Col 1,21-23, Sal 53 (54), Lc 6,1-5
Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi doni la sua pace!
Oggi la Parola di Dio, attraverso la lettera di San Paolo ai Colossesi, ci consegna un messaggio essenziale per comprendere il senso del momento che stiamo vivendo insieme: «Ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui» (Col 1,22).
L’iniziativa è sempre di Dio. È Lui che ci ha riconciliati con il Padre attraverso la croce del suo Figlio. È Lui che vi ha chiamati, cari fratelli, a portare a compimento il dono del Battesimo con la vostra consacrazione religiosa. La professione dei voti che oggi pronuncerete non nasce dalla volontà umana, ma da un dono speciale dello Spirito Santo, che vi abilita a rispondere con generosità e perseveranza alla chiamata ricevuta.
Oggi dite il vostro “sì” all’iniziativa di Dio, perché la vostra vita sia totalmente configurata a Cristo. E per quale scopo? Ce lo dice sempre san Paolo: «per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui».
La vita religiosa, fin dalle sue origini, nasce proprio da questo desiderio radicale: vivere il Vangelo per diventare santi. Eppure, la parola “santità”, come anche “sacrificio”, sembra quasi dimenticata nella vita consacrata di oggi. La verità è che ogni vocazione, ogni chiamata del Signore, ha come fine ultimo la santità, cioè la piena conformazione a Cristo.
Cosa vuol dire essere santi? Il santo è colui che non ha abilità particolari ma la disponibilità a lasciarsi trasformare da Cristo. Come è stato per Francesco d’Assisi che su questo santo monte ha ricevuto il sigillo definitivo che la sua vita è stata totalmente conforme (della stessa forma) di quella di Cristo: non sono più io che vivo ma Cristo vive in me!
Il santo è colui che ha gli stessi sentimenti e lo stesso pensiero di Cristo. Parafrasando la geniale intuizione di Massimo il Confessore potremmo dire che il santo è colui che pensa sempre a Cristo e pensa sempre come Cristo; che ama Cristo e ama sempre come Cristo; che guarda sempre a Cristo e guarda tutto come lo guarda Cristo.
Cari fratelli, gli anni che vi attendono saranno pieni di impegni, di apostolato, di mille attività. Ma ricordate: lo scopo del vostro sì non è il fare, bensì diventare santi. Non perdete mai questo desiderio che il Signore ha acceso nei vostri cuori! Sono certo che almeno una volta nella vita vi è capitato di dire: “Voglio diventare santo!”. Custodite e coltivate questo desiderio con perseveranza.
San Paolo ci indica due vie concrete per non smarrire il cammino, per non spegnere questo desiderio:
– Restare fondati e fermi nella fede: questo richiede studio serio, preghiera quotidiana, tempi di silenzio davanti all’Eucaristia. La fede non cresce da sola: va nutrita, va approfondita, va custodita (studio e preghiera).
– Essere irremovibili nella speranza del Vangelo: ascoltare il Vangelo non significa soltanto sentirlo proclamare, ma metterlo in pratica. Solo così farete esperienza della sua forza liberatrice e santificante. San Francesco ci ha insegnato a vivere il Vangelo sine glossa, senza compromessi: lì sta la vera sorgente della speranza. Come ricordava spesso p. Giacomo Bini non dobbiamo essere contenti quando la gente ci elogia e ci vuole bene. Quanto piuttosto quando la gente vedendoci può dire “anche oggi il Vangelo si può vivere!”.
Il Vangelo di oggi, poi, presentandoci la disputa tra Gesù e i Farisei sul sabato, ci ricorda che non può esserci culto a Dio senza amore per il prossimo. Non basta osservare delle regole esteriori: ciò che dà gloria a Dio è amare concretamente il fratello.
Ecco allora il cuore della vostra professione: da oggi entrate nella grande famiglia dei Frati Minori, non in un’idea astratta di fraternità, ma in una fraternità concreta, fatta di volti e di nomi, di limiti e di doni. Non sono i fratelli che vi scegliete voi: è Dio che ve li affida. E sarà proprio questa fraternità concreta il luogo privilegiato dove cercare e incontrare Dio.
Non sarete dei buoni e santi frati solo se osserverete fedelmente la Regola senza il cuore. Costruire fraternità non significa soltanto osservare una regola. Significa lasciarsi trasformare dallo Spirito perché quella regola diventi carne viva nella vostra esistenza. Allora sì che la vostra vita sarà un culto gradito a Dio e una benedizione per i fratelli.
Carissimi, oggi la Chiesa gioisce con voi e per voi. Il vostro sì ci ricorda che Dio continua a chiamare, che la santità è possibile, che il Vangelo vissuto nella sua radicalità è ancora la forza che rinnova il mondo.
Vi accompagni sempre l’intercessione di san Francesco, e vi sostenga l’Immacolata Concezione, Patrona dei Frati minori e modello di perfetta consacrazione.