1. Carissimi fratelli e carissime sorelle, il Signore vi dia pace.
Siamo radunati in un luogo particolarmente significativo per la Chiesa tutta e per la nostra fraternità. San Francesco era talmente devoto allo Spirito Santo, che avrebbe voluto fosse dichiarato come Ministro generale dell’Ordine. Nella Regola che ci ha consegnato, chiede a noi frati di desiderare sopra ogni cosa di avere lo Spirito del Signore e di lasciarlo agire in noi (Rb X, 8: FF 104).
2. Al termine della Lettera che scrive a tutto l’Ordine dopo il suo pellegrinaggio qui in Terra Santa san Francesco ci consegna una preghiera che è la sintesi della nostra vocazione. In questa preghiera ci ricorda che lo Spirito Santo agisce in noi come un fuoco che purifica, illumina e accende. Così ci rende capaci di seguire le orme del Figlio e giungere al Padre e vivere per sempre nella comunione della Trinità.
3. Chiediamo perciò ancora una volta il dono dello Spirito Santo per poter vivere la nostra vocazione, in modo personale, in fraternità e come Chiesa.
Lo Spirito del Signore è un fuoco che purifica, perché brucia tutto ciò che in noi ci allontana da Dio: è in questo modo che il Signore ci raffina, facendoci passare anche attraverso esperienze dolorose ma necessarie per diventare progressivamente sempre più simili a Gesù.
4. Lo Spirito del Signore è un fuoco che illumina. Gesù stesso nei discorsi dell’ultima cena ci ha garantito che lo Spirito ci guiderà alla verità tutta intera e ci renderà capaci di discernere tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che siamo chiamati ad accogliere e ciò che dobbiamo rifiutare per vivere da figli di Dio, non in astratto ma nelle circostanze concrete della vita e della storia.
5. Lo Spirito del Signore è un fuoco che infiamma e accende ad amare, perché il senso ultimo del dono dello Spirito è proprio quello di renderci capaci di lasciarci amare e di amare, come ci ricorda Gesù stesso: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,15-16.23.).
6. Facciamo allora nostra la preghiera di san Francesco e il programma di vita che contiene:
“Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per te stesso, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e per tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen”. (LOrd 50-52: FF 233).