
4 dicembre 2025
I Giovedì d'Avvento
Fr. Gianfranco Pinto Ostuni
Pace a voi, un saluto a tutti dal Commissariato Generale di Terra Santa di Napoli.
Sono padre Gianfranco Pinto Ostuni, Commissario della Custodia per il Sud Italia.
Il brano appena ascoltato dal vangelo di Matteo, è posto alla fine del discorso della montagna. Gesù ha proclamato le Beatitudini e al termine di questo discorso aggiunge alcune raccomandazioni.
“Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli…”
Questo richiamo è rivolto a coloro che hanno ascoltato la Parola di Gesù e si sono impossessati del nome, a chi ha fatto del rapporto con Dio una forma di potere di fronte agli uomini.
Alcuni di essi avevano utilizzato il “nome di Gesù” anche per fare del bene, scacciando demoni e guarendo i malati… Ma non avevano aderito con la propria vita all’insegnamento del Maestro. Erano utilizzatori del nome di Gesù, ma non appartenevano a Lui.
“Perciò” - Gesù spiega qual sia la differenza tra chi appartiene a Lui e chi fa riferimento a se stesso - “chi ascolta le parole di Gesù e le mette in pratica è simile al saggio che costruisce la sua casa sulla roccia”. Mentre “chi ascolta e non mette in pratica è simile allo stolto che ha edificato la sua casa sulla sabbia”.
La roccia è il punto, la base solida su cui poggiare le fondamenta di una costruzione.
La sabbia o il terreno piano, ma senza un punto fermo, non permettono stabilità per un edificio.
La prova sulla validità della costruzione avviene nel tempo e di fronte alle intemperie…
Anche in Medio Oriente, dove c’è tanta siccità, in inverno si manifestano improvvise piogge che originano torrenti impetuosi capaci di travolgere persone e mezzi e scavare valli nel deserto, i cosiddetti “wadi”.
L’esempio della costruzione della casa, portato da Gesù, è relativo alla costruzione-fondazione della vita di ognuno di noi.
C’è chi edifica la propria vita fondandola su qualcosa di “effimero, volatile, etereo”. Pensate a quanti vivono oggi legati o condizionati dai like dei social o seguono gli influencer. Vivono senza un fondamento, fuori dalla realtà. Non stupisce se così la vita “sbanda” o crolla: e lì la rovina è grande!
Chi invece poggia la sua esistenza su Cristo, dovrà sudare per scavare e arrivare alla roccia ma quando hai incontrato Cristo, tutto, anche le intemperie della vita non possono abbatterti.
L’esempio ci viene da chi ha aderito a Cristo e vive con la certezza che tutto è un dono e che il Signore è colui che genera la vita.
L’esempio ci viene da Francesco di Assisi. Egli scriveva nel suo Testamento “il Signore dette a me frate Francesco” … Egli ci fa capire che il Signore, colui che dona, che si rivela nel donare è la roccia, la base dell’esistenza.
Il Signore è colui che si rivela come “misericordia senza limiti” che si china sull'ultimo, sul povero e quindi anche su Francesco di Assisi e su di me oggi, ma esige che io abbia Lui come vero fondamento della mia vita.
Auguro a voi e a me che possiamo riconoscere Gesù come la roccia su cui costruire la nostra vita: nella chiesa, nei Sacramenti e nel volto di tanti fratelli e sorelle che portano i tratti del Cristo povero e crocifisso.
