno del vescovo Teodolfo "Gloria, laus et honor tibi sit" (Gloria, lode e onore!). Fatto questo, sono usciti i cantori ed è entrato il Patriarca, e come se il Signore avesse attraversato la porta della Città, si è cantato: "Ingrediente domino in sanctam civitatem" (Entrando il Signore nella Città Santa). In questo modo è finita la prima parte della celebrazione della mattina.

A seguire l'assemblea si è disposta nello spazio della Cappella di S. Maria Maddalena e si è celebrata l'Eucaristia. Come nel resto del mondo cattolico, si è cantata la Passione del Signore secondo S. Matteo, corrispondente al ciclo liturgico A. Al pomeriggio a Betfage, santuario della Custodia di Terra Santa, si è riunita una innumerevole folla di cristiani venuti da ogni parte della Terra Santa e del Mondo. E' difficile dire quanti fedeli siano accorsi, ma di certo erano migliaia. L'ambiente è stato popolare e festoso, nonostante si fosse annunziato che sarebbe stata una processione penitenziale per invocare il dono della pace. Si è celebrata una manifestazione cristiana, come da anni non si vedeva in Terra Santa. Come d'abitudine negli ultimi tempi, si è usciti da Betfage, si è saliti al monte degli Ulivi, si è passati a fianco del luogo dell'Ascensione (Imbomon) e del Padre Nostro (Eleona), si è discesi per il Dominus Flevit, si è raggiunto il Getsemani, si è attraversato il torrente Cedron a fianco della Tomba della Vergine, si è saliti alla Città, entrando per la Porta dei Leoni o di Santo Stefano e si è raggiunta la spianata della Basilica di S. Anna a fianco della Piscina Probatica. Il percorso è un poco differente rispetto a quello del IV secolo. A quel tempo, secondo Egeria, il percorso era il seguente: Eleona, Imbomon, Getsemani, Grotta del tradimento, Porta della Città e Anastasis

La processione è iniziata con la benedizione delle palme e la proclamazione del vangelo secondo Matteo (21, 1-11) in latino e arabo. Immediatamente, tra canti adatti alla celebrazione, si sono disposti i diversi gruppi. Chiudevano la processione le autorità ecclesiastiche. Tra di esse il Patriarca di Gerusalemme, il Custode di Terra Santa e il Nunzio Apostolico. Ogni gruppo imprimeva alla processione un tono diverso: diverse lingue, differenti melodie e ritmi diversi risuonavano sotto un sole splendido e una temperatura molto gradevole. Solo il nostro animo si è intristito al vedere all'orizzonte il muro di separazione. Non ci si è stancati in tutto il pomeriggio, dalle 2.30 fino alle 5.45, quando la processione è finita felicemente alla spianata di S. Anna. Non è mancata la presenza di musulmani che con rispetto osservavano il procedere della processione dalla porta delle proprie case.
Noi cattolici cominciamo le celebrazioni della Settimana Santa con l'ottimismo che imprime nell'anima il mistero della umiliazione ed esaltazione, proprie della Croce e della Resurrezione.

Enrique Bermejo Cabrera ofm