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Gli ingressi solenni del Custode di Terra Santi nei luoghi Santi: il Cenacolo, il Santo Sepolcro, la Natività a Betlemme

Tra il 24 e il 26 luglio 2025, fra Francesco Ielpo ha compiuto il suo ingresso ufficiale nei tre principali luoghi santi della cristianità sotto la responsabilità della Custodia di Terra Santa: il Cenacolo e il Santo Sepolcro a Gerusalemme; la Basilica della Natività a Betlemme. Si tratta di un passaggio significativo all’interno della tradizione francescana, che sancisce l’inizio del suo servizio come Custode, alla guida della presenza francescana nei luoghi legati alla vita di Gesù. Ogni tappa è stata accompagnata da una celebrazione e da un intervento del Custode, incentrato sul significato storico e comunitario di questi luoghi.

Al Cenacolo: la comunione come missione

L’ingresso al Cenacolo, avvenuto il 24 luglio 2025 di prima mattina, ha assunto un forte valore simbolico e spirituale. Qui, dove secondo la tradizione si compì la Pentecoste, il Custode ha voluto sottolineare la contemporaneità del mistero: “Nel momento in cui la Chiesa celebra, scompaiono le coordinate spaziali e temporali, e diventiamo contemporanei del mistero che celebriamo.”

Meditando sul dono dello Spirito Santo, il Custode ha ricordato che “il Cenacolo diventa una nuova immagine del Sinai”, non più solo un luogo geografico, ma “un evento che segna una nuova alleanza, una nuova irruzione di Dio nella storia degli uomini, dentro il cuore dell’uomo.”

Nel suo intervento, ha indicato nel servizio reciproco la via per superare le divisioni: “Quando non ci capiamo, quando il fratello che vive con noi sembra parlare davvero un’altra lingua, a noi incomprensibile, allora abbiamo bisogno di lavarci gli uni gli altri i piedi.” Ha anche invitato i frati e i fedeli a tornare spiritualmente in questo luogo ogni volta che si avverte una crisi nella comunione: “Facciamo un pellegrinaggio personale, chiediamo la grazia nei luoghi santi.”

Al Santo Sepolcro: il Vangelo della Vita

Nel pomeriggio del 25 luglio, fra Ielpo ha fatto il suo ingresso al Santo Sepolcro, luogo centrale per la fede cristiana, legato alla crocifissione, sepoltura e risurrezione di Gesù. Nel suo discorso ha commentato il Vangelo delle donne al sepolcro, mettendo in rilievo il contrasto tra il gesto iniziale - “erano entrate in uno dei cimiteri di Gerusalemme per venerare un morto” - e la scoperta inattesa: “non è qui. È risorto!”

Ha definito la risurrezione come “la vittoria della croce”, spiegando che “la via dell’amore percorsa da Gesù, la via della donazione totale, non è vana.” Al contrario, rappresenta un nuovo giudizio su ogni sofferenza: “non luogo di fallimento e di sconfitta, ma luogo dell’amore che arriva fino al dono della vita.”

Richiamando il mandato dell’angelo alle donne - “Andate, dite che egli vi precede” - ha ricordato che il discepolo di Cristo è colui che si mette in cammino e accoglie l’annuncio. “Il discepolo è colui che riceve il mandato di annunciare questa buona notizia […] da vivere anzitutto, e da seminare nelle tante tenebre della vita.” Il Custode ha concluso invocando la grazia di “riconoscere sempre i segni della Risurrezione nella nostra vita” e di essere capaci di annunciarla “con gioia e fedeltà.”

A Betlemme: pellegrino di pace

Nella mattina del 26 luglio, fra Ielpo è stato accolto a Betlemme, percorrendo, come da tradizione, il lato del muro che divide la città dalla Tomba di Rachele. Gli ingressi nella città palestinese del Custode e del Patriarca di Gerusalemme sono gli unici momenti in cui il cancello del muro si apre, altrimenti chiuso. La carovana di Scout e fedeli hanno accompagnato il Custode lungo “la via della Stella”, tradizionalmente cuore pulsante della città ma ormai deserta e con le serrande chiuse a causa della mancanza di turisti e pellegrini. Nella piazza della Basilica della Natività ha poi incontrato i rappresentanti della società civile e religiosa della città di Betlemme, facendo l’ingresso poi nella Basilica, luogo che custodisce la memoria della nascita di Gesù. Nel suo saluto, ha ricordato il significato civile e umano del messaggio natalizio, richiamando le parole degli angeli ai pastori: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore.”

Collegando la gloria di Dio alla pace tra gli uomini, ha sottolineato che “la pace sulla terra è il riflesso della gloria di Dio nei cieli. E la gloria di Dio sulla terra si chiama pace.” Ha poi chiarito il senso della sua presenza a Betlemme: “Vengo a voi come pellegrino di preghiera. Vengo per pregare insieme a voi e per invocare il dono della fraternità, del dialogo, della riconciliazione e del perdono.”

La visita si è conclusa con un invito alla corresponsabilità e con una benedizione: “Il Dio Bambino, deposto nella mangiatoia, benedica tutti voi.”

Francesco Guaraldi

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