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A Damasco anche conventi e chiese sotto le bombe

A Damasco anche conventi e chiese sotto le bombe

Un centinaio, forse più. Una vera e propria pioggia di colpi di mortaio cade da lunedì 8 gennaio sui quartieri cristiani all’interno della città vecchia di Damasco. A farne le spese soprattutto il patriarcato greco-cattolico (melchita) e la parrocchia retta dai frati francescani della Custodia di Terra Santa, intitolata alla Conversione di san Paolo, nel quartiere di Bab Touma. Nella parrocchia francescana, fortunatamente, solo danni materiali ma nessuna vittima.
Sorte diversa è toccata ad alcuni fedeli del patriarcato greco-melchita. Nella zona dove sorge cattedrale e sede patriarcale sarebbero caduti almeno trenta colpi di mortaio. Alcune fonti parlano di cinque vittime. Gli attacchi provengono dall’area di Goutha est, alla periferia della capitale, controllata dai ribelli anti-Assad.
I colpi di mortaio non hanno un obiettivo preciso. Lo scopo sarebbe soprattutto quello di alimentare la tensione, dopo un lungo periodo di sostanziale tranquillità, soprattutto quando si profila all’orizzonte qualche spiraglio di trattativa a livello internazionale.
Fr. Bahjat Elia Karakach, frate minore, è responsabile della parrocchia della Conversione di San Paolo. Anche il 15 gennaio, ci racconta, è caduto su convento e parrocchia un colpo di mortaio. I danni alla chiesa e alle strutture parrocchiali sono significativi. Calcinacci ovunque, finestre sfondate dallo spostamento d’aria. Un colpo in particolare ha centrato un muro esterno della chiesa. «La situazione – spiega il frate - resta fortemente instabile».

da Terrasanta.net

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