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Maria Maddalena Apostola Apostolorum - Mary Magdalene: Apostola Apostolorum

Festa S. Maria Maddalena - Feast of St. Mary Magdalene

2023-07-22


Letture: Ct 3,1-4a; Sal 62; 2 Cor 5,14-17; Gv 20,1.11-18

Maria Maddalena Apostola Apostolorum

  1. Carissimi fratelli, carissime sorelle,

il Signore vi dia pace!

Rubo le parole a p. Manns per descrivere questo luogo come appariva agli occhi di Gesù e dei discepoli 2000 anni fa: “L’alba illuminava la città fortificata di Magdala che appariva con tutto il suo splendore agli occhi stanchi dei discepoli. Il Mare di Galilea scintillava come un vasto specchio al sole nascente. I monti della Gaulanitide si stagliavano dall’altra parte del lago” (F. Manns, Raccontando la Bibbia, LEV, p. 148).

E rubo ancora a p. Manns le parole per descrivere il primo incontro e il primo dialogo tra Gesù e Maria di Magdala, un incontro che forse ci permette di capire meglio anche l’incontro e il dialogo narrato nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato. Scrive p. Frederic, che dopo aver incontrato la Maddalena adagiata sulla sua barca e vestita in abiti lussuosi, “Gesù si voltò verso di lei, le disse: «Donna perché questo lusso? Perché sprecare i doni di Dio? Quando verrà lo sposo, con che accenderai la tua lampada?». Sentendo parlare dello sposo, la donna ebbe un sussulto sulla lettiga e con un gesto nervoso si aggiustò le lunghe trecce che le ricadevano sul seno. Disse: «Maestro, le tue parole sono oscure. Di quale sposo parli?» Gesù rispose: «Il Signore ha posto in te un desiderio profondo: il bisogno di amare e di essere amata» (Manns, p. 150).

In questo luogo e in questa festa dedicati a Maria di Magdala “apostola degli apostoli” ci mettiamo alla scuola della Maddalena per imparare a lasciarci amare e ad amare in modo autentico. Secondo il vangelo che abbiamo ascoltato Maria ci insegna almeno tre cose fondamentali se vogliamo vivere quell’esistenza pasquale di cui ci parla san Paolo nella seconda lettura. Maria ci insegna: il valore della fedeltà, dell’amore e della testimonianza.

  1. Anzitutto la Maddalena ci insegna il valore della fedeltà. Lei appartiene al gruppo delle donne che avevano seguito Gesù fin dalla Galilea e che, siccome erano donne benestanti, lo sostenevano anche economicamente. Maddalena segue Gesù fino a Gerusalemme e sul Calvario, assieme alla Madre e a Maria di Cleofa. Mentre i discepoli si sono lasciati travolgere dalla paura e sono scappati, la Maddalena è lì, sotto la croce, fedele al suo Maestro, fedele al suo Signore, fedele al suo Gesù. Fedele perché sa di essere stata molto amata e perciò è diventata lei stessa capace di amare molto, con riconoscenza e con fedeltà, senza più paura di niente e di nessuno.

Impariamo anche noi, nel pellegrinaggio della vita il valore della fedeltà, che non è anzitutto osservanza degli impegni assunti ma fedeltà personale a Gesù Cristo. Impariamo a stare sotto la croce di Gesù che prende su di sé il peccato del mondo, il male che ci affligge e anche tutta la sofferenza dell’umanità. Così il nostro peccato, la nostra fragilità di fronte al male e la nostra sofferenza personale non ci travolgeranno. La Maddalena aveva già fatto questa esperienza qui nella sua città, quando Gesù l’aveva liberata da sette demoni, da una forma terribile di male che affliggeva tutta la sua persona: spirito, anima e corpo. E ora ci insegna il valore dell’essere fedeli a Gesù Cristo, del non anteporre altre relazioni alla relazione con lui e del non anteporre altri amori all’amore per lui.

  1. La seconda cosa che ci insegna la Maddalena è che non c’è un’esperienza pasquale della vita senza l’esperienza personale dell’amore. Non è un caso se come prima lettura ci è stato proposto un brano del Cantico dei Cantici. L’amata è alla ricerca dell’amato. Ha paura di averlo perduto. Non sa più dove sia e non può più vivere senza di lui. Questa è anche l’esperienza della Maddalena il mattino di Pasqua. Lei è stata fedele fin sotto la croce. Ha partecipato a tutti i riti frettolosi di sepoltura del corpo di Gesù nella tomba nuova e vuota. Ma il mattino di Pasqua, quando viene per completare la sepoltura della salma non la trova. Non capisce cosa sia successo e non se lo spiega. Piange e continua a cercare un cadavere. Gesù, che lei sta cercando, è lì davanti ai suoi occhi, ma lei non lo vede. La interroga ma lei non capisce, anzi, lo scambia per il giardiniere. Solo quando la chiama per nome lo riconosce e vuole stringerlo e trattenerlo. Per vivere un’esistenza pasquale occorre fare questa esperienza di relazione personale con Gesù. Il nome è ciò che indica la persona. Essere chiamati per nome è l’avvio di una nuova relazione di amore che è più forte della morte. Non si tratta più di cercare il cadavere della persona amata ma di incontrare l’amato che è risorto ed è vivo per sempre e porta il nostro amore dentro una prospettiva di eternità. Gesù, colui che le aveva rivelato una possibilità di vita nuova qui a Magdala, è lo stesso che la introduce nella dimensione pasquale dell’amore.
  1. La terza cosa che la Maddalena qui ci insegna è che il rinnovamento totale che la relazione con Gesù porta nella nostra vita, nel mondo e nella storia non lo possiamo tenere solo per noi, ma lo dobbiamo testimoniare. L’esperienza dell’incontro con Gesù ci trasforma in discepoli. L’incontro col Risorto ci trasforma in testimoni: è qualcosa di talmente bello e di talmente grande che, da un lato vorremmo come la Maddalena, egoisticamente, poter trattenere Gesù per timore di perderlo, dall’altro è lo stesso Gesù a liberarci da questo nostro umano desiderio di possesso e ci dice: “Non mi trattenere, ma va’ dai miei fratelli”. E anche per noi, come per la Maddalena risulta poi spontaneo dire semplicemente: “Ho visto il Signore”.

La nostra esistenza è pienamente trasformata dalla Pasqua quando diventiamo capaci di testimoniare la nostra esperienza personale di incontro col Signore, cioè con Gesù risorto, e di farlo con le parole più semplici.

Per diventare testimoni di questo incontro non occorre aver avuto le visioni, è sufficiente aver percepito interiormente la sua presenza, anche nel semplice ascolto del Vangelo, anche nella visita a questo luogo santo, anche nell’aver attinto all’esperienza di fede di un fratello o di una sorella che a sua volta ce l’hanno testimoniato.

  1. Qui dove Maria Maddalena ha incontrato Gesù per la prima volta, qui dove è stata liberata da sette demoni e ha iniziato il suo cammino di discepola, chiediamo anche noi la grazia di saper seguire il Maestro fino a Gerusalemme, fin sotto la croce. Soprattutto chiediamo di saper vivere l’esperienza della Pasqua, che ci fa sperimentare un amore più forte della morte, un amore che già profuma di vita eterna; che ci spinge ad annunciare, come lei, l’Apostola degli Apostoli, semplicemente: “Il Signore è vivo, l’ho incontrato, e vuole incontrare anche voi”.

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Readings: Ct 3,1-4a; Ps 62; 2 Cor 5:14-17; Jn 20:1.11-18

Dear brothers and sisters,

May the Lord give you His peace!

  1. I am using the words of Father Manns to describe this place as it appeared in the eyes of Jesus and the disciples 2000 years ago: “The dawn illuminated the fortified city of Magdala which appeared with its entire splendor to the tired eyes of the disciples. The Sea of Galilee sparkled like a vast mirror to the rising sun. The mountains of Gaulanitide stood out on the other side of the lake” (F. MANNS, Telling the Bible, LEV, p. 148). I am using the words of Fr. Manns again to describe the first encounter and dialogue between Jesus and Mary Magdalene, an encounter that perhaps also allows us to better understand the encounter and dialogue narrated in the Gospel that we have just heard. Fr. Frederic records the account as follows: “Jesus who after meeting Mary Magdalene lying on His boat and dressed in luxurious clothes, Jesus turned and said to her: «Woman, why this luxury? Why waste God’s gifts? When the bridegroom comes, with what will you light your lamp?»” Hearing about the groom, the woman gasped on the stretcher and with a nervous gesture adjusted her long braids that fell on her breast. She said, «Master, your words are dark. Which bridegroom are you talking about?» Jesus answered: «The Lord has placed in you a deep desire: the need to love and to be loved»” (Manns, p. 150). In this place and on this feast dedicated to Mary Magdalene, “Apostle of the Apostles”, we put ourselves in the school of Mary Magdalene to learn to let ourselves be loved and to love in an authentic way. According to the Gospel we have heard, Mary teaches us at least three fundamental things if we want to live that paschal life of which Saint Paul speaks to us in the second reading. Mary teaches us: the value of fidelity, love and witness.

First of all, Mary Magdalene teaches us the value of fidelity. She belongs to the group of women who had followed Jesus from Galilee and who, because they were wealthy women, also supported Him financially. Mary Magdalene follows Jesus to Jerusalem and to Calvary, together with Cleophas’ Mother and Mary. While the disciples let themselves be overwhelmed by fear and fled, Mary Magdalene is there, at the foot of the Cross, faithful to her Master, faithful to her Lord, faithful to her Jesus. Faithful because she knows that she has been greatly loved and therefore she herself has become capable of loving very much, with gratitude and fidelity, without fear of anything or anyone. Let us also learn, on the pilgrimage of life, the value of fidelity, which is not above all the observance of the commitments assumed but personal fidelity to Jesus Christ.

Let us learn to stand at the foot of the Cross of Jesus who takes upon Himself the sin of the world, the evil that afflicts us and also all the suffering of humanity. So our sin, our fragility in the face of evil, and our personal suffering will not overwhelm us. Mary Magdalene had already had this experience here in her city, when Jesus had freed her from seven demons, from a terrible form of evil that afflicted her whole person: spirit, soul and body. Now she teaches us the value of being faithful to Jesus Christ, of not putting other relationships before the relationship with Him, and of not putting other love before our love for Him.

The second thing Mary Magdalene teaches us is that there is no paschal experience of life without the personal experience of love. It is no coincidence that as a first reading we were offered a passage from the Song of Songs. The beloved is in search of the beloved. She is afraid she has lost him. She no longer knows where he is and can no longer live without him. This is also the experience of Mary Magdalene on Easter morning. She was faithful even to the foot of the Cross. She participated in all the hasty rites of the burial of Jesus’ body in the new and empty tomb. But on Easter morning, when she comes to complete the burial of the body, she does not find it. She does not understand what happened and she is not able to explain it. She cries and keeps looking for His dead body. Jesus, whom she is seeking, is there before her very eyes, and yet she cannot see Him. He questions her but she does not understand, on the contrary, she mistakes Him for the gardener. Only when He calls her by name does she recognize Him and wants to take hold of him and to hold onto him. To live an Easter life it is necessary to have this experience of a personal relationship with Jesus. The name is what indicates the person. Being called by name is the beginning of a new relationship of love that is stronger than death. It is no longer a question of looking for the dead body of a loved one but of meeting the beloved who has risen and is alive forever and brings our love into the perspective of eternity. Jesus, the One who had revealed to her a possibility of new life here in Magdala, is the same one who introduces her into the paschal dimension of love.

The third thing that Mary Magdalene teaches us here is that the total renewal that the relationship with Jesus brings to our lives, to the world and to history is something that we cannot keep only for ourselves, but we must bear witness to it. The experience of the encounter with Jesus transforms us into disciples. The encounter with the Risen One transforms us into witnesses: it is something so beautiful and so great that, on the one hand we would like to be like Mary Magdalene, selfishly, to be able to hold on to Jesus for fear of losing Him, on the other it is Jesus Himself who frees us from our human desire for possession and tells us: “Do not hold me back, but go to my brothers and sisters”. So for us too, as for Mary Magdalene, it is then natural to simply say: “I have seen the Lord”. Our existence is fully transformed by the Easter experience when we become able to bear witness to our personal experience of our encounter with the Lord, that is, with the Risen Jesus, and to do so with the simplest words. To become witnesses of this encounter it is not necessary to have had visions, it is sufficient to have perceived His presence interiorly, even by simply listening to the Gospel, even in visiting this Holy Place, even in having drawn from the experience of faith of a brother or sister who in turn have witnessed to it.

For it is here where Mary Magdalene met Jesus for the first time, here where she was freed from seven demons and here where she began her journey as a disciple, and so my dear brothers and sisters, let us ask for the grace to know how to follow the Master to Jerusalem, even to the foot of the Cross. Above all, let us ask to know how to live the experience of Easter, which makes us experience a love stronger than death, a love that already carries the fragrance of eternal life; which impels us to proclaim, like her, the Apostle of the Apostles, quite simply: “The Lord is alive! I met Him. He wants to meet you too”.

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