Giovedì Santo : tra la gioia dell’Eucaristia e il mistero dell’Agonia di Gesù | Custodia Terrae Sanctae

Giovedì Santo : tra la gioia dell’Eucaristia e il mistero dell’Agonia di Gesù

Sette del mattino. La città si sta appena svegliando che già i francescani si recano al Patriarcato per invitare il Patriarca latino, S.B. Fouad Twal, all’ingresso solenne per presiedere la messa commemorativa dell’Istituzione dell’Eucaristia.

Questo Giovedì Santo, la folla numerosa si accalca intorno alla tomba vuota per unirsi alla gioia dei sacerdoti; i sacrestani della Custodia hanno preparato 200 camici per loro.



Dopo la liturgia, tre tempi forti scandiscono questa eccezionale celebrazione al Santo Sepolcro: la lavanda dei piedi di 12 seminaristi, da parte del Patriarca; il rinnovo della promessa sacerdotale da parte dei sacerdoti; la benedizione dell’Olio per gli infermi, i catecumeni e il Santo Crisma.

Dopo la processione dei sacerdoti intorno all’edicola, il Patriarca ha deposto il Santo Sacramento nel Sepolcro preparato proprio nella tomba vuota.



Questi momenti sono stati preceduti dall’omelia del Patriarca che ha iniziato con una citazione del curato d’Ars: « Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù.» Ha invitato quindi la folla presente a ricordare «il bel gesto d’umiltà e di semplicità» di Papa Francesco «chiedendo ai fedeli di pregare per lui.» E, quasi per aiutare il Santo Padre nel suo «arduo compito», ha invitato i fedeli a «chiedere a Dio di aiutarci a purificare la nostra Chiesa, i nostri cuori e le nostre intenzioni.”»



(Il testo completo dell’omelia è sul sito del patriarcato latino www.lpj.org)


Dopo la comunione, l’impressionante e magnifica processione dei sacerdoti e dei seminaristi che hanno riempito tutto il perimetro della rotonda, circondando con le loro casule bianche la tomba vuota prima che il Patriarca vi deponesse le Specie Eucaristiche.

Dopo l’uscita del Patriarca, le porte della Basilica sono state chiuse a chiave. Le chiavi, abitualmente in possesso dei Musulmani, sono portate in questo giorno, in via eccezionale, al Convento di San Salvatore e consegnate al Vicario della Custodia, Fra Artémio Vìtores, che le riporterà in processione solenne al Santo Sepolcro.

Al Sepolcro le porte restano aperte, giusto il tempo per lasciar entrare i seminaristi francescani e il Patriarca per l’adorazione del pomeriggio.



Mentre questi pregano al Santo Sepolcro, numerosi fedeli si recano al Cenacolo con il Custode di Terra Santa, Fra Pierbattista Pizzaballa.



Dal Cenacolo a San Marco, passando dalla cattedrale di San Giacomo.



Da San Salvatore, i frati della Custodia si sono recati al Cenacolo, in processione insieme al Padre Custode. I tradizionali kawas aprono il passaggio nelle strade molto animate di Gerusalemme poiché, anche gli ebrei festeggiano questa settimana la loro Pasqua, Pessah.



Al Cenacolo, eccezionalmente affollato, dopo la lettura della lavanda dei piedi, il Custode si è inginocchiato per lavare i piedi di dodici bambini della parrocchia di San Salvatore, riproducendo i gesti del Salvatore, accompagnato dal canto dei numerosi fedeli presenti.

 Poi, tutti si sono recati nella Cattedrale armena di San Giacomo poi nella chiesa armena di San Michele Arcangelo. Il padre Artemio ne ha approfittato per ricordare i legami che uniscono i francescani alla Comunità armena, che, nel 1551, ha accolto per otto anni i francescani espulsi dal Cenacolo. Infine, il corteo si è incamminato verso la Cappella siriana di San Marco, dove i siriani ortodossi situano il luogo della Pentecoste: il solo luogo dove furono commemorati gli avvenimenti legati al Cenacolo, negli anni che seguirono l’espulsione dei frati.




L’Ora Santa al Getsemani


Alla gioia del pellegrinaggio è seguita, al calar della notte, la gravità dell’Ora Santa al Getsemani. La Basilica non ha potuto accogliere la grande folla di fedeli che desiderava «vegliare con Gesù», nel luogo in cui, la vigilia della Passione, Egli fu assalito dall’angoscia.


Fedeli di tutti i continenti hanno preso posto nella basilica delle Nazioni, le letture, come le preghiere, sono state pronunciate in più di dieci lingue. La lettura dei passi del Vangelo è stata alternata da periodi di silenzio e da preghiere fatte in grande raccoglimento.



A conclusione di questa veglia di preghiera, alcuni fedeli sono rimasti per proseguire la loro preghiera. Mentre una grande folla si è recata in processione, alla luce delle torce, attraverso la Valle del Cedron, fino a San Pietro in Gallicantu, dove Gesù fu imprigionato prima di essere consegnato a Pilato.


Il silenzio è nuovamente sceso nella notte di Gerusalemme.

Vedi anche il video del Franciscan Media Center – clicca qui