Is 7,10-14; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38
Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
1. In questa omelia mi limiterò a offrirvi una riflessione sulla preghiera che è stata composta appositamente per accompagnare questa immagine della Vergine di Nazareth, la Vergine dell’Annunciazione.
Desideriamo che la peregrinazione di questa immagine possa, non solo aumentare la devozione dei fedeli verso Maria, ma anche aiutare ognuno di noi a diventare come lei, capaci di lasciarci avvolgere dall’amore di Dio, dall’azione del suo Spirito e collaborare perché anche in noi il Figlio di Dio si possa fare carne e offrire speranza di salvezza alle persone del nostro tempo.
Leggerò le strofe della preghiera commentandole, per evidenziare alcune grazie che il Signore potrà donare a coloro che accoglieranno con devozione questa immagine, qui e nei luoghi che toccherà durante il suo pellegrinaggio.
2. Rallegrati, vergine di Nazareth, Maria,
da sempre e per sempre ricolmata
di ogni bene e di ogni grazia
dall’uno e trino Signore.
“Shlomo”, cioè “Pace” è il saluto aramaico dell’angelo Gabriele alla vergine Maria qui alla Grotta dell’annunciazione di Nazareth, un saluto che augura e realizza la pienezza di ogni bene nella vita di Maria. Nel greco del vangelo di Luca questo saluto diventa “Χαῖρε” (chaire), che significa “rallegrati” “gioisci”.
Al saluto dell’angelo, qui, Maria scopre di essere oggetto dell’amore del Dio uno e trino, Padre e Figlio e Spirito Santo; sente di essere da sempre e per sempre ricolmata di ogni bene e di ogni grazia, come ci suggerisce lo stesso san Francesco nel suo “Saluto alla Vergine”; fa esperienza piena di quella gioia, di quella pace e di quel bene che Dio porta dentro la sua persona e dentro la sua vita, prediligendola, consacrandola e santificandola, rendendola la Madre del Figlio di Dio che sceglie di abitare in noi, di diventare uno di noi.
3. Ancella del “sì”, Maria,
lo Spirito di amore
ha reso docile il tuo cuore
e fecondo il tuo grembo
perché il Verbo in te
potesse farsi carne,
uomo come noi
e nostro Redentore.
Maria è colei che si mette completamente a disposizione del progetto di Dio. È la serva del Signore che dice il proprio “sì”, il proprio “eccomi” a Dio con tutta la propria libertà e volontà, e si mette in gioco completamente: cuore, mente e corpo. Perciò lo Spirito Santo, che ha reso docile il suo cuore all’amore preservandola dal peccato originale, qui a Nazareth rende anche fecondo il suo grembo. Il Figlio di Dio, il Verbo eterno del Padre, comincia ad abitare in lei e attraverso di lei dentro il nostro mondo e dentro la nostra storia.
Il Figlio di Dio, il Verbo eterno del Padre, grazie al sì di Maria e alla sua docilità all’azione dello Spirito, comincia ad abitare corporalmente nel suo grembo e a irradiare salvezza: quelle poche cellule invisibili all’occhio umano ma vive nel grembo di Maria fanno sì che in lei abiti già corporalmente colui che ha in sé la pienezza della divinità. Il Figlio di Dio diventa uno di noi e cominciando a condividere la nostra umanità comincia anche a redimerla e salvarla.
Il grembo di Maria è il tabernacolo in cui abita il Santissimo, diventa la tenda in cui dimora l’Onnipotente, il Santo dei Santi in cui Dio si manifesta. Per questo possiamo anche dire:
4. Santa Madre di Dio, Maria,
il tuo sguardo e le tue mani
rivelano lo stupore e la fede
mentre in te comincia a dimorare
colui che neanche i cieli
possono contenere:
Gesù, Dio con noi,
unico Salvatore.
Maria è la Madre di Dio. L’immagine che oggi benediciamo e che da qui inizierà il suo pellegrinaggio verso l’America Latina esprime in modo particolarmente riuscito lo stupore e la fede di Maria. Nel suo sguardo e nel suo volto e nella postura delle sue braccia e delle sue mani c’è tutto lo stupore e la fede gioiosa di colei che accoglie nel proprio grembo il Figlio di Dio, che divenuto figlio dell’uomo diventa l’Emmanuele, cioè il “Dio con noi” e riceverà un nome umano dal significato molto bello: Gesù, che significa appunto il Signore salva.
Maria accoglie con fede e con stupore questo prodigio che solo Dio può realizzare ed è già subito in movimento, in cammino per trasmettere questo dono che lei stessa ha ricevuto. Come sono belli i piedi scalzi di Maria che si mette in cammino verso l’umanità intera e oggi verso l’America Latina per portare Gesù, l’Emmanuele-Dio con noi, Gesù nostro Salvatore, Colui che è la nostra Pace, il volto umano della Misericordia divina, l’Agnello che riconcilia nel dono di sé l’umanità con Dio e rinnova tutto l’universo.
Dopo aver contemplato ciò che Dio ha operato in Maria e la risposta pronta che Maria dà alla chiamata di Dio trasformiamo in preghiera e in impegno di vita la nostra riflessione e diciamo con fiducia a colei che è la Madre di Dio ma anche nostra madre:
5. Prega per noi, Maria,
e aiutaci a ripetere con te,
ora e nell’ora di dare la vita:
“Eccomi,
si compia anche in me
la Tua Parola”.
Amen.
Chiediamo perciò a Maria di pregare per noi e di sostenere la nostra libera e spontanea adesione al Signore. Lei che ha detto all’angelo “Eccomi, si compia in me la tua Parola” aiuti anche ognuno di noi a dire al Signore il nostro “Eccomi”; a dirlo soprattutto nei momenti in cui risulta più impegnativo, a dirlo ogni giorno della nostra vita e anche nell’ora della nostra morte.
Che la Vergine di Nazareth, che oggi inizia il suo pellegrinaggio da questo luogo santo accompagni anche ognuno di noi nel pellegrinaggio della vita e aiuti anche ognuno di noi a essere insieme a lei radicati nella fede, pellegrini della speranza e testimoni della carità divina. Così sia.
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Is 7,10-14; Sal 39; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38
Queridos hermanos y hermanas,
¡Que el Señor les de paz!
1. En esta homilía, me limitaré a ofrecerles una reflexión sobre la oración que fue compuesta específicamente para acompañar a esta imagen de la Virgen de Nazaret, la Virgen de la Anunciación.
Esperemos que la peregrinación de esta imagen no sólo aumente la devoción de los fieles a María, sino que también nos ayude a cada uno de nosotros a parecernos a ella, capaces de dejarnos envolver por el amor de Dios, por la acción de su Espíritu, y de colaborar para que también en nosotros el Hijo de Dios se haga carne y ofrezca una esperanza de salvación a los hombres de nuestro tiempo.
Leeré las estrofas de la oración, comentándolas, para destacar algunas gracias que el Señor puede conceder a quienes acojan con devoción esta imagen, aquí y en los lugares que tocará durante su peregrinación.
2. Regocíjate, María, Virgen de Nazaret,
desde siempre y para siempre colmada
de toda dicha y gracia
del Uno y Trino Señor.
“Shlomo”, que significa “Paz” es el saludo arameo del ángel Gabriel a la Virgen María aquí en la Gruta de la Anunciación en Nazaret, un saludo que desea y realiza la plenitud de todo bien en la vida de María. En el griego del evangelio de Lucas este saludo se convierte en “Χαῖρε” (chaire), que significa “alégrate”, “regocíjate”.
En el saludo del ángel, aquí, María descubre que es objeto del amor de Dios uno y trino, Padre e Hijo y Espíritu Santo; se siente colmada por siempre jamás de todo bien y de toda gracia, como sugiere el mismo san Francisco en su “Saludo a la Virgen”; experimenta plenamente esa alegría, esa paz y ese bien que Dios introduce en su persona y en su vida, prefiriéndola, consagrándola y santificándola, haciéndola Madre del Hijo de Dios que elige habitar en nosotros, hacerse uno de nosotros.
3. Sierva del “sí”, María,
el Espíritu de amor
tu corazón ha docilitado
y tu seno fecundado
para que se hiciese carne
el Verbo en ti
y como nosotros hombre
y nuestro Redentor.
María es la que se pone completamente a disposición del plan de Dios. Es la esclava del Señor que dice el propio “sí”, su “aquí estoy” a Dios con toda su libertad y voluntad, y se pone completamente en juego: corazón, mente y cuerpo. Por eso, el Espíritu Santo, que hizo su corazón dócil al amor preservándola del pecado original, aquí en Nazaret fecunda también su seno. El Hijo de Dios, Verbo eterno del Padre, comienza a habitar en ella y a través de ella en nuestro mundo y en nuestra historia.
El Hijo de Dios, Verbo eterno del Padre, gracias al sí de María y a su docilidad a la acción del Espíritu, comienza a habitar corporalmente en su seno y a irradiar salvación: esas pocas células invisibles al ojo humano, pero vivas en el seno de María significan que Aquel que tiene en sí la plenitud de la divinidad ya habita corporalmente en ella. El Hijo de Dios se hace uno de nosotros y, al comenzar a compartir nuestra humanidad, comienza también a redimirla y salvarla.
El seno de María es el tabernáculo en el que habita el Santísimo, se convierte en la tienda en al que habita el Todopoderoso, el Santo de los Santos en el que Dios se manifiesta. Por eso podemos decir también:
4. Santa Madre de Dios, María,
tu mirada y tus manos
el asombro y la fe revelan
mientras que en ti se gesta
aquel que ni los cielos
pueden contener:
el único Salvador,
Jesús, Dios con nosotros.
María es la Madre de Dios. La imagen que hoy bendecimos y que desde aquí iniciará su peregrinación por América Latina expresa de modo particularmente logrado el asombro y la fe de María. En su mirada y en su rostro, y en la postura de sus brazos y de sus manos, está toda la maravilla y la fe gozosa de quien acoge en su seno al Hijo de Dios, que, hecho hijo del hombre se convierte en Emmanuel, es decir, “Dios con nosotros”, y recibirá un nombre humano con un significado muy hermoso: Jesús, que significa precisamente el Señor salva.
Con fe y asombro María acoge este prodigio que sólo Dios puede realizar y ya se pone en marcha, en camino para transmitir este don que ella misma ha recibido. Qué hermosos los pies descalzos de María que se pone en camino hacia la humanidad entera y hoy hacia América Latina para traer a Jesús, el Emmanuel-Dios con nosotros, Jesús nuestro Salvador, Aquel que es nuestra Paz, el rostro humano de la Misericordia divina, el Cordero que reconcilia a la humanidad con Dios en el don de sí mismo y renueva todo el universo.
Después de contemplar lo que Dios ha obrado en María y la pronta respuesta de María a la llamada de Dios, convirtamos nuestra reflexión en oración y compromiso de vida y digámosle con confianza que es la Madre de Dios, pero también nuestra madre:
5. Ruega por nosotros, María,
y ayúdanos a repetir contigo,
ahora y en la hora
de entregar nuestra vida:
“Heme aquí,
hágase en mi
según tu voluntad”.
Amén.
Por eso pidamos a María que ruegue por nosotros y sostenga nuestra adhesión libre y espontánea al Señor. Que Aquella que dijo al ángel “Heme aquí, que se cumpla en mí tu palabra”, nos ayude también a cada uno de nosotros a decir nuestro “Heme aquí” al Señor; a decirlo sobre todo en los momentos más difíciles, a decirlo cada día de nuestra vida y también en la hora de nuestra muerte.
Que la Virgen de Nazaret, que hoy inicia su peregrinación desde lugar santo, nos acompañe también a cada uno de nosotros en la peregrinación de la vida y nos ayude a ser junto a ella arraigados en la fe, peregrinos de esperanza y testigos de la caridad divina. Que así sea.