1. Carissime sorelle e carissimi fratelli, il Signore vi dia Pace!
Nell’Apocrifo che narra la morte di Maria e poi la sua assunzione al Cielo, è molto interessante e suggestivo il finale. Alla morte di Maria viene Gesù e prende la sua anima e la affida a san Michele arcangelo perché la custodisca. Poi, dopo che il corpo esanime di Maria è stato deposto nella tomba e vegliato per tre giorni, viene portato dagli angeli a Oriente, in Paradiso e deposto ai piedi dell’albero della vita e in quel momento l’anima di Maria viene ricongiunta al corpo e si compie il mistero della sua piena partecipazione alla risurrezione del suo figlio Gesù.
2. Questo racconto ci aiuta a comprendere la partecipazione di Maria alla Pasqua di Gesù come il compimento del desiderio dell’umanità. Nel libro della Genesi, ai primi capitoli, si racconta che nel Paradiso terrestre (nel giardino dell’Eden) ci sono due alberi speciali, uno è quello della vita, l’altro è quello della conoscenza del bene e del male. A Adamo ed Eva vien proibito di mangiare dell’albero della scienza del bene e del male. All’umanità delle origini viene cioè ricordato che non siamo noi a decidere ciò che è bene e ciò che è male, ma dobbiamo accogliere con fiducia da Dio l’indicazione di ciò che è bene e di ciò che è male. L’albero della vita invece è il simbolo dell’immortalità, che pure appartiene alla condizione divina.
3. Nella loro volontà di autonomia e di autodeterminazione Adamo e Eva, cioè l’umanità delle origini, scelgono di mangiare dell’albero della scienza del bene e del male e per questo si aprono i loro occhi e si accorgono di essere nudi, cioè fragili e mortali. In seguito a questo fatto, la bibbia racconta che Adamo ed Eva vengono cacciati a oriente del Paradiso, che da ora in poi rimane precluso all’umanità, così come rimarrà precluso l’accesso all’albero della vita che sarà custodito da Serafini fiammeggianti. L’uomo quando smette di fidarsi di Dio (in ciò consiste il peccato delle origini) si ritroverà a sperimentare progressivamente anche la sfiducia reciproca e la violenza, la fragilità e la morte.
Già allora Dio aveva promesso che la salvezza sarebbe venuta dal figlio di una donna, che avrebbe vinto il Serpente, l’ingannatore, il diavolo.
4. È nella Pasqua di Gesù che questa promessa di salvezza si realizza: dopo la sua passione, morte e risurrezione il peccato è finalmente cancellato, il paradiso e l’albero della vita sono di nuovo accessibili. Maria, “cambiando la sorte di Eva” come cantiamo nell’ “Ave Maris Stella”, è la prima – dopo Gesù e grazie a Gesù – a poter mangiare il frutto dell’albero della vita, è la prima a poter partecipare alla vita e all’immortalità di Dio con tutta la sua persona, con tutta la sua umanità: anima e corpo.
5. Il paradiso si era chiuso dopo il peccato originale, ora il paradiso è riaperto. Per dirla con le parole del santo papa Paolo VI, Maria Assunta al Cielo in anima e corpo: “è l'anticipata primizia della nostra futura risurrezione, speranza e garanzia del nostro vero e reale destino. La luce è così virginea, dolce e candida, così profumata di materna bontà, così penetrante nella nostra scena temporale ed umana, da accrescere il grado stesso di valore della vita presente, ricomposta nell'ordine che si risolve nel gaudio promesso della vita eterna, ma fin d'ora per noi felice d'un dono che proprio Maria assunta ci offre, dalle mani di Cristo: il dono della speranza.
O Maria, nostra speranza, salve!” (15 agosto 1975).
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Dear Brothers and sisters, May the Lord give you His peace!