Come un respiro | Custodia Terrae Sanctae

Come un respiro

Presentazione del libro di Mons. Selim Sayegh

Come un respiro

1. Carissime sorelle, carissimi fratelli e cari amici, permettetemi di salutarvi tutti col saluto francescano: “Il Signore vi dia Pace!”

Permettetemi di salutare in modo particolare l’autore del libro che presentiamo stasera, Sua Ecc. Rev.ma Mons. Selim Sayegh, dal titolo significativo: Come un respiro: Cammino spirituale di Luisa Jaques - Suor Maria della Trinità, Clarissa di Gerusalemme.
Un saluto particolare anche al caro p. Pier Giorgio Gianazza, che ha curato la traduzione e al Dott. Giuseppe Caffulli, che dirige le Edizioni Terra Santa di Milano e ha seguito in modo costante la nascita e l’edizione di questo libro dedicato a Suor Maria della Trinità.

2. Eravamo qui insieme un anno fa per commemorare Suor Maria della Trinità nel giorno del suo transito e siamo di nuovo insieme per la presentazione di quest’opera che descrive il cammino spirituale di colei che al secolo fu Luisa Jaques e in questo luogo divenne appunto Suor Maria della Trinità.

3. Come ricordavo già lo scorso anno, prima di venire a Gerusalemme come Custode di Terra Santa, nel 2016, non sapevo niente di Suor Maria della Trinità, non sapevo nemmeno che fosse esistita. Un giorno stavo curiosando tra i libri presenti nell’ufficio del Custode e l’occhio mi è caduto su un libricino dalla copertina bianca e rossa, la nona edizione del Colloquio interiore di Suor Maria della Trinità. Da allora questo libricino mi accompagna quasi quotidianamente.

4. La biografia meditata che Mons. Selim Sayegh, Vescovo emerito di Giordania, dedica a Suor Maria della Trinità, attinge a piene mani al Colloquio interiore, ed aiuta a fare una meditazione lunga e profonda, potremmo dire “per temi”, non solo su ciò che è stata l’esistenza della Santa e il suo messaggio, ma – attraverso di lei – anche su quello che la nostra vita è chiamata ad essere nell’aprirsi alla relazione con il Signore che abita in noi e che dall’intimo del cuore ci chiama ad aprirci a Lui.

5. In uno dei suoi pensieri, il n. 169, suor Maria della Trinità fa una sintesi molto significativa di quello che è il senso della vita cristiana e di ogni vocazione, a partire da ciò che il Signore ispira a ciascuno di noi.
In questo pensiero emerge anzitutto la forte consapevolezza che è il Signore a ispirare i desideri più belli e più profondi ed è davanti a Lui che possiamo scoprire qual è il desiderio profondo che portiamo in cuore e che può dare senso a tutta la nostra vita. Occorre che anche noi impariamo a riconoscere questo desiderio profondo e ispirato e occorre che impariamo invece a lasciar perdere i desideri superficiali che ci distolgono da questa ricerca. Altrimenti accade che il Signore ci è vicino e intimo e noi lo cerchiamo in cose superficiali, o puramente esteriori.

6. Una seconda sottolineatura è quella della singolarità di ogni vocazione. È vero che tutte le vocazioni rientrano anche in grandi categorie quali matrimonio, vita consacrata, sacerdozio, e altre. Eppure, Gesù ricorda a Maria della Trinità che c’è una singolarità di ogni nostra chiamata: “Mi do a tutte le anime, ma ho per ciascuna dei segreti da confidare a lei sola; con la missione che riguarda lei sola...”. Questa singolarità è particolarmente preziosa perché indica che siamo chiamati a una relazione autenticamente personale col Signore. Non si tratta semplicemente di fare nostra una “forma di vita”, cosa pure importante, ma di vivere fino in fondo questa relazione personale di amore, con la sua singolarità e con tutte le sue conseguenze, compresa quella di non star lì a fare paragoni tra la mia vocazione e missione e quella degli altri fratelli o sorelle.

7. L’ultima sottolineatura che desidero fare riguarda il fatto che la nostra gioia più profonda, la nostra autentica realizzazione (per usare una categoria tanto cara al pensiero attuale) consiste nel fare la volontà del Signore. Quando prendiamo sul serio la Parola di Dio, quel Vangelo che è la persona vivente di Gesù e che noi siamo chiamati a seguire, allora ci sentiamo portati dall’amore, conosciamo la gioia e il donarsi, facciamo esperienza di quello che significa vivere in Dio. Non siamo esentati da prove e sofferenze; la vita di Suor Maria della Trinità non è certo stata una passeggiata e non lo sarà nemmeno la nostra, ma è la relazione di amore con il Dio Trinità, che è in se stesso relazione di amore, a portarci. Quando facciamo la volontà del Padre e viviamo il Vangelo, allora sperimentiamo cosa vuol dire diventare la dimora della Trinità e cosa vuol dire dimorare nella relazione di amore che è Dio.

8. Un grazie sincero a Mons. Sayegh per aver dedicato uno sforzo significativo ad approfondire il messaggio di Suor Maria della Trinità e per aver pubblicato in lingua araba le proprie opere dedicate alla nostra piccola Clarissa di Gerusalemme, che speriamo di poter venerare quanto prima come beata e poi anche come santa, lei svizzera di origine ma gerosolimitana di adozione. Con le sue pubblicazioni Mons. Sayegh ha aperto la porta della sua spiritualità al mondo del Medio Oriente e non solo. 
Grazie a Mons. Sayegh per aver accettato di pubblicare questa sua opera rivista e adattata anche per i lettori di lingua italiana nella traduzione di p. Pier Giorgio Gianazza attraverso le nostre Edizioni di Terra Santa di Milano.

9. Che la vita di Suor Maria della Trinità, clarissa a Gerusalemme, il suo cammino spirituale e il suo triplice messaggio possano aiutare anche i lettori di lingua italiana a scoprire la vita come un dono del Signore al quale corrispondere con il dono di sé, per amore di Dio, per amore della Chiesa e per amore delle persone del nostro tempo.